"Noi non bombardiamo"
Ricordiamo che neanche in Afghanistan l'Italia partecipa con missioni aeree di bombardamento e che la proposte del Ministero della Difesa in tal senso fu a suo tempo accantonata.
E' inammissibile che scelte da discutere e condividere in ambito ONU con apposite risoluzioni che autorizzino l'uso della forza in queste forme estreme, vengano decise in telefonate fra capi di governo, senza alcuna consultazione democratica.
E' infatti assolutamente falso che l'appartenenza dell'Italia alla Nato preveda l'obbligo di partecipare ad azioni di bombardamento in Libia, che scatta solo se una nazione della Nato venisse attaccata militarmente.
Nessuna risoluzione ONU impone all'Italia di bombardare. La risoluzione ONU prevede solo la no-fly zone. Da un punto di vista strettamente tecnico-militare la neutralizzazione della contraerea e dei missili libici è possibile - così come è stato fatto fino a ora dall'aviazione italiana - con azioni di sorvolo elettronico che accertino la disattivazione di tali dispositivi e dei relativi radar.
Ogni altra azione, oltre che provocare nuove possibili vittime, viola la nostra Costituzione che nell'articolo 11 "ripudia la guerra"; l'Italia prevede, nella seconda parte, delle "limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni". La Costituzione prevede quindi la partecipazione ad organismi sovranazionali per scopi di pace, non certo per fare la guerra.
Scopo dell'ONU è quello di far cessare il fuoco e proteggere i civili, non far vincere una delle due parti in conflitto in Libia. Se è assolutamente da ripudiare il comportamento repressivo di Gheddafi verso la popolazione non di meno lo è stato quello del leader della fazione ribelle Mustafa Abdul Jelil (del Consiglio Nazionale transitorio Libico con sede a Bengasi) che ha ricoperto la carica di Ministro della Giustizia fino all'inizio della rivolta, abusando del suo potere per incarcerare persone innocenti, così come denunciato da Amnesty International e Human Rights Watch.
Riteniamo compito fondamentale dei parlamentari rivendicare quei valori di pace e democrazia per i quali è stata scritta la nostra Costituzione, chiedendo che l'Italia si uniformi alla risoluzione ONU, senza oltrepassare tale mandato con azioni di bombardamento non contemplate nella risoluzione stessa.
Invitiamo i parlamentari a levare una voce chiara, evitando distinguo, assenze e astensioni: no ai bombardamenti, comunque venissero definiti ed eventualmente "rinominati".
Associazione PeaceLink
Oppure una email a info@peacelink.it
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