Promotori della famiglia umana e di un’Italia giusta e solidale
Dal 14 al 17 ottobre 2010 si terrà a Reggio Calabria la 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Il lungo documento preparatorio ha come titolo “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del paese”. Alcune pagine sono dedicate al bene comune, altre contengono un elenco di 4 temi generali -precarietà del mercato del lavoro, politiche fiscali per la famiglia, ridistribuzione della pressione fiscale, sostegno alla crescita delle imprese- e di 8 questioni specifiche: funzione docente, autorità genitoriale, associazionismo, cittadinanza ai figli degli stranieri, sistema universitario, libero accesso alle professioni, transizione istituzionale, federalismo. L’ultima parte collega l’eucaristia all’impegno civile.
Possiamo avvicinarci all’evento di ottobre rileggendo e rilanciando i testi di Pax Christi più vicini alla Settimana sociale: Ero straniero e mi avete accolto (maggio 2009); La gloria di Dio risplende sul volto di ogni persona (luglio 2009); Anch’io, migrante, uomo come te (dicembre 2009); Uscire dalla logica infernale per rivedere le stelle del diritto (marzo 2010); Fratelli e sorelle universali nella città conviviale (aprile 2010); Una vuvuzela per la pace ( giugno 2010).
Il luogo della convocazione ci collega immediatamente al testo episcopale Per un paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno (febbraio 2010) che si conclude con l’appello a «osare il coraggio della speranza». Ne abbiamo bisogno perché, nonostante tante belle iniziative, siamo coscienti di vivere una realtà di crisi economica profonda, degrado sociale, dissesto ambientale, evasione fiscale, corruzione politica, ingiustizia economica, disuguaglianze abissali nella distribuzione del reddito e della ricchezza, violenze contro i più deboli, criminalità mafiosa, ossessioni identitarie predatrici e violente, spinte neorazziste, riarmo e militarizzazione. Si sta frantumando lo stato di diritto.
«Svelare la verità di un disordine abilmente celato e saturo di complicità, far conoscere la sofferenza degli emarginati e degli indifesi, annunciando ai poveri, in nome di Dio e della sua giustizia, che un mutamento è possibile, è uno stile profetico che educa a sperare […]. La predicazione profetica di Gesù suscitava stupore perché annunciava un’esistenza degna, diversa, rinnovata, una moralità più giusta e praticabile, attivando energie altrimenti trascurate e sprecate, innescando l’attesa di una trasformazione possibile»(Per un paese solidale, 19)
Non è compito di un’assemblea di credenti pretendere di dare risposte su tutto. Le soluzioni concrete vanno affidate alle competenze di laici orientati al bene comune, promotori della famiglia umana, testimoni di una novità di vita secondo il Vangelo di Cristo e la Dottrina Sociale della Chiesa. Per costruire “un’agenda di speranza” occorre anzitutto riscoprire il senso della politica, sviluppare una politica di pace.
A tale riguardo, l’agenda ufficiale sembra ridondante. Pax Christi sta pensando ad alcune priorità:
1. La democrazia costituzionale, la cittadinanza umana in città conviviali.
2. Il lavoro, lo sviluppo, la giustizia e il disarmo
3. La cura dell’ambiente e dei beni comuni a partire dall’acqua
4. La lotta alle mafie come lotta per la pace, per la giustizia e per la vita
5. L’educazione alla pace per il decennio della “sfida educativa”, nonviolenza ed ecumenismo.
Sergio Paronetto
Articoli correlati
- L’ascolto reciproco ogni rimedio intuisce. Un progetto per promuovere e sostenere l’attivazione di gruppi AMA a scuola.
Scuola e Gruppi di Auto-Mutuo Aiuto (AMA)
A cura di Gianni Trezzi
Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Via Prati” di Desio - Milano www.icpratidesio.it
(Per contattare l’autore: gianni.trezzi@alice.it )
Sintesi del progetto di Laura Tussi17 giugno 2009 - Laura Tussi - Di.cotomia sociale tra famiglie tradizionali e nuove famiglie
Non nascondiamoci dietro ad un diCo
...perché il 12 maggio sfila l'utopia conservatrice e non la difesa dell'equilibrio sociale.9 maggio 2007 - Silvia Mascia & Alessia Mendozzi - Le storie di chi mi chiede ospitalità
Ho aperto la mia porta
La prima è stata Rose-Bisewo che una notte di 8 anni fa ha bussato alla mia porta perché non aveva un posto dove dormire. E da allora la mia famiglia africana è cresciuta.21 novembre 2005 - Chiara Castellani
Sociale.network