Palestina

Palestina: La tregua? E poi?

"PER AVERE LA PACE, OCCORRE RACCONTARE LA VERITA'. E LA VERITA' E' CHE ISRAELE STA OCCUPANDO UNA TERRA NON SUA" (Marisa Conte)
Laura Tussi23 luglio 2014

Il Dialogo per la Pace, contro ogni razzismo

di Marisa Conte 

 

Questo video non è adatto alle persone troppo sensibili. Mostra i corpi bruciati di Palestinesi uccisi dalle bombe, a Sheja'eva.

Per capire cosa succede, perché e come uscirne, basterebbe leggere la lettera che Nurit Peled, Israeliana che ha perso una figlia in un attentato kamikaze, Premio Sakharov dell'Unione Europea, ha mandato agli Italiani.

Dice Nurit:

"Noi cittadini di Israele e popolazione senza Stato della Palestina, non possiamo da soli ottenere la fine dell'occupazione o fermare da soli il bag no di sangue.

Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutta la Comunità internazionale e della Comunità Europea in particolare. Abbiamo bisogno che voi mettiate sotto accusa il governo e l'esercito israeliani, abbiamo bisogno che boicottiate l'economia e la cultura israeliana, abbiamo bisogno che facciate pressione sul vostro governo perché cessi di trarre profitto dall'occupazione.

E abbiamo bisogno che facciate un appello perché ad Israele sia imposto un embargo sulle armi e sia tolto l'assedio a Gaza.

Israele è la più grande e pericolosa organizzazione terroristica esistente al giorno d'oggi. Tutte le sue munizioni vengono usate per uccidere civili innocenti, donne e bambini. Questo non è niente di meno di un genocidio."

Tutti vogliono che Hamas accetti la tregua proposta dall'Egitto. Lo vogliono tutti i Governi che sostengono Israele, compreso il nostro. Il Ministro Mogherini,di ritorno da un evitabilissimo viaggio in quelle terre, lo ha dichiarato, apertamente: "E' indispensabile che Hamas accolga l'invito del Presidente Abu Mazen di accettare il piano di cessate il fuoco proposto dall'Egitto.". Anche il Presidente Abu Mazen lo vuole.

Una tregua preparata da Israele e portata all'Egitto da Blair, senza chiedere a Hamas se gli stesse bene, almeno, la punteggiatura.

Una tregua che dovrebbe essere, addrittura, sul tipo di quella firmata, nel 2012, che Israele si è preoccupata di violare, a neanche 24 ore dalla firma.

In proposito, è interessante il rapporto del Jerusalem Fund che analizza le dina miche dei vari "cessate il fuoco".

Grafico 1

Grafico 2

La vogliono, anche, i nostri media che sembrano scegliere immagini e parole che possano spingere la massa di tele-radio-cartastampata dipendenti a convincersi che Hamas la debba accettare. A creare un'"opinione pubblica" orientata in tal senso.

E vai, allora, con l'aggiornamento su morti e feriti, con l'abituale introduzione "Israele reagisce ai razzi lanciati da Hamas" e con la scelta di non mostrare le centinaia di manifestazioni che si stanno tenendo, da settimane, in tutte le città mondo, non solo a Londra, in Francia, Svizzera e Israele, e che vedono la partecipazione di migliaia di persone. Alla terza settimana, per esempio, si mostra la manifestazione dei pro-israeliani, a Roma, definita "per la Pace" e non quella di chi chiede la fine dell'occupazione tenutasi, il giorno dopo, nella stessa piazza. Nè, tantomeno, abbiamo visto le immagini delle manifestazioni tenute si in tante città italiane, anche piccoli centri.

Alla terza settimana, si parla della manifestazione di Parigi e si aggiunge che era stata vietata perché la precedente era finita con l'assedio a una Sinagoga. In questo modo, chi legge o ascolta pensa che siano stati i sostenitori dei Palestinesi a farlo, mentre unvideo mostra, chiaramente, che sono stati quelli della Lega per la Difesa Ebraica, con la Polizia a guardare, senza intervenire.

Mettiamo, però, che Hamas accetti questa tregua. E poi?

Qualcuno direbbe a Israele di ritirarsi dalle zone della Striscia, dove si sta posizionando? I "potenti" della Terra vigilerebbero sul rispetto dell'accordo? Una volta firmata la tregua, tornerebbero a occuparsi di come far saltare il mondo, in attesa del prossimo assedio?

