Il popolo è arrabbiato. La rabbia e l'orgoglio? No. La rabbia, per il momento, solo questa. L'orgoglio è speranza.

Fumus? No, avrei deciso di smettere...

2 maggio 2006


Non confondiamo, per cortesia, la buona educazione e il rispetto verso la dignità del prossimo (di tutto il prossimo terracqueo e non solo quello che, alla bisogna, ci fa comodo), con l'appiccicosa "diplomazia" obbligatoria. Questa, sempre più spesso, può sembrare e rivelarsi malcelata ipocrisia. I fatti legati alla Moratti del 25 aprile e del 1° Maggio, quelli legati a Buttiglione a Torino (candidato sindaco contro Chiamparino a Torino), i più freschi legati a Berlusconi stamani, fuori del Quirinale, ma anche quelli legati all'intervista che Bertinotti ha concesso all’Annunziata (trasmissione “1/2 ora”) dimostrano semplicemente che buona parte del popolo ne ha le scatole piene di "appiccicosa diplomazia". Non entriamo nel merito del come ci sono state passate le storie dal pianeta-potere mediatico, ma semplicemente del come si sono manifestate le estermazioni del popolo, nonché elettore, dell’attuale maggioranza. Gli esempi di cui sopra stanno solo a significare, dunque, la reazione di molti italiani, quelli anche non presenti ai cortei in onore di ricorrenze istituzionali. Quelli silenti di cui più volte ci siano occupati: i lavoratori in cassa integrazione, i giovani diplomati e laureati precari, grazie alla legge Biagi, i bottegai falliti, i dipendenti dell’indotto licenziati, i disperati che per pochi mesi, dopo anni di versamenti INPS, si sono visti condannati a continuare a lavorare perché il potere legislativo ha aumentato il loro obbligo contributivo (ulteriore ansia nella speranza che, nelle more, il datore di lavoro non chiuda), malati che attendono più di un anno esami strumentali e ricoveri per interventi (qualche volta superflui, vero, perché l’occhio clinico del medico curante si è un po’ accecato), ma sempre impotenti perché soli nei loro dubbi, extracomunitari che arrancano a seconda di quanto al nostro Paese faccia comodo una certa mano d’opera, badanti senza permessi di soggiorno comprese, e “permesse”, ma solo perché il nostro servizio assistenziale fa acqua da tutte le parti.
Ebbene, a questo punto è corretto entrare nel merito del “si fa e si potrebbe fare e del non si fa e non si dovrebbe fare”. Moratti docet. Punto.
Quanta carta, quanti filmati, hanno negli ultimi lustri cantato e “decantato” l'opera del già unto dal Signore e dei suoi collaboratori? Tra questi anche la Moratti, già Ministro dell’Istruzione, che dell'istruzione con la “I” maiuscola, non solo non ha rispettato la sacralità, ma, semmai, ha fatto di tutto per dissacrarla. Il minimo che il popolo arrabbiato (perché il popolo è arrabbiato: che nessuno del nuovo Governo lo dimentichi. Non è fumus persecutionis, ma sentimento forte, forte per tutto ciò che è stato costretto a sopportare e a supportare!) potesse rispondere, in occasione del 25 Aprile e del 1° Maggio, è che le rimproverasse il suo passato non apprezzato. Altro che diplomazia-politica! Idem Buttiglione e via di questo passo. Bene sarebbe parlare chiaro fin dall'inizio. Il Bertinotti col suo discorso sulla situazione legge-Gasparri e conflitti d’interessi ha gettato un sasso. Un sasso non contro Mediaset, ma un sasso in uno stagno (il nuovo Governo) auspicando - anche provocatoriamente, perché no - che il sasso facesse molti giri concentrici, verso chi ha il dovere di ascoltare e non limitarsi a rimproverare la poca “diplomazia” (quella lasciamola, per il momento, agli spot pubblicitari).
Il sasso gettato è un mezzo importante, molto più di quanto possa apparire, degno di essere ricordato nei primi punti del programma Unione e non già verso la fine delle oltre 100 pagine…
La gravissima situazione che pesa sul nostro Paese, è legata alla legge Gasparri e al suo pedissequo (visti i termini di legge) conflitto d’interessi dell’ex premier.
La risicata vittoria dell'Unione deve fare intendere al nuovo Governo che è tempo di voltare pagina, anzi di passare proprio ad un altro libro! "Fumus" da ipocrisia e far finta che il tre sia pari? No: abbiamo già dato. Fumus boni iuris: è auspicabile, ma non si dimentichi che la differenza è molto sottile...

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