Arrivederci Tony
Tony Blair ha lasciato la sua carica di primo ministro con due anni d’anticipo rispetto alla fine del proprio mandato.
E’ un evento straordinario.
Non ricordo altri casi recenti in cui personaggi così importanti si ritirano dalla scena mondiale per fatti non direttamente collegati a vicende giudiziarie e/o scandalistiche.
Certo – come sappiamo - anche qui lo scandalo c’è.
Decidendo di partecipare a varie guerre, a partire dal 1999, ha perso credibilità e stima dei suoi cittadini, arrivando a danneggiare fortemente il proprio partito.
Il ritiro di Blair però – a mio avviso – deve essere visto solo come un primo importante passo. Importante in primo luogo dal punto di vista personale perché è prevedibile che arriverà l’imputazione per crimini di guerra e altro ancora; essendo ancora giovane (come i nostri Fini, D’Alema, Casini) verrà chiamato a rispondere delle sue responsabilità istituzionali davanti al proprio Paese e al mondo.
Sì, è un primo passo ma con forte valore storico. Direi che l’aspetto centrale è relativo al senso da attribuire agli eventi. Su questo bisognerà soffermarsi.
Per l’Impero, è una debacle da standing ovation.
Oppure, se volete, immaginiamo le 150.000 persone del 9 giugno 2007 che ondeggiano insieme a tanti altri in una 'ola', mentre intonano e dedicano una vecchia canzone: arri-vede-rci Tony, goodbye, ou revoir...
Lasciamo partire la nostra immaginazione pensando al significato e principalmente agli sviluppi della fine di Blair. E se graditi, rivolgo a chi legge i miei migliori AUGURI!
30/6/7 – Leopoldo BRUNO
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