Qualcuno chiederà conto a Israele dell'uso delle armi chimiche vietate (DIME) che sta utilizzando, in questo massacro, come denunciato dal medico norvegese Erik Fosse e dallaCommissione ONU per i Diritti Umani.

Per avere la Pace, occorre raccontare la verità. E la verità è che Israele sta occupando una terra non sua. E' un'occupazione dichiarata illegale da diverse risoluzioni del'ONU e, nel 2004, anche dalla Corte Internazionale di Giustizia. Conta o non conta questo?

Israele non bombarda la Striscia di Gaza per rispondere ai razzi che partono da lì. Israele bombarda per finire di distruggere anche solo il ricordo della Palestina e dei Palesinesi e la Resistenza armata si difende, come è nel suo diritto, sancito dallaIV Convenzione di Ginevra. Questo lo sottolineo anche io che sono per la nonviolenza perché non posso essere io a decidere come un Popolo oppresso debba difendersi, altrimenti avrei dovuto tenermi Hitler e Mussolini, per tutta la vita.

Una volta che Israele avrà compiuto l'opera, nella Striscia, tutta la Palestina sarà sua. Per raggiungere il suo scopo, non si fa scrupoli di uccidere chiunque e distruggere ospedali, Moschee, scuole, case, anche durante un mese che è sacro per i Musulmani.Sono tutti crimini di guerra ma la legge militare israeliana non riconosce i crimini di guerra. Sarà un caso?

I Palestinesi vogliono vivere, respirare, studiare, uscire dalla Striscia e dalla Palestina, senza chiedere permessi, commerciare con l'esterno. Cose normali, in qualunque altro Paese. Vogliono anche mangiare. L'amico Hussein è riuscito a collegarsi, oggi, dopo tre giorni, per dirci che, nella sua zona, non ci sono più né acqua né cibo. L'Egitto e Israele devono pensare che non ci sia bisogno di aiuti, visto che sta bloccando i convogli che vorrebbero portarli.

Ma come possiamo aspettarci di fermare Israele, se non siamo riusciti a fare una "piccola cosa" come salvare l'ospedale al-Wafa, l'unico ospedale di tutta la Striscia di Gaza adibito alla riabilitazione. Israele lo ha bombardato e la Croce Rossa, chiamata dal Dottor Alashi, direttore dell'ospedale, per essere protetto, è stata capace, solo, di chiedergli di quanto tempo aveva bisogno per l'evacuazione, prima del bombardamento.

Il Dottor Alashi le ha detto che avrebbe portato lei (la donna che lo ha chiamato), Israele e la Croce Rossa, davanti alla Corte Internazionale. Qui l'intervista telefonica al Dottor Alashi.

L'ospedale non c'è più.

Nessuno ha raccolto i tanti appelli lanciati. Nessuno ha pensato a quei pazienti intrasportarbili, quasi tutti in coma, né al personale e agli attivisti, andati lì a fare da scudi umani. Una risonanza mediatica avrebbe, forse, indotto Israele a recedere dal suo proposito.

"Distratti" da quanto accade, nella Striscia, non sentiamo più parlare della Cisgiordania, dove la gente protesta e viene ferita, arrestata in massa (video di Samantha Comizzoli), depredata dei propri beni dai soldati razziatori). A Gerusalemme, i Musulmani sono costretti a pregare in strada perché i soldati israeliani hanno vietato loro di entrare nella Moschea al-Aqsa.

Israele ha ribadito, oggi, che non si assume alcuna responsabilità per eventuali ferimenti o uccisioni di giornalisti. Questo, dopo averne uccisi due e aver ottenuto (magari, anche senza chiederlo. Per certe testate, la reazione è automatica) il siluramento di altri due: Diana Magney, corrispondente della CNN, spostata in Russia, per un tweet contenente una parolaccia verso i coloni che, dalla collina di Sderot, "si godono" lo spettacolo dei bombardamenti sulla Striscia e che avevano minacciato lei e la sua troupe di danneggiargli la macchina se avesse detto qualcosa di sbagliato su di loro. L'altro silurato è Ayman Moyeldin, corrispondente della NBC, licenziato dopo il suo racconto preciso, forse troppo preciso, dell'uccisione dei 4 bambini sulla spiaggia di Gaza City.

Israele non vuole testimoni. Allora, non dategli tregua, per favore, fate il cane da guardia dell'informazione libera.



(20 luglio 2014)

Marisa Conte per We are all on the Freedom Flotilla 2 - News

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Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere. (Bertolt Brecht)

"Miserrimam servitute pacem appellant" (Tacito)

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