2 Giugno, festa della Repubblica. Ancora una volta celebrata in armi
Un 2 Giugno di Pace con Tom nel cuore
L'Italia fondata sul lavoro, che ripudia la guerra non può essere rappresentata da retoriche parate militari. Dedichiamo il 2 giugno a Tom Benetollo, uomo di Pace e d'impegno civile.
27 maggio 2005
Dieci anni fa con gli accordi di Dayton si provò a mettere fine alla guerra nei Balcani, dopo quattro anni di un conflitto tremendo. Quattro anni nei quali gli Stati europei erano rimasti indifferenti alla tragedia che si stava svolgendo vicino ai loro confini. Ma lì dove le cancellerie, i governi, i poteri forti delle istituzioni non avevano potuto(o meglio voluto) intervenire qualcun'altro lo fece. Tra loro, tantissime realtà della società civile italiana. Senza issare vessilli, senza armi o arroganti soluzioni dall'alto. Ma con pazienza e umiltà accanto a tutte le vittime civili, cercando la Pace tra le vie del dialogo e della nonviolenza. In quegli anni, che appaiono forse troppo più lontani di quel che realmente sono, ero un bambino. Pochi sono quindi i ricordi diretti che ho, appena pochi flash. Solo crescendo ho scoperto quegli anni di passione civile e pacifista, nonviolenta e solidale. Tra i suoi protagonisti, silenziosi quanto importanti, un posto importante l'hanno avuto l'ARCI e l'uomo che più di tutti in questi anni ne ha costruito la storia: Tom Benetollo.
Un anno fa Tom ci lasciava. Mentre stava parlando ad un convegno a Roma si accasciò per un malore. Nonostante i disperati tentativi dei medici morì la mattina dopo. Moltissimi non l'hanno conosciuto, o l'hanno fatto solo superficialmente, anche tra coloro che si dichiarano "di sinistra". Raramente sotto i riflettori, apparendo quasi schivo e riservato, Tom è stato protagonista infaticabile di tanti eventi negli ultimi vent'anni. Dalla battaglia contro gli euromissili a Comiso fino al no alla guerra in Iraq non si è mai tirato indietro. E' stato tra i fondatori del Forum del Terzo Settore, di Banca Etica, progetti nei quali ha creduto tantissimo. Anche quando erano in pochi con lui pronti a scommetterci, riuscendo sempre a dimostrare agli scettici che si sbagliavano. E in mezzo a questo straordinario ventennio di passione la guerra nei Balcani. I giornali italiani titolavano a nove colonne parole di fuoco contro i pacifisti, che quando non possono attaccare l'America non ci sono mai(chissà invece dov'erano i governi ai quali si chinavano proni e servizievoli?!). Gli amici che erano rimasti in Italia informarono di questo Tom, mentre lui era sotto le bombe.
Questo è stato Tom fino all'ultimo, "l'uomo del fare" come è stato giustamente chiamato. Persona animata da ideali, passioni, sentimenti forti e decisi. Persona che non amava il clamore, ma preferiva invece costruire tenacemente lontano dai riflettori. La sua morte, le sue parole mai finite, sono forse, chissà, un segno del destino. Segno del suo aver vissuto la lotta politica fino all'ultimo instancabilmente. Un cammino interrotto improvvisamente, come a indicarci a tutti che tocca a noi continuarlo. E' una sfida importante per la sinistra come per il pacifismo, per gli amici della nonviolenza come per il popolo della solidarietà. Quando impareremo a farlo Tom sarà al nostro fianco, a camminare passo dopo passo sulle vie del mondo.
No, mi sono sbagliato poche righe fa, Tom non ci ha lasciato. Tom è ancora con noi. E' difficile vederlo, perché continua silenziosamente la sua opera, ma è qui ...
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