Latina

Decalogo velinaro per trattare il successo di Hugo Chávez in Colombia

Tavole della legge per i giornalisti che devono occuparsi della liberazione in Colombia di Clara Rojas e Consuelo González de Perdomo. Attenersi scrupolosamente, altrimenti finite agli annunci mortuari.

12 gennaio 2008
Gennaro Carotenuto
Fonte: www.gennarocarotenuto.it - 12 gennaio 2008

Chavez Primo comandamento: mai riconoscere i meriti di Hugo Chávez. Evitare perfino di citarlo, si farebbe il suo gioco.

Secondo comandamento: è severamente proibito ricordare che perfino Uribe e il governo statunitense hanno ringraziato Chávez e riconosciuto i suoi meriti. Ricordare poi che Uribe ha ringraziato perfino il governo cubano e il comandante Fidel Castro comporta l’immediata interruzione del rapporto di lavoro.

Terzo comandamento: visto che a Uribe proprio è impossibile dare il merito (ma magari qualcuno ci è riuscito, chissà, si potrebbe provare) dare il merito alla Croce rossa internazionale.

Quarto comandamento: se si è europei, tipo il TG1, dare il merito a Nicolas Sarkozy, che è europeo, di destra e pure fidanzato di Carla Bruni. Del resto si sa che tutte le idee buone nascono in Europa.

Quinto comandamento: sminuire l’importanza della liberazione di Clara Rojas e Consuelo González de Perdomo. Privarle del loro nome e della loro storia, e retrocederle alla categoria di “due donne” e specificare chiaramente “due su centinaia di ostaggi ancora in mano alle FARC”

Sesto comandamento: ricordare che nel ginepraio colombiano Hugo Chávez resta persona non grata, non importa di chi. E che comunque la pace in Colombia è più lontana che mai.

Settimo comandamento: fare notare che Chávez sfrutta il successo gigioneggiando davanti

alle telecamere del mondo. Sì, anche tutti i politici che sono passati prima di lui nel TG, Bush, Olmert, Abu Mazen, Casini, Veltroni e pure Ratzinger lo hanno fatto, ma adesso sì, facciamo i watch dog, mica vorrete farvi usare dal negraccio per i suoi loschi fini?

Ottavo comandamento: se proprio dovete parlare di Chávez ricordare che è amico delle FARC, affine ideologicamente, che li addestra personalmente nel palazzo di Miraflores e non scordate di citare che è un exparà golpista. Anzi meglio: dite che Chávez foraggia le FARC. Oppure dite che sono le FARC che foraggiano Chávez e gli passano la coca. Oppure che è Chávez che foraggia la dittatura cubana. O che è Fidel Castro che foraggia Chávez, le FARC e Gianni Minà. Insomma qualunque cosa dite andrà bene, tanto sono tutte cazzate.

Nono comandamento: ricordare che l’unica liberazione importante è quella di Ingrid Betancourt. Non fa niente che è razzista pensare che conta di più di tutti gli altri messi insieme, ma almeno è gnocca ed europea, mentre la Rojas somiglia a Frankestein e Consuelo è vecchia e non se la fila nessuno.

Decimo comandamento: in nessun caso contestualizzare, mai e poi mai parlare della liberazione degli ostaggi come di un successo dell’integrazione latinoamericana. Mai citare Lula, mai citare Kirchner. Al massimo diciamo che Chávez ha agito da solo e c’ha avuto culo. E poi che sarebbe st’integrazione latinoamericana? L’America agli amerikani! Va bene così Mr. Bush?

Note: www.gennarocarotenuto.it
http://www.gennarocarotenuto.it/1663-decalogo-velinaro-per-trattare-il-successo-di-hugo-chvez-in-colombia#more-1663

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