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La Gran Bretagna ha chiesto la chiusura della prigione di Guantánamo

13 ottobre 2006
Tiziana Saracco

(RHC) – La Gran Bretagna ha chiesto al suo alleato statunitense la chiusura della prigione a Guantánamo, territorio cubano occupato, definendo inaccettabile la reclusione di centinaia di persone senza diritto ad un processo.

La ministro britannico degli Esteri, Margaret Beckett, è la rappresentante del governo che ha definito con più durezza la situazione dei prigionieri in questo carcere nordamericano.

La Beckett ha precisato che le reclusioni senza processo a Guantánamo sono controproducenti ed inefficaci nella lotta contro il terrorismo.

Il primo ministro Tony Blair si è limitato fino ad ora solo a definire come un’anomalia l'esistenza di questo carcere, che dovrebbe terminare.

Nel maggio scorso il generale Peter Golsdmith era andato più in là di Blair considerando inammissibile il centro di reclusione e sostenendo che doveva essere chiuso.

La richiesta della chiusura del carcere di Guantánamo è avvenuta dopo che altri governi ed organizzazioni internazionali, tra le quali la ONU, hanno chiesto la sua chiusura ed hanno denunciato le torture e maltrattamenti inflitti a più di 500 prigionieri.

Il Comitato della ONU contro la Tortura ha reclamato dagli Stati Uniti la chiusura di tutte le prigioni segrete nel mondo, includendo quella della base navale di Guantánamo ed ha accusato Washington di permettere che le guardie torturino questi prigionieri nei penitenziari illegali disseminati in vari paesi, violando molte norme internazionali.

Il Comitato ha precisato che nel maggio scorso, sulla prova di documenti esistenti, è stato dimostrato che queste prigioni esistono e che i soldati nordamericani infliggono trattamenti crudeli e inumani.

La richiesta della ministro Bechett si registra in coincidenza col rifiuto della Corte d’Appello al ritorno di nove detenuti a Guantanamo in Gran Bretagna.

Questi prigionieri avevano la residenza britannica quando furono arrestati.

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