Latina

Marcos risponde a Moratti: Zapatisti-Inter, arbitro Maradona

La partita fra gli zapatisti e una rappresentativa interista si farà e il sub comandante Marcos sta pensando a tutti i dettagli
29 maggio 2005
Marcos

Da: Subcomandante Insurgente Marcos.

EZLN. Chiapas, Messico.

Signor Massimo:

Ci è giunta la lettera nella quale ci comunica che la sua squadra di calcio,
la F.C. Internazionale, ha accettato la sfida fraterna che abbiamo lanciato.
Ringraziamo per il tono cortese della sua risposta e l'onesta disponibilità.
Attraverso i mezzi di comunicazione, siamo venuti a conoscenza delle
dichiarazioni di dirigenti, settore tecnico e giocatori dell'Inter. Tutte
sono un'ulteriore dimostrazione della nobiltà dei vostri cuori. Sappia che
siamo lieti di avervi incontrato sul nostro ormai lungo cammino e che è un
onore per noi essere una parte del ponte che unisce due terre degne: Italia
e Messico.
Le comunico che oltre a portavoce dell'EZLN, sono stato designato
all'unanimità Direttore Tecnico e addetto alle Relazioni Intergalattiche del
campionato zapatista di calcio (beh, in realtà nessuno voleva accettare
l'incarico). In questo ruolo, forse potrei approfittare di questa lettera
per cominciare a concretizzazione i dettagli dell'incontro.
Per esempio, le potrei proporre di non limitare ad una sola partita
l'incontro calcistico, ma a due. Una in Messico ed un'altra in Italia. Cioè,
una di andata ed una di ritorno. E che in entrambe si disputi il trofeo noto
in tutto il mondo come "El Pozol de Barro".
E potrei proporre che la partita in Messico si giocasse, con voi come
ospiti, nello Stadio Olimpico Messico 68, nella Città Universitaria, nel DF,
e che il ricavato della vendita dei biglietti fosse destinato agli indigeni
sfollati dai paramilitari negli Altos del Chiapas. Ovviamente, allora io
dovrei mandare una lettera alla comunità universitaria della UNAM (cioè a
studenti, insegnanti, ricercatori, lavoratori manuali ed amministrativi) per
chiedere loro di prestarci lo stadio, non senza prima promettere loro
solennemente che non gli chiederemo di restare in silenzio... per poi
imporgli la parola di Don Porfirio.
Potremmo concordare, visto che voi vi trovereste già in Messico, di fare
un'altra partita a Guadalajara, Jalisco, e che il ricavato della vendita dei
biglietti fosse destinato al sostegno legale dei giovani altromondisti
ingiustamente reclusi nelle prigioni di quella provincia messicana, ed ai
prigionieri politici in carcere in tutto il paese. Il trasporto non sarebbe
un problema perché ho letto che qualcuno qui in Messico, molto generoso, ha
offerto il suo appoggio.
E forse, se lei è d'accordo, per le partite in Messico, l'EZLN potrebbe
rivolgersi, a momento debito, a Diego Armando Maradona, per chiedergli di
essere l'arbitro principale; a Javier El Vasco Aguirre e a Jorge Valdano,
per chiedere loro di fungere da aiuto aribitro (o guardalinee); ed a
Socrates, ex centrocampista del Brasile, per fare il 4° arbitro; e potremmo
invitare qui due intergalattici che viaggiano con passaporto uruguaiano:
Eduardo Galeano e Mario Benedetti per fare la telecronaca della partita per
il Sistema Zapatista di Televisione Intergalattica ("l'unica televisione che
si legge"). In Italia i commentatori potrebbero essere Gianni Minà e
Pierluigi Sullo.
E, per dissociarci dalla mercificazione della donna che si esprime nelle
partite di calcio attraverso le ragazze che incitano le squadre in campo o
negli spot pubblicitari, l'EZLN potrebbe chiedere alla comunità lesbico-gay
nazionale, in particolare a travestiti e transessuali, di organizzarsi per
dilettare il rispettabile pubblico con innovative piroette durante le
partite in Messico e, oltre che provocare la censura della TV, lo scandalo
dell'ultradestra e lo sconcerto nelle file dell'inter, per sollevare così il
morale ed il coraggio della nostra squadra. Perchè non ci sono solamente due
sessi e non esiste un unico mondo, ed è sempre opportuno che i perseguitati
per la loro differenza condividano allegria e solidarietà senza per questo
smettere di essere diversi.
E, visto che ci siamo, potremmo giocare un'altra partita a Los Angeles, in
California, STATI UNITI. Il cui governatore (che sostituisce la mancanza di
neuroni con gli steroidi) porta avanti una politica criminale contro gli
immigrati latini. L'incasso di quell'incontro sarebbe devoluto per
l'assistenza legale dei clandestini negli USA e per imprigionare i
malviventi del "Minuteman Project". Inoltre, il "dream team" zapatista
