Latina

Cumbre Iberoamericana

Ortega difende il discorso di Chávez ed attacca Unión Fenosa

In Nicaragua però il governo dà il via libera agli aumenti tariffari e sussidia la multinazionale spagnola
12 novembre 2007
Giorgio Trucchi

Ortega risponde al Re Juan Carlos (Foto END)

Il Vertice Iberoamericano che si è svolto in Cile ed a cui ha partecipato anche una rappresentanza del governo spagnolo ed il re Juan Carlos, ha vissuto momenti di forte tensione quando il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha inveito contro l'ex presidente del governo José Maria Aznar, accusandolo di aver sostenuto il colpo di stato che lo aveva momentaneamente deposto nel 2002 e accusandolo per tre volte di essere un fascista.

Chávez, seduto di fianco al presidente del Nicaragua, Daniel Ortega e rivolgendosi ripetutamente al presidente del governo spagnolo, José Luis Zapatero ed al re Juan Carlos, ha detto che "non possiamo non riconoscere o minimizzare i fattori strategici all'interno del gioco politico. Ricordo che nel 1999 venni invitato alla Casa Bianca, al FMI, a Wall Street, all'interno di una campagna per farmi innamorare, come si fa con una ragazza. Durante la giornata di ieri ho fatto riferimento ad un ex presidente spagnolo e spero che l'attuale governo spagnolo, diretto dal mio amico, il presidente Zapatero, non ci resti male, perché sto semplicemente rispondendo ad un attacco di questo signore che gira per il mondo dicendo che sono un pericolo per l'America Latina. Questo signore, che è José Maria Aznar, l'ho detto ieri e lo ripeto: è un fascista... Non solo ha appoggiato il colpo di stato del 2002, ma in qualità di presidente in esercizio dell'Unione Europea ha promosso l'approvazione di un comunicato contro di me. Questo signore, che viene in America Latina a dire che sono un mostro, è venuto in Venezuela ad invitarmi ad entrare al club del primo mondo, ma mettendo come condizione la rottura delle relazioni con Cuba...Gli ho detto che non lo avrei mai fatto, perché per me Fidel è un padre, il padre dei rivoluzionari, un esempio di dignità, di lotta, di resistenza contro l'impero. Gli ho anche chiesto cosa ne pensasse di paesi come Haiti, il Centroamerica e l'Africa e mi ha risposto che si erano già fottuti da soli. In quel momento ha mostrato il volto orribile del fascismo e del razzismo e un serpente è più umano di un fascista o di un razzista. Venezuela non è entrata in questo club, perché noi siamo umani, mentre i fascisti non lo sono".

Dopo un breve intervento di Zapatero in cui, pur rimarcando le differenze ideologiche con il suo predecessore, ha chiesto il rispetto per un ex governante eletto dal popolo spagnolo ed ha ricordato che un'essenza e un principio del dialogo è che per rispettare ed essere rispettato non si possono usare le offese, Chávez ha nuovamente risposto che "Aznar sarà spagnolo, ma è un fascista".

Il re Juan Carlos zittisce Chávez È stato a questo punto che il re Juan Carlos è intervenuto in tono aspro e polemico nei confronti di Chávez, dicendogli: "Perché non te ne stai zitto?", aumentando la tensione che si era creata.
(http://www.viralvideochart.com/youtube/rey_juan_carlos_increpa_a_chavez_por_insultos_contra_aznar?id=WrC6_uBe4eA

L'intervento di Ortega

A gettare nuova legna sul fuoco ci ha pensato Daniel Ortega, il quale dopo aver chiesto la parola ha inveito contro le multinazionali spagnole e la politica estera di questo paese, senza togliere lo sguardo dai due rappresentanti dello Stato spagnolo seduti a pochi passi da lui.

