Non difendete un narcostato
Cari compagni, è giunta alla nostra attenzione la notizia che vi siete rifiutati di votare il disegno di legge che dovrebbe rifinanziare le truppe italiane in Afghanistan. Noi sosteniamo appieno la vostra coraggiosa posizione e condanniamo la pressione cui siete sottoposti da parte dei vostri partiti perché votiate a favore. Sono loro ad essere in torto. Sono loro ad aver ceduto all'imperialismo, con il pretesto di impedire che cada il governo. La guerra in Afghanistan è un'avventura imperialista, una violazione bella e buona dei diritti di un paese sovrano, un'invasione ingiustificabile che, oltretutto, non è sancita da alcuna risoluzione dell'Onu. Nel corso degli ultimi cinque anni gli Stati uniti hanno cercato di imporre nel paese un protettorato, ma questa impresa si è rivelata un gigantesco fallimento. Perché? Una delle funzioni fondamentali di un governo è garantire unminimo di ordine e sicurezza. Secondo un rapporto del Centro per gli studi strategici e internazionali, «le condizioni di sicurezza si sono andate deteriorando sin dall'inizio della ricostruzione, nel dicembre 2001, e in particolare nel corso dell'estate e dell'autunno 2003». Il governo di Hamid Karzai, instaurato da Washington, non ha il controllo del territorio all'infuori di Kabul e una o due altre città. Questo ha spinto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ad affermare che «senza delle istituzioni statali funzionali che soddisfino i bisogni essenziali della popolazione in tutto il paese, l'autorità e la legittimità del nuovo governo avrà vita breve». Ancor peggio, l'Afghanistan è diventato un narcostato. I talebani avevano ridotto la produzione di papavero da oppio. Da quando sono stati defenestrati, nel 2001, la produzione di papavero è aumentata in modo vertiginoso, producendo un raccolto record nel 2004 e guadagnando all'Afghanistan il dubbio onore di fornire quasi l'80% della produzione mondiale di eroina. Attualmente, circa 170.000 afghani, tra cui 30.000 donne, usano oppio ed eroina. I rappresentanti del governo sono coinvolti nel 70% del traffico di narcotici, e all'incirca un quarto dei 249 parlamentari recentemente eletti sono legati al narcotraffico.
Una stima in uno studio condotto per conto dell'Afghanistan Research and Evaluation Unit, un organismo indipendente, conclude che almeno 17 parlamentari neoeletti sono essi stessi dei narcotrafficanti, altri 24 sono legati a bande criminali, 40 sono comandanti di gruppi armati, e 19 sono ritenuti responsabili di crimini di guerra emancato rispetto dei diritti umani. Per queste persone, che dominano la vita politica dell'Afghanistan, secondo Kofi Annan l'«insicurezza» è un «business» e l'estorsione è uno «stile di vita». Dato che il governo è controllato da narcotrafficanti, ladri e signori della guerra, non sorprende che i talebani siano in ripresa in tutto il paese, specialmente al Sud, dove saranno assegnate le forze Nato ? comprese le truppe italiane, se saranno inviate. I talebani sono fondamentalisti, ma vengono percepiti ? nelle regioni pashtun del centro-sud ? come forze indigene che combattono un invasore imperialista e un regime corrotto. Invece di ridurre l'appeal dei talebani, le forze militari straniere lo stanno facendo aumentare. La missione italiana e le altre forze Nato saranno viste come truppe mercenarie al soldo degli interessi Usa. Dovranno svolgere un compito che la macchina militare americana non è stata in grado di svolgere negli ultimi cinque anni: riuscire a imporre l'occupazione militare del paese. Adesso si schierano le forze Nato per fare il lavoro sporco degli Stati uniti. Questo è un compito senza scrupoli e senza speranza.
Ma la missione italiana avrà implicazioni che vanno oltre l'Afghanistan. Farà del ritiro dall'Iraq del governo italiano uno zimbello. Come tutti sanno, l'esercito Usa è sovrautilizzato. A parte i circa 140.000 soldati presenti in Iraq, esso conta in Afghanistan13.500 uomini. Portare e truppe Nato in Afghanistan serve a liberare personalemilitare americano per l'Iraq. Così, inviare truppe in Afghanistan andrà sfacciatamente contro la volontà del popolo italiano che il governo non sia più complice della guerra degliUsa in Iraq. Vi preghiamo di restare saldi nella vostra decisione di non votare il finanziamento delle
truppe italiane in Afghanistan. Il vostro coraggio servirà da esempio
alle forze che si battono per la pace e la giustizia in tutto il mondo.
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