porterebbe un grande striscione sul quale si leggerebbe "Libertà per Mumia
Abu Jamal e Leonard Peltier."
È probabile che Bush non permetta che i nostri modelli di passamontagna
stagione primavera-estate furoreggino a Hollywood, cosicché l'incontro
potrebbe essere trasferito sul degno suolo cubano, di fronte alla base
militare che, illegalmente ed illegittimamente, il governo degli Stati Uniti
mantiene a Guantánamo. In questo caso, ogni delegazione (quella dell'Inter e
quella dell'Ezeta) si impegnerebbe a portare almeno un chilo di generi
alimentari o medicine, per ognuno dei suoi componenti, come segno di
protesta contro il blocco imposto a Cuba.
Potrei proporle che le partite di ritorno si giochino in Italia, con voi
padroni di casa (come noi d'altronde, perché è noto che il tifo italiano è
in maggioranza filozapatista). Una potrebbe essere a Milano, nel suo stadio,
e l'altra dove deciderete voi, potrebbe essere a Roma, per quel detto che
dice "tutte le partite portano a Roma"... o è "tutte le strade portano a
Roma"?... in fin dei conti, è uguale). Uno degli incassi potrebbe essere
destinato per aiutare gli immigrati di differenti nazionalità che sono
criminalizzati dai governi dell'Unione Europea e l'altro per quello che voi
deciderete. Ma, questo sì, noi avremmo bisogno di almeno un giorno per
andare a Genova a dipingere "caracolitos" sulla statua di Cristoforo Colombo
(nota: la probabile multa per danni a monumenti dovrà essere coperta
dall'Inter) e per deporre dei fiori nel luogo in cui cadde il giovane
altromondista Carlo Giuliani (nota: i fiori andranno sul nostro conto).
E, visto che siamo ormai in Europa, potremmo giocare una partita in Euzkal
Herria nei Paesi Baschi. Se non si potè farlo con l'iniziativa
"Un'opportunità alla Parola", tenteremo dunque con l'iniziativa
"Un'opportunità al Calcio". Noi potremmo manifestare di fronte alla casa
madre dei razzisti del BBVA-Bancomer che stanno cercando di criminalizzare
l'aiuto umanitario alle comunità indigene (forse per distrarre dai processi
in corso per "evasione fiscale, conti occulti, fondi pensione illegali,
riciclaggio di denaro sporco, finanziamenti segreti a campagne politiche,
corruzzioni per l'acquisto di banche in America Latina ed appropriazione
indebita di beni"
Mmh.... Sembra che potrebbero essere 7 partite (il che non è male, perché
così ci disputeremmo l'audience con la Coppa Europa, i Libertadores e le
eliminatorie per il Mondiale). "El Pozol de Barro" verrebbe assegnato,
dunque, a chi vince 4 delle 7 partite (nota: se la squadra zapatista perde
più di 3 incontri, il torneo sarà annullato).
E' troppo? Beh, signor Massimo, ha ragione, forse è meglio lasciare 2
partite, una in Messico ed un'altra in Italia, perché non vogliamo macchiare
il curriculum dell'Inter con le sconfitte che sicuramente vi infliggeremo.
Per equilibrare un poco il vostro evidente svantaggio, vi potremmo passare
informazioni segrete. Per esempio, che la nazionale zapatista è mista (cioè,
ci sono uomini e donne), che giochiamo con stivali da "miniera" (ovvero,
hanno la punta d'acciaio, per questo i palloni si bucano), che, secondo i
nostri usi e costumi, la partita finisce solo quando non rimane in piedi più
nessuno dei giocatori di una delle squadre (cioè, hanno una capacità di
resistenza molto alta), che l'EZLN potrebbe rafforzarsi a discrezione (cioè,
i messicani "Bofo" Bautista e Maribel "Marigol"
Domínguez potrebbero apparire nella compagine... se accetteranno di farlo),
e che abbiamo disegnato una divisa camaleontica (se staremo perdendo sulla
nostra maglietta appariranno righe nere e azzurre per confondere il rivale,
l'arbitro... ed il pubblico).
Stiamo discutendo con relativo successo, anche di due nuove giocate: la
"marquiña avanti fortiori" (nota:
tradotto in termini gastronomici sarebbe qualcosa come una torta di pizza e
guacamole) e la "marquiña caracoliña con variante inversa" (nota:
l'equivalente di spaghetti con fagioli in pentola, ma rancidi).
Con tutto questo (ed altre sorprese) forse potremmo rivoluzionare il calcio
mondiale, ed allora, forse, il calcio smetterebbe di essere solo un affare e
sarebbe, di nuovo, un gioco divertente. Un gioco fatto, come lei ben dice,
di sentimenti veri.
Forse... Tuttavia, la presente è solo per ribadire a lei ed alla sua
famiglia, a tutti gli uomini e donne vicini all'Inter ed al tifo nerazzurro,
i nostri affetto, gratitudine e ammirazione(benché l'avverto che davanti
alla porta non ci sarà pietà né misericordia). Per quanto riguarda il resto,

