2008: anno dell’educazione in Cile?
Sono passati due anni, sono caduti alcuni ministri, un nuovo progetto di legge è stato presentato dal governo ma riposa tranquillamente in parlamento, in attesa della sua approvazione. Il vecchio generale è morto, dalle casse dello stato qualche peso è uscito… tuttavia gli studenti ed i loro professori continuano a manifestare. Ma allora cos’è cambiato?
La modifica della “Legge Organica Costituzionale d’Insegnamento” è stata al centro del programma che mobilitò agli studenti a partire del maggio del 2006: l’oggetto di quelle manifestazioni era porre fine al sistema mercantilista che si stabilito in Cile in ambito educativo. Migliaia di scuole occupate, i genitori che portano da mangiare ai figli che stanno occupando, l’appoggio dei professori e degli studenti universitari.
Nel bel mezzo della crisi la presidente Bachelet dovette riconoscere che gli studenti avevano spostato lo sguardo di tutta la società verso l’educazione ed il suo futuro e cominciò a promettere cambi nel breve e lungo periodo. Così i “pinguini” (così vengono chiamati gli studenti delle secondarie, per via delle uniformi) ottennero considerevoli concessioni sul campo economico ma non la gratuità dei mezzi di trasporto per gli studenti della scuola dell’obbligo.
Nel corso del 2007 la forza del movimento diminuì e gli studenti tornarono a svolgere il ruolo di attori secondari. Anche grazie a mezzi di comunicazione, i partiti riconquistarono la scena ed il governo, con la presentazione del nuovo progetto di legge, il ruolo di protagonista. E così c’è tempo addirittura per un patto con l’opposizione, completamente sparita dai giochi durante la rivolta studentesca, ma pronta a tornare in scena per difendere la “libertà d’insegnamento” sul “diritto ad un’educazione di qualità”.
Con il nuovo patto non si toccano né il Tempo Pieno né la Decentralizzazione, entrambi disastrosi e che non hanno fatto altro che mettere in evidenza le debolezze del sistema educativo cileno e la sua enorme disuguaglianza. Ma veramente, come affermò la Bachelet il 2008 sarà l’anno dell’educazione in Cile? Le manifestazione e gli arresti sembrano seguire lo stesso copione di due anni fa.
Ma allora cosa ha cambiato, o cosa cambierà? Poco o niente per la maggior parte degli addetti ai lavori, che in questo caso sono soprattutto gli studenti ed i professori.
Il 21 maggio è il tanto atteso giorno del discorso presidenziale: la Bachelet ricordo tutti gli sforzi iniziati l’anno scorso per migliorare il sistema educativo nazionale, ma dal tetto del liceo A-45 di Lota, sarcasticamente chiamato “il liceo acquatico”, ancora in questi freddi giorni dell’inverno australe continuano a cadere i goccioloni… sarà un’altra volta la goccia che farà traboccare il bicchiere? La Presidente sottolinea soprattutto l’importanza dell’educazione superiore ma poco accenna alle sfide dell’educazione secondaria e solo si riferisce all’accordo parlamentare che, a quanto pare, si raggiungerà senza problemi. Ma dove sono finiti gli studenti? Dov’è finita la sua attenzione verso il futuro del paese? 2500 borse di studio nel 2009 per studi superiori non sono certo la risposta ai problemi di fondo del sistema educativo del paese. Cos’è cambiato?
Nel 2005 la campagna della Bachelet si basò sul concetto di “governo dei cittadini”: gli studenti la presero sul serio e scesero in piazza. Nel giugno del 2006 percorrevo l’Alameda, l’arteria principale di Santiago, molti striscioni e slogan, il più utilizzato: “Bachelet, stai dalla mia parte?”. Non posso dimenticare lo slogan della campagna elettorale: “Sto dalla tua parte!”.
Ok, ma di chi?
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