Latina

#8M

Honduregne per la vita e contro il femminicidio

Violenza contro le donne in Honduras. Emergenza nazionale
9 marzo 2020
Giorgio Trucchi

“Non permettiamo che ci tolgano la gioia” M. Miranda (Foto G. Trucchi | LINyM)

Centinaia di donne hanno "invaso" Tegucigalpa ieri 8 marzo e sono confluite verso il parco centrale, dove l'Assemblea delle donne in lotta dell'Honduras (Asamblea de mujeres luchadoras de Honduras), uno spazio creato da donne appartenenti a popoli e territori diversi che intendono riflettere, scambiare esperienze e articolare lotte contra la violenza strutturale che vuole sopraffarle, le ha convocate per riaffermare un concetto basilare: basta con i femminicidi e con la criminalizzazione di chi lotta e difende i beni comuni e la terra.

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“Oggi ci uniamo alla mobilitazione mondiale delle donne. Siamo stanche di essere uccise. Il femminicidio è diventato un fatto quasi patologico. Siamo stanche anche di essere criminalizzate per il solo fatto di difendere la vita. Dove c'è sfruttamento dei beni comuni, accaparramento della terra, migrazione forzata e concentrazione della ricchezza in poche mani, c'è anche più violenza contro le donne.

Queste donne hanno viaggiato ore e ore per essere qui oggi a Tegucigalpa a dire che continueranno a portare avanti i loro progetti emancipatori, pensando e articolando lotte”, ha affermato Melissa Cardoza, scrittrice e membro della Rete dei(lle) difensori dei diritti umani in Honduras.

Epidemia di violenza

Secondo i dati forniti da vari osservatori della violenza contro le donne, 69 donne sono state uccise in poco più di due mesi in Honduras. Come sempre accade, l’impunità è assoluta.

Miriam Miranda | Ofraneh

“Oggi ci siamo prese la piazza e siamo venute a dire che siamo vive, che non vogliamo più essere assassinate, che non vogliamo più emigrare, che non vogliamo più che la politica mafiosa ci faccia abbandonare la nostra terra.

Il colpo di stato del 2009 non ha solo distrutto l'istituzionalità del paese, ma ha anche creato maggiore violenza, criminalità e insicurezza. I corpi delle donne sono diventati spazi su cui scaricare la rabbia, l’odio e la frustrazione.

Alziamo la voce! Mai più nemmeno un minuto di silenzio di fronte a questa dittatura”, ha gridato Miriam Miranda, coordinatrice dell'Organizzazione fraterna nera honduregna, Ofraneh.

Secondo la leader del popolo garifuna honduregno deve essere costruito un nuovo patto di coesistenza in Honduras.

“Le donne sono importanti e valgono. Non partoriamo solo figli, ma anche percorsi di lotta, giorno dopo giorno, per difendere i nostri territori e i beni comuni. Non accettiamo il futuro, né il destino che vogliono imporci. Dai nostri territori genereremo idee e proposte per costruire un altro Honduras e lo faremo con allegria. Non permettiamo a nessuno di toglierci l’allegria, la gioia, il desiderio, la volontà e la passione di continuare a combattere.

L'unica bandiera che ci avvolge e ci protegge è quella di essere donna: una donna diversa, una donna combattente, in resistenza permanente”.

Berta nella pioggia

Melissa Cardoza (camicetta rosa)

L'attività si è svolta pochi giorni dopo la commemorazione del quarto anniversario della ‘semina’ della leader indigena lenca Berta Cáceres.

“Ogni volta che ci riuniamo, come oggi, con questa intensità, forza ed energia, piove o pioviggina. Noi diciamo che è Berta, che Berta fa sentire così la sua presenza, perché Berta è la forza dell'acqua.

È sempre stata e rimarrà parte di questa lotta. Ha aperto un percorso di pensiero politico molto importante, non solo per le femministe ma anche per il movimento sociale, che non sempre prende in considerazione le donne nelle sue lotte.

Berta è sempre con noi, nelle parole, nelle cerimonie ancestrali, sul palco, ma soprattutto nel pensiero che ha seminato e ci ha trasmesso”, ha concluso Cardoza.

Testo originario: LINyM (spagnolo)

Foto: G. Trucchi | LINyM (riproducibili solo citando autore e fonte)

Berta

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