Laboratorio di scrittura

Ripensando a mio padre

Dare l'esempio

Facendo un primo bilancio della mia vita, devo realisticamente prendere atto di ciò che si è potuto fare e di ciò che non si è fatto. Di ciò che posso fare e di ciò che non posso. E allora unica mia occasione di cambiamento reale, possibile, direi pure certa, è quella di dare l'esempio.
10 aprile 2020

Spesso mi raccolgo a pensare a quando mio padre aveva la mia età. 

Adesso ho sessantadue anni.

Cosa pensava mio padre a sessantadue anni? Aveva fiducia nella possibilità di cambiare il mondo? Mia mamma mi raccontava che papà da giovane diceva: "Prima di morire vedrò il comunismo".

Ai tempi rapidi del cambiamento rivoluzionario "veloce", da compiere in pochi mesi o in un paio di anni al massimo, il PCI ha saputo abituare la gente ai tempi lunghi. E così mio padre, e così anche io.

Ma ad un certo punto nella mente di mio padre si è fatto spazio un altro tipo di futuro, magari quello in cui bisognava resistere al male, a un rigurgito fascista, ad esempio. Mi ricordo ancora quando non andai a scuola perche c'era stato un attentato fascista, una bomba, e in piazza della Vittoria a Taranto ci andai con mio padre, assieme eravamo in piazza, io avevo 16 anni. Quello era il modo per riempire di senso il fatto di esserci. E all'idea di un cambiamento si sovrapponeva l'idea di resistenza, la necessità di evitare il male.

Ma, superato il lungo periodo degli anni di piombo, cosa cominciò lui a pensare del futuro? Lo vedevo attento a ciò che facevo io, e lui moderava il mio entusiasmo, quasi volesse preservarmi da una delusione futura. Mi dava da leggere dei libri, puntava sulla cultura e ricordo ancora i tanti articoli di giornale che lasciava per me, con la scritta "per Sandro". In quella prospettiva io non ci vedevo più la speranza in quella che era stata la sua giovanile idea di un cambiamento radicale della società. E io, più giovane, avevo di fronte la convinzione che avrei avuto più tempo, più anni per fare ciò che non era riuscito a fare lui. Mi sono donato a un attivismo intenso, a un volontarismo con cui ho pensato di fare in fretta, tanto e in fretta, e bene.

Ma oggi, alla stessa sua età, devo realisticamente prendere atto di ciò che si è potuto fare e di ciò che non si è fatto. Di ciò che posso fare e di ciò che non posso.

E allora unica mia occasione di cambiamento reale, possibile, direi pure certa, è quella di dare l'esempio.

Dare l'esempio è la cosa che oggi possiamo fare.

Ed è quello che spero di poter fare, mantenendo fede agli ideali per cui sono stato giovane accanto a mio padre.

Dare l'esempio non cambierà la società, ma mantiene intatto il filo perché qualcuno lo riprenda.

Dare l'esempio serve, serve perché soprattutto non sia tradita dal cattivo esempio quella speranza ancora rimasta incompiuta.

Dare l'esempio è un modo di non sporcare il futuro.

"Il mondo cambia con il tuo esempio, non con la tua opinione". Paolo Coelho

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