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In fondo all'articolo è possibile scaricare un allegato contenente le motivazioni della sentenza di condanna contro Lodeserto

MareNostrum Newsletter n 19

Lecce, Italia. A oltre un anno dalla condanna dello staff del Cpt "Regina pacis", ecco le motivazioni della sentenza. Ma per la fondazione della curia di Lecce e’ come se nulla fosse successo. Anzi ...
9 agosto 2006
Stefano Mencherini (giornalista indipendente e regista RAI)

E’ passato quasi un anno dalla nostra ultima newsletter ed e’ come se non fosse cambiato nulla: i Cpt sono ancora aperti e mietono vittime (e’ di queste ore la notizia della morte di un immigrato internato a Bologna) e la Bossi-Fini non e’ stata abrogata come si vociava nei proclami elettorali. Tanto che il ministro dell’Interno Amato sull’argomento si e’ persino sperticato in complimenti al suo predecessore Pisanu corresponsabile dello scempio di diritti umani e civili compiuti negli ultimi anni sulla pelle degli immigrati. Al largo delle coste siciliane i pescherecci raccolgono cadaveri come pesci nelle reti e chi la scampa finisce sempre nelle Guantanamo italiane dove anche l’informazione continua ad essere tenuta fuori. Su tutto questo il caso Lecce non smette di far scuola nel menefreghismo generale. E non sembri troppo ardito passare dal nazionale al locale, perche’ la storia della fondazione “Regina pacis” e’ sempre stata lo specchio di come nel particolare si finisca per gestire la quotidianita’ dell’immigrazione con l’acquiescenza o la collusione della politica. O di come si riciclino interessi e oscuri personaggi, tanto questo secolo e’ senza memoria e la gente, si dice, ha altro a cui pensare. E se grazie al concordato tra Stato e Chiesa sono cadute altre accuse (il peculato sui fondi al Cpt), e’ di qualche settimana fa l’accusa di corruzione per il presidente della Conferenza episcopale pugliese nonche’ arcivescovo di Lecce Cosmo Francesco Ruppi. Sempre lui, il padrino di don Lodeserto e delle attivita’ non solo del Cpt ormai dimesso sotto il peso dei processi e di accuse infamanti. Secondo i giudici di Bari faceva il tifo, il prelato, per l’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto pupillo del cavaliere di Arcore. In piena campagna elettorale convinceva suore e varia umanita’ a votare per lui e in cambio voleva 200 milioni di euro, si dice per costruire oratori. Ma nonostante l’inchiesta blocchi quel finanziamento ci pensera’ la nuova giunta di Nichi Vendola, appena eletta, a concedere il denaro. Lui intanto continua con la sua pubblicistica sul settimanale Famiglia Cristiana, su alcune televisioni private e alcune testate pugliesi. Rilancia sempre, forte del detto che la miglior difesa sia l’attacco. Continua a organizzare adunate di prelati e altro in quel di Lecce. Pastura vecchie e nuove conoscenze e soprattutto tenta di ridar lustro alla sua fondazione, con frequenti viaggi in Moldavia dove ha spostato buona parte delle attivita’ del “Regina pacis”. Li’ da il via a un altro dei suoi progetti: il “cenacolo del Regina pacis” ( “La struttura, unica nel suo genere all’interno della chiesa cattolica moldava, vuol essere un cenacolo di formazione” scrive l’Ansa pugliese). Prima pero’ rimette alla presidenza Lodeserto che si era dovuto dimettere per uscire dal carcere durante un’altra inchiesta, quella per sequestro di persona e altri gravi reati verso alcune donne immigrate. E sempre l’Ansa pugliese informa su nuove iniziative. La prima:” Le scorse settimane, il responsabile della Fondazione, don Cesare Lodeserto, ha presentato richiesta ufficiale al governo della Ucraina di aprire un monastero di clausura nel territorio di Cernobil ”. La seconda, oltre sull’agenzia di stampa che assicura anche la presenza del presidente della fondazione don Lodeserto, la leggiamo sul Corriere del Mezzogiorno:” Filastrocche salentine al centro Regina Pacis in collaborazione con l’Azione cattolica diocesana. Prosegue la rassegna teatrale per ragazzi presso il centro di accoglienza… Ingresso adulti 5 euro.”. Qualcuno forse ricordera’: dopo la condanna, di quella struttura di proprieta’ del comune di Melendugno, con una petizione popolare di centinaia di firme si chiese la restituzione ai cittadini e la creazione di un parco pubblico per bambini. Ci fu anche un impegno formale del sindaco di quel comune. Invece ecco fatto, la Guantanamo di San Foca non e’ mai esistita. Di torture e sevizie sugli immigrati internati non ce ne sono mai state. I processi, anche quelli a venire, qualche “anarchico insurrezionalista” se li e’ sognati. Politici e amministratori o continuano a finanziare improbabili progetti o nel migliore dei casi si girano dall’altra parte. Il popolo tace. Lodeserto e’ un santo, persona rispettabile e venerabile. Cosi’ il prelato che sta ricostruendo una favola su cui nessuno avrebbe piu’ scommesso un centesimo. Una favola che ha infangato e offeso vite umane, proprio quelle di coloro che avrebbe dovuto sostenere. Che ha calpestato leggi terrene e divine. Che ieri ha tradito la fiducia di cittadini e credenti ed oggi se ne prende spudoratamente gioco.Ecco perche’ dopo un anno dalla condanna in primo grado per le nefandezze compiute dallo staff del Cpt “Regina pacis” occorre leggere e divulgare le motivazioni del giudice. Avrebbero dovuto essere pubbliche entro tre mesi dalla sentenza, arrivano con oltre dieci mesi di ritardo. Sono 170 pagine di cui nessuno ha dato notizia, che raccontano per filo e per segno fatti e responsabilita’ come neppure “Mare nostrum” o l’inchiesta del settimanale Avvenimenti “Zitti o botte” del gennaio 2003 (ancora sotto processo per diffamazione) ai tempi hanno potuto fare.

Troppa ipocrisia, molta disinformazione e troppe censure aleggiano ancora adesso sui Cpt ma anche su alcuni personaggi che hanno fondato, sostenuto e diretto il "Regina pacis" di Lecce. Un esempio, quella "casa di accoglienza", per politicanti, prelati affaristi, membri delle istituzioni, banchieri... Per chi vergo' la Bossi-Fini-Mantovano e per chi scrisse la Turco-Napolitano. Ieri come oggi?.
stefano mencherini

Ps Per i piu' ostinati alla ricerca della verita’ invece una lettura imperdibile che come “Mare nostrum” racconta storie senza censure, compresa quella di Lecce: "Lager italiani" di Marco Rovelli, edito dalla Bur (Rcs libri), con premessa di Erri De Luca e postfazione di Moni Ovadia.

lodeserto

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