Le “sardine” in piazza da un anno in Algeria
Intanto ieri la diaspora algerina a Parigi ha anche lei marcato la sua 53a domenica di protesta, così come farà domani, il martedì del movimento degli studenti altrettanto puntuale durante un anno, attraverso il Ramadan, l’estate, la caduta di vecchi idoli, l’elezione di un nuovo presidente.
Il tutto era cominciato il 22 febbraio 2019 quando il centro di Algeri e di altre città era stato occupato, malgrado il divieto di manifestazione in vigore da anni, da decine di migliaia di persone per protestare contro la candidatura al 5° mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika, condannato da un ictus sulla sedia a rotelle e impossibilitato dal 2013 a prendere la parola in pubblico. Da allora il movimento ha imposto le dimissioni del presidente, il rinvio per ben due volte delle presidenziali, non ha potuto impedire l’elezione il 12 dicembre di Abdelmadjid Tebboune, ma ha conquistato il centro della scena politica.
La caratteristica più importante del movimento è la sua assoluta nonviolenza, non scontata in un popolo che si è liberato con una lunga lotta armata, e che ha subito nel corso degli anni violente repressioni da parte dell’esercito. Ancora oggi non tutti i manifestanti sono stati liberati, molti sono i condannati ad anni di prigione. La sua nonviolenza non ideologica, non infiltrata da nessuna forza politica, ha fatto che l’Hirak sia sostanzialmente ignorato all’estero, malgrado sia il movimento popolare nonviolento più numeroso, continuativo e regolare, unico nella storia contemporanea.
L’Hirak non ha voluto darsi una leadership per non snaturare la sua natura aperta e partecipativa, si interroga certo sul suo futuro all’inizio dell’Anno II della lotta, che mantiene l’obiettivo iniziale: la cacciata di una classe politica corrotta e autoreferenziale. Ricorda anche che l’attuale presidente è stato eletto sulla base di un’astensione massiccia. La serie mirata di arresti tra ex ministri, alti funzionari e imprenditori pubblici e privati, appare al movimento piuttosto una lotta interna ai clan del potere, formati da un conglomerato di queste forze con l’esercito garante degli equilibri . L’Hirak, è intenzionato ad andare avanti col sisma diffuso dei suoi venerdì di protesta popolare.
Articoli correlati
- Un sociologo irlandese apre una riflessione su un’idea diversa di rivoluzione
Si può cambiare il mondo senza prendere il potere?
"Cambiare il mondo senza prendere il potere. Il significato della rivoluzione oggi" è un libro di John Holloway20 febbraio 2024 - Redazione PeaceLink - I cittadini europei e italiani cosa pensano dei disertori?
Più armi non porteranno più pace
Attraverso la nonviolenza possiamo trasformare i conflitti grandi e piccoli in equilibri inediti. Il Movimento Nonviolento chiede all'UE di creare corridoi umanitari per chi fugge dalla coscrizione obbligatoria, siamo pronti?25 settembre 2023 - Maria Pastore - Conferenza stampa per lanciare Eirenefest
Anche il caso Assange al Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza a Roma questo mese
Govedì, 18 maggio, alle ore 11.30, verrà presentato, in una conferenza stampa aperto al pubblico, il programma completa dell'Eirenefest, che si terrà il 26, 27 e 28 di questo mese in diversi spazi del quartiere di San Lorenzo, a Roma. Tra i primi eventi della kermesse, un film su Julian Assange.14 maggio 2023 - Redazione - Eirenefest: non solo una fiera di libri, ma soprattutto un ambito di convergenza
Per sconfiggere la guerra, dimostriamo che un altro mondo è possibile
Mancano pochi giorni al via del primo Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, un mega evento che si terrà a Roma dal 2 al 5 giugno prossimi: un tentativo di sfidare le radici della guerra - egoismo, violenza, sopraffazione - coltivando, tutti insieme, una convergenza di valori opposti.22 maggio 2022 - Olivier Turquet
Sociale.network