Identità e multiculturalismi
8 ottobre 2007
Davide Ferraris (Ufficio Comunicazione Fonfazione Pangea Onlus)
Fonte: da Persona a Persona 9/07 (www.pangeaonlus.org) - 01 ottobre 2007
Sempre più spesso i fatti di cronaca vengono ricondotti al tema del multiculturalismo, tanto dalle destre che dalle sinistre. Alcuni per esaltare i progressi fatti verso una convivenza pacifica, altri per demonizzare i pericoli di tale “promiscuità”. La questione è, tuttavia, mal posta. Il multiculturalismo e la globalizzazione sono sempre stati la base del progresso scientifico, economico, sociale. La discriminante non è se il multiculturalismo sia giusto o sbagliato in sé, quanto piuttosto quale particolare forma di multiculturalismo venga adottata e propugnata in un Paese. La bontà di un sistema multiculturale non sta nel “lasciare in pace” le diverse comunità presenti all’interno di un determinato Paese. Questo atteggiamento, lungi dall’essere un modello di libertà e democrazia, altro non è se non un riproporsi del concetto di “scontro di civiltà” su un altro piano, più sottile e, di conseguenza, più insidioso. Un simile approccio non fa altro che limitare la percezione del pluralismo di identità che contraddistingue tutti gli individui, scadendo in un tetro e triste determinismo culturale. Ed è proprio tale presupposto a stare alla base del fondamentalismo e, in certi casi, del terrorismo, che si nutre di simili contrapposizioni nette e irrefutabili, fondate a loro volta su una unicità identitaria che riduce le molteplici affiliazioni di un individuo alla sola affiliazione religiosa. Il valore di un multiculturalismo sano risiede nella possibilità -sempre all’interno di uno schema legislativo e normativo, e nel rispetto delle libertà altrui- di ogni singolo individuo di decidere in maniera libera e razionale quale delle sue tante identità debba avere, in un certo periodo, la priorità sulle altre: io posso essere al tempo stesso bianco e buddhista, gay, ambientalista e votare a destra. La questione, di conseguenza, verte sulle opportunità e le strutture messe a disposizione degli individui, affinché possano ottenere tutti gli strumenti intellettuali, conoscitivi e logici per poter operare questa scelta in maniera razionale e cosciente. Per poter operare questa scelta in maniera libera. Tali strumenti, oltre che dalla famiglia di origine, dovrebbero essere forniti, in primo luogo, dal sistema scolastico. Un sistema che ha conosciuto negli ultimi anni un succedersi di riforme e controriforme che, tuttavia, paiono riferirsi a una scuola totalmente estranea alla situazione sociale attuale. Una scuola che non si interroga sull’importanza di creare nuove generazioni capaci di un rapporto vero e umano con l’altro, con il diverso, senza dover ricorrere a una sua esclusione a priori in base a una supposta diversa identità unica, omogenea e preminente.
Note: da Persona a Persona - Fondazione Pangea Onlus
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