LA FESTA DELLE FAVOLE O MEGLIO… LE FAVOLE IN FESTA
Tutte le favole incantano perché contengono i nostri desideri e le speranze che questi si avverino. Il crederci è legato alla fantasia, più che al fantastico, e questa nasce dall’umano essere. Perciò passibile di trasformazione in ciò che l’umano essere chiama realtà.
Le centinaia di favole giunte a Lugo in questa terza edizione presieduta ad honorem da Dacia Maraini, esprimevano un desiderio comune: la pace. Non autori di testi, ma attori di pace, perché di pace attiva si sta parlando, non di quella riflessa per omologazione o emulazione. Attori/scolari provenienti da scuole primarie e secondarie, attori adulti reclusi in case di detenzione e, dunque, portatori di voci meno udibili, così come nelle precedenti due edizioni questo compito fu affidato ad anziani e diversamente abili. La fantasia non ha confini e l’obiettivo, primario, della realtà ha bisogno di adeguarsi ed ecco che le favole giungono da altre terre: Turchia e Iraq, e a portarle è stato il sindaco kurdo di Halabja, città irachena che non vuole essere ricordata solo per la violenza annientatrice di innocenti subita nel 1988, ma pretende di riscattare il diritto di essere attrice di pace, portando un patrimonio fatto di mille favole e di mille desideri tutti racchiusi in un'unica speranza.
Ebbene, Claudia Di Marco delle medie G.B.Quinci di Mazara del Vallo impara dalla sua maestra il significato di un campo di concentramento ebraico, di tutte le vittime che ha fatto quella guerra lì, ma anche di tutte quelle che stanno facendo queste guerre qui e sogna. Sogna di incontrare una ragazza bellissima che si chiama Pace. Ha il volto insanguinato e soffre. Più che le ferite ciò che la sta uccidendo è la consapevolezza che i bimbi non vedranno più cartoni animati alla TV, perché sostituiti dalla violenza. La paura che attanaglia la sognatrice si unisce a quella della bellissima Pace e l’abbraccio liberatorio scatena la loro forza: la fantasia velocissima trasforma l’orrore e la paura di aerei e bombe in fiori e soli splendenti. Pace riacquista il sorriso... e come la colomba riprende a volare lasciando alla piccola attrice una sua piuma sul guanciale.
"Il rovo premuroso" di Claudia Mariella delle superiori di Taranto, A.Volta, spaventa i bambini che giocano con la palla di stracci accanto a lui cresciuto in un campo di Baghdad, un campo nel quale sta rispuntando nuova erba perchè le bombe hanno cessato un poco di esplodergli addosso. Non basta forse la sua bruttezza? Tocca loro sentire anche la sua voce? Che vuole questo rovo guastafeste? Il rovo risponde di fuggire lontano, lui è costretto a proteggere la morte: mine inesplose...
Le menti adulte hanno dimostrato alte qualità letterarie e spiccata originalità offrendo la pace vista da più angolazioni. Dal microcosmo di "Notte misteriosa in cucina" che ci racconta una catena di solidarietà composta da posate litigiose per salvare un cucchiaino involontariamente caduto nel secchio dell’immondizia... all’infinito cosmo che chiama in causa l’architetto a gestir eclissi tra i protagonisti astri e pianeti...

A lui chiediamo di spiegarci il passaggio dalle favole alla realtà. Gli domandiamo cosa possa significare concretamente essere attivi per la pace, essere i protagonisti e i fautori di questa e perché una favola può anche raggiungerla.
"E’ necessario saper leggere le favole per la pace di coloro che in queste credono. Il lavoro dei nostri giurati è stato particolarmente faticoso dato l’alto numero delle opere concorrenti. Ciò che ne è scaturito è chiaro: i nostri bambini, i nostri adolescenti, il nostro futuro vede la pace come un dono quasi impossibile da ottenere e dunque riversano il loro desiderio, meglio, affidano il loro bisogno alla magia che solo una favola può concedere: una lampada di Aladino, la bacchetta magica di Fata Turchina, la sfera di cristallo di Mago Merlino. E’ tempo che realizzino che Pace non è dono, che Pace non è acquisizione magica o frutto di un acquisto da consumare: Pace è in sé. Pace non è Natale, non è ricompensa di un bel voto, non è occasionale. Pace è. Di lei si ha il bisogno quotidiano, così come la vita."
"Vivere può essere una meravigliosa avventura" diceva l’eroe di J.M. Barrie. Ci sia data dunque la possibilità di vivere. Che poi possa essere avventura o favola... ce la vedremo noi.
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