Latina

Il Pt negli ultimi anni ha smarrito le sue origini

Brasile: al ballottaggio con l'incognita di astensionisti e Frente de Esquerda

Inaspettato il risultato del socialdemocratico Alckmin
7 ottobre 2006
David Lifodi

Il Brasile si appresta a vivere un inatteso ballottaggio elettorale in cui, sebbene i favori del pronostico ricadano di nuovo sulla conferma di Lula, l'esito è più incerto di quanto possa sembrare.
Rispetto ai sondaggi della vigilia, che davano a Lula quasi 30 punti percentuali di vantaggio sul candidato socialdemocratico Geraldo Alckmin, il candidato petista non è riuscito a raggiungere, anche se per poco, quel 50% che sarebbe servito per abitare per la seconda volta consecutiva il Planalto. Di fronte al 48,6% racimolato da Lula e all'inaspettato 41,6% raggiunto da Alckmin (popolarmente noto come O' Geraldo) è stato significativo l'impatto avuto sull'elettorato dalla candidata del Frente de Esquerda Heloisa Helena che, pur non riuscendo a sfondare completamente (alla vigilia i sondaggi le attribuivano tra l'8 e il 10% delle intenzioni di voto), con il suo 6,8% ha contribuito a inchiodare Lula al ballottaggio.
La presenza del Frente de Esquerda, che è stata perlopiù all'insegna di una campagna in chiave esclusivamente anti-Pt, non è però l'unica causa del calo di voti ottenuti da Lula. Sul voto della scorsa settimana è pesato molto anche il disincanto di tutti quegli elettori che sono rimasti perplessi dalla politica condotta dal Pt in questi ultimi anni, aldilà dei vari scandali e corruzioni in cui pure il partito è stato coinvolto. In un articolo di Raul Zibechi pubblicato dall'inserto di Carta "Nosso Brasil – La società dei Sem Terra" ben prima delle elezioni, si sottolineava la relazione tra i vertici petisti e il sistema finanziario brasiliano che ha sempre ignorato le esigenze e le richieste di "favelados" e movimenti sociali. L'esempio fornito da Zibechi è molto calzante: "quando il tesoriere del Pt ha festeggiato il suo compleanno nella hacienda di Goias, la stampa ha contato ben 18 aerei ufficiali, compresi alcuni jet privati, una cosa fuori dal comune anche per i più importanti dirigenti del Pt. Si trattava di Delubio Soares… e la cosa successe ancor prima che Lula arrivasse alla presidenza. Delubio aveva cominciato la sua carriera come metalmeccanico e nel giro di un paio di anni ha stretto amicizie con gente che viaggia in jet privati". Tutto questo per spiegare quanto il Pt abbia finito per allontanarsi dalle sue origini, tanto che lo stesso vicepresidente di Heloisa Helena, Benjamin, aveva già lasciato il partito ben prima degli ultimi scandali.
Certo a Lula non hanno giovato comunque nemmeno gli scandali di cui si sono resi responsabili i vertici del Pt, ma quello che ha infastidito i brasiliani potrebbe essere stato quel filo rosso che ha collegato le incriminazioni per corruzione del suo braccio destro Dirceu fino ai petisti beccati dalla polizia con 800mila dollari mentre tentavano di acquistare dossier infamanti per gettare nel fango il socialdemocratico Serra (sfidante di Lula nelle elezioni 2002), fino alle sconcertanti dichiarazioni dello stesso Lula di accettare senza problemi l'appoggio di quel Collor de Mello presidente del paese dal 1989 al 1992 prima di essere cacciato.
Nonostante tutto, un eventuale ritorno al Planalto dei socialdemocratici significherebbe togliere ai brasiliani quella speranza di cambiamento che, seppur in misura molto minore, continuano a intravedere in Lula, nella speranza di una trasformazione sociale attesa da Sem Terra, movimenti sociali e ottenuta da una parte di quei poverissimi che vivono con meno di un dollaro al giorno beneficiati dal Programma Borsa Famiglia, di cui hanno goduto oltre 11 milioni di famiglie. Appoggiando Lula l'elettorato popolare di fatto sostiene se stesso e la possibilità di avere altri quattro anni a disposizione per far pressione proprio su Lula, invitandolo una volta per tutte a risolvere il problema del latifondo e dell'agrobusiness. La situazione all'interno della sinistra brasiliana però continua a non essere troppo chiara: da un lato il Frente de Esquerda, che dal suo sito ha rilanciato l'invito all'astensione perché "dopo otto anni di politiche liberiste di Cardoso, Lula ha proseguito sulla stessa strada" e "Lula e Alckmin sono due facce della stessa medaglia", dall'altra quei sei miloni e mezzo di elettori che hanno scelto Heloisa Helena che, insieme alla non bassa percentuale di astenuti al primo turno, potrebbe essere l'ago della bilancia del ballottaggio. Giuste nel merito, le critiche del Frente de Esquerda sono state recepite soprattutto a Rio de Janeiro, dove Heloisa Helena ha addirittura il 17%, ma non sono riuscite ad intercettare il voto di tutti gli astensionisti: escluso il Nord-Est del paese, dove il voto per Lula è stato compatto, il Pt ha finito per perdere Mato Grosso, Rio Grande do Sul e Porto Alegre. Più che continuare ad accusare il Frente de Esquerda di essere il principale responsabile del ballottaggio con Alckmin, Lula e il Pt dovranno cercare di rimotivare di nuovo tutti coloro che lo scorso 2 Ottobre si sono tenuti ben lontani dalle urne: solo così avrà la possibilità di battere Alckmin e avere a disposizioni altri quattro anni che stavolta servano davvero per il cambiamento sociale del Brasile.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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