beh...

forse... ma...

Bene, Salute e che presto si possano incontrare sui due terreni i verdi-bianco-rossi che coprono le nostre dignità.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Subcomandante Insurgente Marcos (D. T. Z.) (che disegna alla lavagna il
gioco e discute con Durito il quale insiste che invece del tradizionale
4-2-4, noi presentiamo il 1-1-1-1-1-1-1-1-1-1-1 che, dice lui, è
sconcertante).

Messico, Maggio 2005

P.S. PER LA FEDERAZIONE MESSICANA DI CALCIO, IL REAL MADRID, IL BAYERN DI
MONACO, IL OSASUNA, L'AJAX, IL LIVERPOOL E LA SQUADRA DELLA FERRAMENTA
GONZÁLEZ.- Mi dispiace, ho un contratto esclusivo con l'Ezetaelene.

P.S. CON TONO E VOLUME DA CRONISTA SPORTIVO - Il Sup, che usa la tattica
dell'uruguayano Obdulio Varela nella finale contro il Brasile (Mondiale di
Calcio, Stadio Maracaná, Río de Janeiro, 16/VII/1950), con la palla in mano
ha camminato come al rallentatore (a partire dal maggio del 2001) dalla
porta zapatista.
Dopo aver reclamato all'arbitro l'illegittimità del goal ricevuto, mette la
sfera al centro del campo. Si volta a guardare i suoi compagni scambiando
sguardi e silenzi. Con i pronostici, le scommesse ed il sistema intero
contro, NESSUNO spera negli zapatisti.
Incomincia a piovere. Ad un orologio sono quasi le 6.
Tutto sembra essere pronto perché l'incontro riprenda...

Note: (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo -

www.fzln.org.mx)

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