Accordo di Associazione o TLC tra Unione Europea e Centroamerica?
Il principale obiettivo del Foro Popolare Internazionale "America Centrale-Unione Europea: un commercio con giustizia ed equità è possibile", era quello di presentare a livello regionale la posizione delle diverse organizzazioni della società civile rispetto al futuro Accordo di Associazione (AdA) tra Centroamerica ed Unione Europea.
Durante il 2003 si è iniziato a discutere sulla possibilità di un trattato tra le due regioni attraverso la formula di un Accordo di Associazione, figura che secondo l'Unione Europea contiene due elementi che marcano una sostanziale differenza con i Trattati di libero commercio (TLC) e che sono il dialogo politico e la cooperazione, i quali si sommerebbero alla creazione di una zona di libero commercio.
Secondo le organizzazioni nicaraguensi appartenenti al CAD "il 6 marzo abbiamo partecipato ad una marcia Mesoamericana che si è realizzata come parte delle attività del Foro Popolare Internazionale, per dire NO ai trattati commerciali che hanno colpito i paesi della regione e che non possono essere una priorità per i paesi centroamericani, senza prima creare un'agenda di sviluppo integrale per la regione. Nel foro abbiamo discusso e deciso che cosa, secondo noi, debba essere un Accordo di Associazione".
Per i membri di queste organizzazioni si sta parlando di due Regioni molto diverse, con due economie disuguali, asimmetriche e per questo motivo, è prima di tutto necessario investire sulla regione centroamericana, capire verso cosa dirigere la cooperazione, di che cosa si tratta il dialogo politico, chi ne sono gli attori e se ci sarà una partecipazione delle organizzazioni sociali.
"I paesi europei - ha affermato Georgina Muñoz della Coordinadora Civil - hanno assegnato lo 0,7 per cento del loro PIL alla cooperazione in Centroamerica, ma non viene mai usato nella sua totalità. Solitamente, nei nostri paesi osserviamo molta fragilità su temi fondamentali per l'istituzionalità democratica come la giustizia, la democrazia e i diritti umani. Esistono inoltre grandi carenze nell'investimento della cooperazione e nel processo di sviluppo economica integrale, nel processo di diversificazione, di sviluppo locale e di stimolo alla piccola e media impresa. Non vediamo nemmeno grandi cambiamenti su temi come la salvaguardia delle nostre risorse ambientali ed idriche. Nella regione non esiste ancora un quadro giuridico comune che ci protegga da questo tipo di investimenti e nemmeno piani di sviluppo integrali a carattere regionale".
Uno dei punti più discussi è la mancanza di proposte concrete e di partecipazione diretta dei governi centroamericani in vari momenti di confronto avvenuti tra le organizzazioni sociali ed i rappresentanti dell'Unione Europea e del Comitato Consultivo del Sistema d'Integrazione per il Centroamerica (CC-SICA).
Per le organizzazioni nicaraguensi membri del CAD "questo ci preoccupa molto, perché sembra che i governi centroamericani vogliano ripetere gli errori del passato, quando firmarono il TLC con gli Stati Uniti (CAFTA) senza nessuna preparazione, con un alto livello di empirismo e senza prendere in considerazione la vasta esperienza delle organizzazioni sociali presenti nella regione."
La Declaración di Tegucigalpa
Alla fine della marcia, il Colectivo Centroamericano por el Diálogo (CAD) ha consegnato un documento alla rappresentanza dell'Unione Europea in Honduras ed al Parlamento.
In questa Dichiarazione hanno ribadito la loro preoccupazione di fronte all'inizio delle negoziazioni tra i governi centroamericani e l'Unione Europea, definendo che, indipendentemente dalla presenza di un dialogo politico e forme di cooperazione in un eventuale Accordo di Associazione, l'obiettivo finale di qualsiasi negoziazione tra le due regioni non deve essere la creazione di una zona di libero commercio, ma il raggiungimento di una serie di obiettivi.
Per il CAD, la strategia dell'Unione Europea cerca la liberalizzazione dei servizi pubblici affinché le multinazionali europee possano partecipare alla ripartizione dei mercati. Inoltre, pretende instaurare la liberalizzazione dei dazi da pari a pari tra regioni diametralmente disuguali ed affronta i temi delle proprietà intellettuali, investimenti, risorse naturali ed ambiente con una logica basata sui propri interessi e non sullo sviluppo ed integrazione dei paesi centroamericani.
Tra gli obiettivi proposti dalle organizzazioni della società civile si annoverano:
- integrazione regionale che contribuisca alla ridistribuzione equa e giusta delle entrate e della ricchezza nella regione;
- progresso scientifico e tecnico condiviso tra le due regioni e diretto allo sviluppo economico e sociale dei paesi centroamericani;
- diritti di proprietà intellettuale che favoriscano l'assistenza sanitaria e la protezione delle risorse genetiche dell'area;
- investimenti dall'estero che rispettino il diritto dei lavoratori, l'ambiente e promuovano lo sviluppo regionale;
- riforma agraria integrale, che protegga i piccoli e medi produttori agricoli ed agroindustriali per garantire la sovranità alimentare;
- governi che assumano la loro responsabilità per lo sviluppo sociale, economico e politico dei paesi centroamericani, con un controllo sulla proprietà dei servizi pubblici e garanti dell'accesso universale all'istruzione ed alla salute;
- cooperazione allo sviluppo che contribuisca ad eliminare le cause strutturali della povertà e disuguaglianza in Centroamerica;
- ratificare e rispettare i trattati internazionali per la protezione dei diritti umani, lavorativi, dell'ambiente, dei diritti degli afro-discendenti e delle popolazioni indigene e dei loro territori;
- partecipazione degli attori sociali alla discussione;
- rispetto dei diritti lavorativi ed umani degli emigranti e relazioni giuste ed eque tra donne ed uomini.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org )
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