Latina

Guatemala: Elezioni e brogli rafforzano "patto dei corrotti"

Il risultato del ballottaggio tra UNE e Vamos, nulla di nuovo all’orizzonte
6 luglio 2019
Giorgio Trucchi

Protesta contro la corruzione (Foto Gazeta.gt)

L'11 agosto, Sandra Torres (Unità nazionale della speranza - Une) e Alejandro Giammattei (Vamos) si sfideranno al ballottaggio per definire chi sarà il presidente del Guatemala per i prossimi quattro anni.

Di fronte alla valanga di irregolarità denunciate durante il primo turno, i magistrati elettorali hanno acconsentito a ricontrollare tutti i verbali delle operazioni elettorali, ma a certe condizioni: non effettuare un riconteggio voto per voto, un limite massimo di 12 ore per portare a termine l’operazione e, soprattutto, che la revisione non inficerà i risultati ufficiali.

Uno dei risultati più interessanti delle elezioni del 16 giugno è stata senza dubbio la prestazione della candidata del Mlp (Movimento per la liberazione dei popoli) Thelma Cabrera che, con il 10,4% delle preferenze e con quasi mezzo milione di voti, si è posizionata al quarto posto, molto vicino ai candidati che l’hanno preceduta.

Al primo turno, circa 8,1 milioni di persone sono state chiamate alle urne per eleggere presidente e vicepresidente, 160 deputati dl Congresso, 20 deputati del Parlamento Centroamericano (Parlacen) e 340 sindaci. L’astensionismo è stato quasi del 38% (3,1 milioni).

Nonostante il gran numero di voti, il Mlp, braccio politico del Comitato per lo sviluppo contadino (Codeca), ha ottenuto un solo deputato e non ha vinto in nessun comune. Sia Cabrera che il partito denunciano una grossolana frode elettorale e non riconoscono i risultati ufficiali.

Leiria Vay García, dirigente del Codeca, ha spiegato il perché di questa decisione.

"Il Mlp è un partito politico che sorge dal movimento indigeno e contadino con lo scopo di promuovere cambiamenti strutturali in Guatemala, attraverso un processo di assemblea costituente popolare e plurinazionale.

Il partito si è formato alla fine del 2018. Nonostante i tanti ostacoli siamo riusciti a sviluppare un intenso lavoro nelle comunità e finalmente siamo riusciti a registrarlo e a iscriverlo. La repressione è stata comunque feroce. L'anno scorso hanno assassinato 6 leader del Codeca e del Mlp e quest'anno ne hanno uccisi altri 3. Una compagna è ancora dispersa.

(Purtoppo è di ieri la notizia che altri due dirigenti del Codeca, Isidro Pérez y Pérez di 85 anni e Melesio Ramírez di 70, sono stati assassinati nella località di Chocón Machacas, Livingston n.d.r)

Quando abbiamo iniziato la campagna elettorale si è messa in moto la macchina del fango, con l’obiettivo di evitare che la nostra candidata Thelma Cabrera partecipasse alle elezioni. Ha dovuto aspettare fino al 7 maggio per essere ammessa ufficialmente come candidata. Questo vuole dire che abbiamo avuto poco più di un mese per portare avanti la nostra campagna.

Non ci hanno nemmeno permesso di aprire un conto in banca per depositare i fondi raccolti per la campagna, né abbiamo ricevuto i fondi pubblici destinati ai partiti che partecipano alle elezioni. In poche parole hanno voluto renderci invisibili.

-Nonostante ciò il risultato del Mlp è stato eccellente.

La forza del Mlp sta nell'essere uno strumento creato da movimenti e organizzazioni. Questo ha permesso alle comunità di conoscerci e di conoscere il nostro programma. Abbiamo inoltre usato i social per rompere la censura dei media tradizionali e diffondere le nostre proposte e l’immagine del partito.

I risultati ufficiali ci collocano in un quarto posto con quasi mezzo milione di voti, molto vicino ai candidati che ci precedono. Tuttavia ci sono prove evidenti di brogli. Ci hanno rubato tanti voti. Abbiamo ad esempio copie dei verbali i cui risultati non coincidono con le pubblicazioni ufficiali del Tribunale supremo elettorale, Tse.

