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L’Assemblea Generale dell'ONU vota contro l’embargo USA su Cuba: il mondo dice basta

L’Assemblea Generale dell'ONU ha espresso in modo schiacciante il suo sostegno a Cuba, ribadendo con 187 voti a favore su 193 la richiesta di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti all’isola.
31 ottobre 2024
Redazione PeaceLink

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Albert: la voce della ragione in tempi di guerra


L’Assemblea Generale dell'ONU vota contro l’embargo USA su Cuba: il mondo dice basta



Ieri l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha espresso in modo schiacciante il suo sostegno a Cuba, ribadendo con 187 voti a favore su 193 la richiesta di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti all’isola. Solo gli USA e Israele hanno votato contro la risoluzione, mentre la Moldavia si è astenuta.

Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Eduardo Rodriguez Parrilla, ha dichiarato che la risoluzione è un atto di difesa dell'indipendenza, sovranità e autodeterminazione dei popoli. “Cuba ha il diritto di vivere senza un blocco”, ha affermato Rodriguez Parrilla, aggiungendo che il voto a favore sarebbe stato anche un “atto di riconoscimento della resistenza eroica del popolo cubano”.

Questa risoluzione è la 32a approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU e riflette una condanna internazionale unanime di una politica considerata obsoleta e dannosa per la popolazione cubana. L’embargo statunitense contro Cuba, inizialmente imposto nel 1960 e poi ampliato, ostacola pesantemente lo sviluppo economico dell’isola, impedendo la maggior parte delle attività commerciali con aziende statunitensi.

Nonostante l’allentamento delle restrizioni nel 2000, che ha permesso la fornitura di beni alimentari e umanitari, la maggior parte dei settori economici cubani resta bloccata. La risoluzione dell’ONU, pur non vincolante, riafferma la volontà della comunità internazionale di vedere una fine a questo embargo, ormai percepito come una misura anacronistica che danneggia in primo luogo il popolo cubano.

Per approfondire: https://lists.peacelink.it/dirittiglobali/2024/10/msg00007.html


La spesa militare italiana schizza ai massimi storici

L'Osservatorio Mil€x ha lanciato un allarme preoccupante: la spesa militare italiana è destinata a toccare nuovi record nel 2025, superando i 32 miliardi di euro. Si tratta di un aumento del 12,4% rispetto all'anno precedente e di un incremento del 60% nell'ultimo decennio.

Un'escalation preoccupante

Quello che più preoccupa è l'impennata dei fondi destinati all'acquisto di nuovi armamenti, che supereranno i 13 miliardi di euro, con un balzo del 77% negli ultimi cinque anni. Questa corsa all'armarsi solleva interrogativi sulla reale necessità di investire così ingenti risorse in un settore che alimenta conflitti e instabilità nel mondo.

Un peso insostenibile per l'economia e la società

L'aumento della spesa militare ha un impatto diretto sull'economia e sulla società. Le risorse destinate all'acquisto di armi sono sottratte ad altri settori cruciali come la sanità, l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo sostenibile. Inoltre, l'industria bellica genera un circolo vizioso di violenza e dipendenza, alimentando un clima di paura e diffidenza tra le nazioni.

Per approfondire: https://lists.peacelink.it/disarmo/2024/10/msg00007.html

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