Appello al nuovo Parlamento per la pace e la difesa dell'art.11 della Costituzione
Onorevoli deputate e deputati, Onorevoli senatrici e senatori, questo appello, scritto nell'ora tragica in cui le vittime di guerra italiane dei due teatri di guerra Iraq e Afghanistan, tornano in Italia per ricevere i funerali di Stato, cade anche nel momento in cui il nuovo Parlamento della Repubblica inizia i suoi lavori.
Vorremmo che fosse un nuovo inizio o meglio una svolta. Una decisa svolta in politica estera con scelte coraggiose per una vera politica di disarmo, per attuare con scelte concrete l'art.11 della nostra Costituzione.
Poiché, secondo l'art. 11, non è possibile usare la guerra come mezzo per risolvere le crisi internazionali, la prima scelta che si impone, che chiediamo al nuovo Parlamento, è quella di interrompere le missioni militari in teatri di guerra e ritirare le truppe italiane dall'Iraq e dall'Afghanistan.
L'unica verità della guerra sono le sue vittime.
Purtroppo in tanti ci accorgiamo di questa verità solo quando le vittime sono i soldati italiani e fatichiamo a realizzare questa stessa verità quando le vittime non le vediamo, sono "altre", anche se abbiamo saputo in modo indiretto che migliaia di persone sono state trucidate a Falluja, a Ramadi, torturate ad Abu Graib, bombardate nei villaggi afgani o saltate in aria e mutilate dalle clusters bombs sia in Afghanistan che in Iraq.
Ma se è vero che l'unica verità della guerra sono le sue vittime, se è vero che in nome di questa verità migliaia di persone sono scese in piazza con la bandiera arcobaleno nel nostro paese, reclamando una politica di pace, allora Vi chiediamo, facendo appello alla libertà di coscienza, ed al rispetto dell'art. 11 della nostra Costituzione, di porre fine alla presenza militare italiana in Iraq e in Afghanistan, decidendo di non rifinanziare queste missioni di guerra.
Le missioni di pace devono tendere alla pacificazione e alla ricostruzione, pertanto dovrebbero essere senza armi, a nostro parere, senza eserciti, fondate sulla cooperazione con gli altri popoli, sulla diplomazia, sul dialogo e la solidarietà. L'intero sistema di intervento va ripensato all'insegna di una nuova politica estera.
Ma per l'immediato, per salvare vite umane, per interrompere la spirale di morte, per operare una pressione internazionale che provochi la fine delle occupazioni militari, chiediamo che il Parlamento italiano dia un segnale forte di discontinuità, immediatamente e senza ambiguità. Il nostro saluto sia con le parole di Gandhi: "Non c'è una strada che porta alla pace, la pace è la strada"
PRIMI FIRMATARI: Luigi Ciotti, Tonio Dell'Olio, Gino Strada, Alex Zanotelli I primi firmatari di questo appello sollecitano l'adesione di tutte le persone e le associazioni che si sentono impegnate per la pace e la difesa dell'art.11 della Costituzione per rendere visibile l'ampia unità del popolo della pace. Le adesioni si raccolgono presso: parlamentodipace@gmail.com
Articoli correlati
- Quattro giorni di cinema al femminile a Taranto
Mostra del Cinema di Taranto dal tema «Lo sguardo della tigre»
Storie di donne, testimonianze di vita di registe e attrici che da Afghanistan, Iran, Palestina e Marocco si danno appuntamento a Taranto.23 giugno 2022 - Fulvia Gravame - Attenzione a non diffondere notizie "tendenziose" che possano "deprimere lo spirito pubblico"
Non meno di 15 anni di carcere se in guerra distribuisci volantini "disfattisti" ai militari
Se un pacifista distribuisce ai militari dei volantini che "recano nocumento agli interessi nazionali" viene condannato a una pena non inferiore a quindici anni. Non è una legge della Russia di Putin ma l'articolo 265 del codice penale, ancora in vigore in Italia, sul "disfattismo"8 giugno 2022 - Alessandro Marescotti - «Papa Francesco è stato chiarissimo»
La tribù bianca e l’ideologia delle «guerre giuste»
Incontro con Alex Zanotelli, una vita dalla parte degli ultimi: «Con una mano diamo aiuti, con l’altra vendiamo armi». Ucraina e non-violenza? «Dovevamo pensarci nel 2014»31 maggio 2022 - Ascanio Celestini - Eirenefest: non solo una fiera di libri, ma soprattutto un ambito di convergenza
Per sconfiggere la guerra, dimostriamo che un altro mondo è possibile
Mancano pochi giorni al via del primo Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, un mega evento che si terrà a Roma dal 2 al 5 giugno prossimi: un tentativo di sfidare le radici della guerra - egoismo, violenza, sopraffazione - coltivando, tutti insieme, una convergenza di valori opposti.22 maggio 2022 - Olivier Turquet
Sociale.network