Latina

Haiti: Gli Usa accusano Aristide

Situazione insostenibile. Le truppe Onu in guerra contro «le gang» fedeli all'ex-presidente in esilio
9 luglio 2005
S.D.Q.
Fonte: Il Manifesto


A un anno e mezzo dal golpe mascherato da rivolta popolare con cui gli americani hanno cacciato il presidente Jean Bertrand Aristide, Haiti sprofonda ogni giorno di più nella violenza e nell'ingovernabilità. Il governo a interim non riesce a governare, i 7400 militari della Minustah, la missione Onu per Haiti, a cui mercoledì scorso il Consiglio di sicurezza ha approvato una dotazione supplementare di altri mille uomini, non è riuscita finora a venire a capo di una situazione di anarachia che paralizza la capitale e il paese, rischiando di mandare a monte le elezioni. Le elezioni sono state fissate per il 9 ottobre quelle municipali e per il 13 dicembre quelle legislative e presidenziali. Ma Haiti è in preda al caos. I peace-keeping dell'Onu, sotto comando brasiliano e costituiti per la maggiora parte dai militari di altri paesi latino-americani (cileni, argentini, uruguayani, peruviani) finora avevano cercato di affrontare la situazione più con il dialogo che con la forza. Ma senza molto risultato, perché le bande paramilitari che avevano costituito la forza d'urto della «rivolta popolare» contro Aristide sul finire del 2003 non si sono affatto disarmate e mantengono il controllo di larghe parti del paese, specie fuori dalla capitale. D'altra parte i seguaci di Aristide e del suo partito Lavalas, contro i quali si è scatenata una sorta di caccia all'uomo, ricorrono spesso agli stessi metodi di gangsterimo politico contro gli avversari, con eliminazioni e sequestri. Gli americani, che pure hanno detto no a Kofi Annan che chiedeva una loro maggiore partecipazione in uomini sul campo, preferiscono premere sulla Minustah perché intervenga con più determinazione contro i seguaci di Aristide. Questi non si annidano certo nelle zone alte e ricche della città bensì negli orrendi slum verso l'aeroporto e civini al centro di Port-au-Prince, tipo Cité Soleil. Da qualche settimana la tattica della forza Onu è cambiata e hanno preso a entrare in modo massiccio, con l'appoggio di blindati, dentro quei temibili slums sparando per uccidere contro «i banditi armati». Ogni volta il bilancio parla di 5, 10, 20 morti. E' capitato anche mercoledì scorso quando 350 caschi blu hanno fatto irruzione dentro la Cité Soleil e alla fine hanno lasciato sul terreno «almeno» 5 «banditi armati», ma altre fonti dicono 10. Il responsabile di questa situazione sanguinosa e incontrollabile secondo Roger Noriega, il pessimo assistente segretario di stato americano per l'emisfero occidentale, è uno solo: Aristide: «è assolutamente chiaro che Aristide e il suo campo sono i responsabili per la maggiora parte della violenza», ha detto alla fine di giugno, ammonendo le forze Onu a un ruolo «più attivo» e a un'azione «più mirata e robusta». Noriega ha anche detto che l'amministrazione Bush ha parlato con il governo del Sudafrica, dove Aristide si trova in esilio, perché lo tengano di più sotto controllo. Come se prima della deriva autoritaria di Aristide, Haiti fosse stato un paradiso. E' chiaro che la situazione attuale è l'effetto del modo in cui Aristide, che nonostante tutto era ancora sentito dalla maggioranza povera di Haiti come «il suo» presidente, del modo in cui ci si è liberati di lui nel febbraio del 2004.

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