Nonostante abbiamo vinto in molte regioni (departamentos) ci stanno dando solo un deputato e nemmeno un sindaco. Stanno succedendo cose strane e quindi non possiamo riconoscere la legalità di questi risultati.

È evidente che per l'oligarchia guatemalteca sia inconcepibile che uno strumento politico che nasce dalle comunità delle popolazioni originarie e contadine possa, non solo esistere ma addirittura crescere e ottenere una valanga di voti. Stiamo quindi esigendo che si riconosca e si rispetti la volontà popolare, non tanto per il desiderio di essere sindaco o deputato, ma perché è l'inizio del cammino che ci porterà alla costruzione di uno stato plurinazionale, che è poi la nostra scommessa.

- È rimasta sorpresa dalla quantità di voti ricevuti?

Il Codeca ha sempre lavorato in modo collettivo e dal 2012 ha iniziato a far conoscere il suo programma che propone riforme strutturali del modello politico, economico e sociale attraverso un processo costituente. Nonostante la repressione e la stigmatizzazione ci siamo rafforzati, siamo cresciuti e abbiamo iniziato a organizzare anche l'area urbana. Abbiamo già strutture a livello nazionale.

Ecco perché abbiamo deciso di dotarci di uno strumento politico e di concentrarci sul lavoro di comunicazione comunitaria, che è stata la nostra vera arma per rompere la censura alla quale siamo stati sottoposti dai media mainstream.

-Che cosa rappresentano Torres e Giammattei per il paese?

Nulla di nuovo, sono más de lo mismo. Sia Torres che Giammattei sono già al potere, hanno deputati in Parlamento ed entrambi i partiti (Une e Vamos) sono stati relazionati a vari casi di corruzione e alla repressione contro difensori dei diritti umani in Guatemala.

Fanno parte dello stesso “patto dei corrotti” che si autoalimenta e si autoprotegge. Per il ballottaggio chiederemo alla nostra base di votare nullo.

-Un altro elemento che ha caratterizzato il primo turno è stata l'astensione molto alta. Se aggiungiamo il voto nullo si arriva a quasi il 50% degli aventi diritto.

C'è molta disinformazione, molta paura e i mass-media parlano solo di ciò che interessa e serve all’oligarchia. Nel nostro caso, ad esempio, ci hanno posto così tanti ostacoli che alla fine siamo riusciti a iscrivere candidati solamente in 115 dei 340 comuni che esistono in Guatemala.

- Cosa farà ora il Mlp?

Continuerà a fungere da braccio politico del Codeca, lavorando insieme all’organizzazione per portare avanti programmi e progetti, articolando la lotta. Avremo una compagna seduta in Parlamento (Congreso) e l’obiettivo non è certo quello di avallare il sistema corrotto, bensí di fare proposte alternative e di mantenere informata la popolazione su quanto accade in questo ambito.

Vogliamo che il Mlp si trasformi nella voce del popolo all’interno del Parlamento, rafforzando la lotta e tirando le fila della scommessa politica per la costruzione di uno stato plurinazionale.

-I risultati del 16 giugno dicono che la sinistra unita raggiungerebbe il 30%.

Abbiamo cercato di sederci con i leader di diverse organizzazioni per costruire un'agenda comune. Non si tratta solo di arrivare in Parlamento per poi reggere il gioco al sistema oligarchico che domina in Guatemala. Si tratta di promuovere cambiamenti strutturali.

Un’articolazione di forze deve necessariamente promuovere la lotta per raggiungere tali cambiamenti. È una scommessa che dobbiamo far crescere sul territorio.

-Quali sono i passi da fare per quanto riguarda i brogli?

Siamo in possesso di prove schiaccianti e faremo le denunce necessarie. Sappiamo che sarà difficile ottenere qualche risultato perché la giustizia fa parte del “patto dei corrotti”. Nonostante ciò siamo convinti dell’importanza di far sapere la verità alla gente. Vogliamo che la popolazione sappia che il Codeca e il Mlp stanno combattendo affinché si rispetti la volontà  popolare.

Fonte: ALAI 

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