"Questa impresa spagnola (Unión Fenosa, la quale controlla da dieci anni la distribuzione dell'energia elettrica in Nicaragua e che recentemente è stata accusata dal Tribunale Permanente dei Popoli per tutta una serie di reati ed inadempienze contrattuali commesse in Nicaragua e Guatemala) diceva che sarebbe venuta in Nicaragua per portare l'energia elettrica in tutto il paese e per controllare i prezzi. È arrivata grazie ai governi del passato che, tra l'altro, hanno anche consegnato ai privati il 47 per cento della generazione di energia nel paese. Tutte queste imprese sono mafiose ed usano tattiche da gangster all'interno dell'economia globale, della quale sono vittime i nostri paesi per colpa di questi governi venduti. Sul tema di Unión Fenosa io stesso sto ricevendo critiche perché l'opinione contro questa impresa è terribile. Il 90 per cento della popolazione mi critica perché non butto fuori Unión Fenosa".

Ortega ha poi ricordato come prima delle scorse elezioni che l'hanno eletto presidente, "ambasciatori spagnoli si sono riuniti nell'Ambasciata di Spagna con le forze della destra nicaraguense per unirle ed evitare così la vittoria del FSLN. Non credo che questa sia una politica del governo spagnolo, ma quello che è successo in quel momento è risaputo".

Ha anche menzionato come "il territorio spagnolo è stato utilizzato per bombardare la residenza di Gheddafi nel 1986 da parte dell'aviazione statunitense. Questa è storia recente, dell'epoca della democrazia e quando non c'era già più Franco e la Spagna si è prestata alla politica terrorista nordamericana".

Senza attendere la fine dell'intervento di Ortega e la replica di Zapatero, che tra l'altro ha ricordato come gli investimenti delle imprese spagnole abbiano generato posti di lavoro per le popolazioni locali, il re Juan Carlos, in un atto senza precedenti, si è alzato ed ha abbandonato la sala, rientrando solo per la chiusura dei lavori grazie all'insistenza della presidentessa del Cile, Michelle Bachelet.
(vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=HL9p8I3lOFA )

Durante l'intervento della mattinata, Ortega aveva nuovamente menzionato il debito che gli Stati Uniti hanno con il Nicaragua a causa della guerra d'aggressione degli anni 80.
"Gli Stati Uniti devono pagare al Nicaragua 50 mila milioni di dollari in base alle sanzioni della Corte Internazionale della Aja del 1986".

Il governo e Unión Fenosa

Le dichiarazioni di Ortega circa la politica della multinazionale spagnola Unión Fenosa in Nicaragua contrastano in parte con l'atteggiamento che il governo ha tenuto nei suoi confronti.
Proprio nei giorni scorsi il Ministro dell'Energia e Miniere (MEM), Emilio Rappaccioli e il direttore dell'Istituto Nicaraguense di Energia (INE), David Castillo, hanno annunciato di avere concesso aumenti della tariffa elettrica del 9,06 per cento, aumenti che verranno applicati a scaglioni durante i prossimi tre mesi fino a raggiungere tale percentuale e che, fortunatamente, non toccheranno le famiglie che consumano meno di 150 kw al mese.

Il Nicaragua vive da quasi un anno un duro programma di razionamento energetico, che ha colpito gran parte del paese con sospensioni del fluido elettrico per diverse ore al giorno.
"Se vogliamo eliminare i razionamenti e cambiare la matrice di generazione elettrica, che oggi si basa per il 70 per cento sul petrolio, dobbiamo dare liquidità al settore", ha detto Rappaccioli.

Proprio per questo, il governo e l'INE hanno riconosciuto che Unión Fenosa deve "recuperare" circa 30 milioni di dollari, in concetto di aumento del costo internazionale del petrolio che dal 2004 ad oggi non è stato inserito nelle tariffe che applica alla popolazione. Secondo i dati forniti dal ministro, questi 30 milioni di dollari equivarrebbero ad un aumento del 16-18 per cento delle tariffe al consumatore.

Secondo l'accordo raggiunto con l'impresa, lo Stato consegnerà questa somma attraverso l'aumento del 9,06 per cento (equivalente a circa 15 milioni di dollari) e un credito a quattro anni per l'acquisto di petrolio venezuelano con il quale produrre energia.

La politica del governo Ortega nei confronti di Unión Fenosa è stata ampiamente criticata da molti settori della società civile, considerandola troppo morbida nei confronti dell'impresa spagnola.

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - gtrucchi@itanica.org - www.itanica.org )

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