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Sondaggio: Idee contro la guerra

Sondaggio concluso

campagna email a tutti i media: è già iniziata e funziona!!!!

Autore: paolo michelotto
Stanno arrivando centinaia di email da tutta italia a una moltitudine di giornali, tv, radio e uomini politici. Funziona. Facciamolo tutti, faremo capire che in tanti siamo contro la guerra.

Commenti

10 commenti
il pressing con email funziona:
alcuni giorni fa avevo mandato una email in cui chiedevo a tutti quelli che erano contro la guerra di esprimerlo inviando il loro pensiero a tutta una lista di email che raggruppava giornali, settimanali, mensili, tv, capo del governo, ministri, politici etc. Lista che avevo ricavato stando su internet un paio d'ore.
Beh, ha funzionato. Oggi il giornale di Vicenza ha pubblicato l'articolo che vedrete qui sotto. Più sotto ancora ricopio l'email su come fare pressione via email, e chi non l'ha ancora fatto, lo faccia adesso. Facciamo sentire la nostra voce. Questo è ciò che ha scritto il giornale di vicenza, ma a tutti i giornali è arrivata la stessa raffica di email. Oggi la notizia è che Bush ha già deciso per il 15 febbraio di far partire l'attacco. Questo è il momento di fare sapere a tutti gli organi di stampa e di governo che noi siamo contrari alla guerra... fatelo subito... se aspettiamo potrebbe essere troppo tardi. Bush sta accelerando perchè si rende conto che l'opinione pubblica si sta svegliando.
E segnatevi sul calendario che il 15 febbraio ci sono manifestazioni in tutta Italia, Europa e in tutto il mondo contemporaneamente per la pace. Paolo
Articolo apparso sul giornale di Vicenza:
Mercoledì 22 Gennaio 2003
Decine di lettere contro la guerra recapitate a politici e mass media
La voglia di pace sfila via e-mail
Dopo Milano, Vicenza è la città più "imbandierata" d’Italia

