Latina

L'ombra dell’esercito sulla strage

Colombia:L'ennesima tragedia

Brutalmente assassinati il leader delle comunità di pace di San José de Apartadò, Luis Eduardo, e i suoi familiari. Il governo promette indagini per scovare i responsabili. Ma intanto minaccia di militarizzare la zona
21 marzo 2005
Luigi Cojazzi
Fonte: La nuova ecologia

Luis Eduardo aveva 35 anni, un figlio di 11, Deiner, e una giovane compagna, Bellanira. Era uno dei leader più conosciuti della comunità di pace di San José de Apartadò, in Antiochia, nord della Colombia. L’ultima volta che è stato visto in vita era il 21 febbraio. Poi il suo cadavere, e quello dei suoi familiari, è stato ritrovato praticamente


fatto a pezzi non lontano dai suoi campi di cacao. I corpi presentavano segni di tortura. Tra gli ultimi ad averlo visto il suo fratellastro, che era con lui quando sono stati fermati dai militari nei pressi del rio Mulatos, a 9 ore di cammino dal centro della comunità che da 8 anni sta portando avanti una delle battaglie più radicali per il rispetto della popolazione civile nel mezzo nel conflitto colombiano. Il dato più preoccupante, secondo quanto dichiarano la comunità stessa e varie organizzazioni colombiane, è che i responsabili del crudele delitto sembrano essere i membri del battaglione 33 di contraguerriglia della brigata XVII dell’esercito. L’ennesima testimonianza del coinvolgimento diretto dei militari colombiani nella strategia di spopolamento delle campagne che da anni viene portata avanti.

La guerra che insanguina la Colombia vede da un lato alcune formazioni rivoluzionarie, la più nota è la Farc, dall’altro l’esercito e i vari gruppi delle Autodefensas, paramilitari al soldo dei grandi possidenti terrieri, utilizzati per “convincere” le comunità contadine ad abbandonare le loro terre, successivamente occupate ed espropriate. Il progetto delle comunità di pace prende forma in Urabà a partire dal 1997, appoggiato anche da alcuni esponenti della chiesa cattolica. L’idea è quella di trovare in mezzo al conflitto uno spazio in cui siano rispettati i diritti della popolazione civile. Le comunità di pace praticano una resistenza pacifica e neutrale, rifiutano le armi


e si oppongono alla presenza di qualunque attore armato, legale o illegale, nei loro territori.

A causa del rifiuto a lasciare la zona, gli abitanti di San José negli ultimi 7 anni sono stati vittima di oltre 150 omicidi, la maggior parte dei quali commessi dall’esercito e dai paramilitari, e che ancora oggi rimangono nella più totale impunità. Per questo motivo la comunità è da vari anni beneficiaria delle misure cautelari della Corte interamericana dei diritti umani. Luis Eduardo, costretto dalle minacce ricevute a un esilio di più di 2 anni a Bogotà, era stato portavoce della comunità presso il governo e aveva compiuto numerose visite in Europa e negli Stati Uniti. Ultimamente stava lavorando all’estensione del progetto comunitario ad altre zone del paese. Il governo colombiano ha dichiarato la necessità di una militarizzazione delle comunità di pace. Il che suona beffardo, dal momento che i principali indiziati del delitto sembrano essere proprio membri dell’esercito, ma che risponde alla logica del presidente Uribe: disconoscere la guerra civile in corso procedendo però a un “arruolamento” della popolazione in nome della «lotta contro il terrorismo». I leader della comunità hanno dichiarato che non esiteranno ad abbandonare la loro terra se costretti a convivere con i loro carnefici. Sarebbe un’ennesima tragedia per popolazioni già a lungo vessate. E che somiglia troppo all’obiettivo che può avere ispirato questo massacro.

Note: http://www.lanuovaecologia.it/speciale/no_war/4154.php

Articoli correlati

  • Colombia: gli omicidi mirati non si fermano
    Latina
    Nel 2023 sono stati compiuti 93 massacri e circa 200 i lottatori sociali assassinati.

    Colombia: gli omicidi mirati non si fermano

    La pace totale resta un obiettivo difficile da raggiungere di fronte alla forza dell’oligarchia, delle transnazionali e delle milizie paramilitari di estrema destra.
    30 gennaio 2024 - David Lifodi
  • Colombia: gli ostacoli dei paras sulla via della pace
    Latina
    Narcos, oligarchia e milizie paramilitari contro il processo di pace promosso da Gustavo Petro

    Colombia: gli ostacoli dei paras sulla via della pace

    Senza un radicale cambiamento di rotta, che metta fine alla violenza sistematica dello Stato, la strada verso la pace totale auspicata da Petro resterà impervia.
    9 ottobre 2023 - David Lifodi
  • Il Guatemala provoca crisi diplomatica con la Colombia
    Latina
    Il presidente guatemalteco Alejandro Giammattei contro il suo omologo colombiano Gustavo Petro

    Il Guatemala provoca crisi diplomatica con la Colombia

    Giammattei utilizza il caso Odebrecht in chiave politica per riabilitare politici a lui vicini e attacca Petro e l’attuale ministro della Difesa colombiano Iván Velásquez, dal 2013 al 2017 alla guida della Comisión Internacional Contra la Impunidad en Guatemala (Cicig), auspicandone la cattura
    8 febbraio 2023 - David Lifodi
  • Le prime operatrici colombiane sulle linee elettriche imparano a mantenere accese le luci
    Sociale
    Potere alle donne

    Le prime operatrici colombiane sulle linee elettriche imparano a mantenere accese le luci

    Un lavoro difficile che richiede lunghi periodi lontane da casa, ma l’unica scuola per operatrici su linee ad alta tensione sta cambiando il modo di pensare in un ambiente dominato dagli uomini.
    16 gennaio 2023 - Soraya Kishtwari
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)