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A cura di Alfonso Navarra e Olivier Turquet

Recensione de “Il pensiero delle differenze” e "Educazione e Pace" di Laura Tussi

La scuola deve formare all’incontro, all’accoglienza reciproca, al dialogo costruttivo, per risolvere i conflitti, a livello individuale e collettivo, per promuovere una predisposizione al rispetto di tutti i diritti per tutti.
21 ottobre 2011

IL MIGRANTE CHE E’ IN OGNUNO DI NOI

Recensione de “Il pensiero delle differenze” di Laura Tussi

All'interno di una concezione nonviolenta, che mira all'educazione alla pace, Laura Tussi, docente e giornalista, donna fragile dalle idee forti, per come mi trovo a scoprirla nel rapporto professionale e nell’amicizia che vado coltivando e sviluppando con lei, svolge la tematica del "pensiero delle differenze", il titolo del suo libro edito da Aracne (2011).

Secondo l’autrice, l’amata, ma anche criticata, istituzione scolastica deve formare all’incontro, all’accoglienza reciproca, al dialogo costruttivo, per risolvere i conflitti, a livello individuale e collettivo, per promuovere una predisposizione al rispetto di tutti i diritti per tutti: il sogno manifesto della vita di Laura, ben oltre la sfera dell’insegnamento.

Il pensiero delle differenze è, in tale orizzonte pedagogico, ma anche sociale,  un "sentire umanitario" che ha la forza di riconoscere il nomade e il migrante che è in ognuno di noi.

Questo al fine di "superare intolleranze e discriminazioni a favore di una cultura del conoscere volta al bene comune", recita la quarta pagina della copertina del libro che mi onoro di recensire consigliandone la lettura agli addetti ai lavori nella scuola; e a tutte le persone di buona volontà nonviolenta.

La Tussi sottolinea l'importanza del dialogo tra le differenze soggettive, psicologiche, identitarie nel tessuto sociale e comunitario.

Condividendo Herman Hesse di Narciso e Boccadoro afferma che: "la nostra meta non è trasformarci l'un l'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e di imparare a vedere e rispettare nell'altro ciò che egli è: il nostro opposto ed il nostro completamento".

Per Laura Tussi l'intercultura è nonviolenta in quanto la nonviolenza è l'arte dell'ascolto, del dialogo, del compromesso.

La nonviolenza ha anche rapporti con il femminismo perchè riconoscere la soggettività della donna implica considerarne anche la differenza come valore.

La rilevazione della differenza sessuale come positività attribuisce diritto di cittadinanza culturale a tutte le altre differenze (etnica, culturale appunto, ma anche di età, di stato sociale e altro).

L’Autrice ritiene che il difficile problema della contemporaneità consista nell'assemblare il particolare e l'universale, il locale e il globale, evitando, al contempo, che l'universalità si trasformi in omologazione totalitaria; ma anche che la difesa della particolarità non degeneri in localismo, con il culto esasperato delle radici, in quella ossessione identitaria, causa di violente divisioni, di conflitti e di discriminazioni.

L'identitarismo esagerato fissa l'identità degli altri in stereotipi ai quali si attribuiscono caratteri di fissità e negatività, considerando in modo dispregiativo l'immigrato e il diverso.

La paura della differenza produce attribuzioni di identità svalutative e negative, creando insormontabili barriere mentali e simboliche, muri limiti e confini che legittimano e razionalizzano giudizi di inferiorità e pratiche di intolleranza, razzismo, sopraffazione  e violazione dei diritti imprescindibili della persona.

Il genere umano, nella visione della Tussi, possiede risorse e capacità creative inesauribili: è perciò del tutto concreta l’utopia  della creazione di una cittadinanza planetaria, cosmopolita, internazionale attraverso l'educazione della trasmissione del passato, nel recupero della memoria storica e, al contempo, l'apertura della mente per accogliere il nuovo, il cambiamento, la diversità. Questo ponte che oltrepassa i confini del tempo e dello spazio è il centro della innovativa missione del pensiero delle differenze con la sua capacità di progettualità interculturale, da far vivere nel concreto dell’esperienza pedagogica.

Nessun popolo, secondo la Tussi, può arrogarsi il diritto di una priorità cronologica e superiorità qualitativa, perchè ogni civiltà si costituisce su un terreno interculturale, ossia come la risultante di interazioni transculturali: ogni cultura si è sempre formata grazie alla complessiva intermediazione con altri saperi, linguaggi, valori, fedi e culture diversi e differenti da sé.

La convivenza costruttiva all’interno dei singoli Stati democratici dovrebbe perciò essere promossa nella prospettiva della ricerca della pace universale, come processo che raccoglie lo sviluppo economico, la giustizia sociale, la difesa dell’ambiente, la democrazia, il rispetto della diversità e della dignità di ogni uomo.

L’importante riflessione di Laura Tussi sull'educazione alla pace, che si appoggia all'intercultura in quanto coinvolgente le differenze, combina creativamente e coerentemente teoria e pratica: è collegata al progetto "Per non dimenticare", da lei coordinato, ed organizzato dall'Istituto Comprensivo Prati di Desio.

Questo progetto si pone il traguardo di unire le forze democratiche in merito alle tematiche collegate al ricordo, al recupero della memoria storica e alla tutela dei diritti umani.

E' particolarmente interessante in esso la raccolta di videotestimonianze, interviste e documentazione inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti.

Questo aspetto tipico della sua sperimentazione pedagogica a me appare particolarmente significativo ed è quello da cui personalmente mi aspetto i risultati pratici e le scoperte teoriche più belle ed utili.

 Alfonso Navarra

 

La memoria e la diversità

Il libro "Educazione e Pace" Mimesis 2011, parla di diversità e memoria, collegandoli opportunamente al tema dell’educazione alla pace.

E’ un libro che parte da un’esperienza, un’esperienza animata da ideali: l’importanza della memoria e la valorizzazione della diversità culturale, etnica, sociale.

Due temi che configgono con la realtà di oggi dove si pretende di dimenticare e uniformare, dove il pensiero unico cerca di appiattire tutte le differenze.

Tra gli originari dell’America si suole dire che la Memoria sia ciò che consente la vita e che un uomo che ha dimenticato è un uomo morto. Semplici proverbi di una civiltà contadina, diranno i progressisti della Mac Donald’s? Verità sommerse, dimenticate dall’ homus consumatoris.

Nei giorni in cui scrivo queste poche righe un pazzo delirante ha sconvolto la civilissima Norvegia con le sue farneticazioni: ma queste non sono forse la punta dell’iceberg di una cultura uniformante che chiede sempre agli altri di comprendere la propria diversità, dimenticandosi di comprendere quella altrui?

E quanto dovremo ancora aspettare affinché si comprenda profondamente che la diversità è ricchezza e che da sempre l’umanità è andata avanti grazie alla diversità e al conseguente rinnovamento prodotto da tutte le diversità della storia?

Questi temi Laura Tussi sviluppa in questo libro, raccontando la sua esperienza e sintetizzando al meglio l’esperienza degli altri in quella convergenza della diversità che è sempre l’obiettivo dell’educazione alla pace e alla nonviolenza.

 

Olivier Turquet

Note: http://www.youtube.com/lauratussi

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