di Gian Marco Mancassola


"Dipingiamo le nostre città con i colori della pace" è il tam tam che sta attraversando da settimane lo Stivale per invitare a manifestare contro i venti di guerra che spirano in direzione del golfo Persico. Un invito accolto e fatto proprio dai vicentini, se è vero che Vicenza sarebbe, dopo Milano, addirittura la seconda città italiana che ha esposto il più alto numero di vessilli della pace, davanti a Trento, Roma e Bologna. Le bandiere beriche sarebbero salite ben oltre quota 10 mila sulle oltre 100 mila finora vendute e distribuite in tutta la Penisola, secondo quanto sostenuto dalle statistiche elaborate dal sito www.bandieredipace.org (la stima sarebbe per difetto). Ma la mobilitazione non passa soltanto attraverso i balconi e le finestre, né soltanto nelle vie e nelle piazze, ma sta invadendo anche le caselle di posta elettronica di politici e mass media, locali e nazionali. Al nostro Giornale sono già state recapitate decine di e-mail che per oggetto portano l’invito, più o meno condito con segni grafici e sottolineature di vario tipo, a sollevare un coro per dire: «Non voglio la guerra». Una catena di Sant’Antonio che è diventata presto l’occasione per il popolo dei pacifisti di sciogliere le briglie all’urgenza di ribadire il loro desiderio di non violenza. L’obiettivo? «Quando i mass media e i governanti riceveranno migliaia o milioni di e-mail da parte nostra, forse si renderanno conto che noi non vogliamo la guerra. A ciascuno costa pochi minuti, ma se lo facciamo tutti insieme eviteremo la guerra», come recita una lettera in cui vengono impartite le istruzioni per fare girare la giostra delle mail nel modo più rapido e vigoroso possibile. E allora microfoni aperti alla voce digitale dell’esercito della pace da perseguire con tutti i mezzi, anche via Internet: «Non voglio la guerra perché è uno strumento che invece di risolvere i conflitti tra i popoli crea distruzione e morte, è uno strumento in mano a pochi per annientare molti, è segno di inciviltà, è segno che gli uomini non sanno e non vogliono cercare il dialogo», scrive Maria Elisa Marini, incalzata a distanza di pochi secondi da Matteo Gironda, studente universitario di Pojana Maggiore, che scrive: «Se c’è bisogno di qualcosa in questo momento nel mondo, non è certo un conflitto per risolvere i problemi insormontabili che dilaniano molte terre. La risoluzione dei problemi con la guerra rappresenta uno dei cardini, degli ingranaggi di un sistema corrotto ed egoista, un sistema che vuole continuare a favorire pochi ricchi, a scapito di una moltitudine povera e sfruttata. La pace che chiedo io è una pace che raccoglie il grido di disperazione dell’80 per cento dell’umanità schiacciata dalla fame e dalla miseria».
«Non vogliamo altre guerre, soprattutto se fatte solo per i soldi. Provate a chiedere ai vostri vecchi che hanno fatto la guerra, a chi ha già vissuto l’esperienza di profugo, a chi è già stato bombardato,... vorrebbero rivivere quei momenti?», si chiede Enrico Dolgan da Schio, su cui monta il disappunto di Vicenzo Pinto: «È pazzesco teorizzare che bisogna fare la "guerra preventiva" per non essere aggrediti nel mantenimento del proprio livello di vita. Perché solo alcune nazioni devono poter disporre della bomba atomica o chimica? Forse perché fino ad oggi hanno dimostrato di saperla non usare?».
E ancora, Giulia, 20 anni di Bassano del Grappa: «Considerateci illusi, ma crediamo ancora che la nostra voce possa diventare un coro immenso, che urla al mondo e soprattutto a chi non vuole sentire, perché davanti alla morte di innocenti l’indifferenza prende forma nel silenzio». «Siamo una famiglia di quattro persone - scrive la famiglia Bucciari - mamma, papà e due bambini che non vogliono la guerra, perché nella guerra muoiono anche i bambini e non serve niente a nessuno. Non pensiamo che i bambini siano un effetto collaterale». «Ho due bambini - fa eco Davide Piccolo - e non voglio che vedano il loro paese partecipe di guerre né preventive né curative. La costituzione va rispettata o si ammetta di volerla riscrivere o ignorare».
«Perché uccidere gente che non ha fatto niente?», chiede Gloria Wissel, mentre Fabio Andrea Macina, che si firma "uno dei milioni di cittadini del mondo che vogliono la pace" ai punti interrogativi preferisce quelli esclamativi: «Non ne possiamo più di queste guerre! Nessuna polemica, nessun colore politico, niente di niente. Solo il rispetto della costituzione ma soprattutto un esame di coscienza per pensare, almeno ogni tanto, ai più sfortunati di noi».
E infine (anche se la catena promette di essere solo all’inizio): «Coloriamo il mondo di pace», è l’invocazione di Andrea Cogato di Lerino di Torri di Quartesolo, che affida i suoi pensieri ad una citazione di Martin Luther King: «Non temo le parole dei violenti, mi preoccupa solo il silenzio degli onesti».
No alla guerra: qualcosa che anche tu puoi fare
Se vuoi davvero fare qualcosa contro la guerra, questo è un metodo che ti costa solo 5 minuti del tuo tempo e che funziona.
1. non sottovalutare le cose semplici...
2. crea un'email nuova con su scritto "non voglio la guerra" o simile nell'oggetto, nel testo da libero sfogo alle tue motivazioni e spedisci ai seguenti indirizzi di giornali, settimanali, mensili, tv , capo di governo, politici (seleziona tutti gli indirizzi che trovi qui sotto, trascinando il mouse sopra di essi, copia, incollali sul campo destinato agli indirizzi del nuovo messaggio). Se vuoi, aggiungi altri indirizzi a piacere...
caporedcentr@altoadige.it; bolzano@altoadige.it; merano@altoadige.it ; bressanone@altoadige.it; trento@trentinocorrierealpi.it; lettere@avvenire.it; forum@avvenire.it; esteri@avvenire.it; corrmezz@tin.it; belluno@corrierealpi.it;, feltre@corrierealpi.it; gds@gds.it ; lettere@ilcentro.it; ildirettore@ilfoglio.it ; lettere@ilfoglio.it ; lettere@ilgiornaledivicenza.it ;redazione@ilmanifesto.it; redazione.milano@ilgiorno.it; posta@ilmattino.it ; lettere@ilmattinobz.it ; mattino@mattinopadova.it ; redazione@messaggeroveneto.it ; redazione@ilpopolo.it ; info@ilsecoloxix.it ; internetmail@iltirreno.it ; italiaoggi@class.it ; lettere@larena.it ; ildirettore@avanti.it ; redazione@eco.bg.it ; redazioneweb@unionesarda.it ; lettere@unita.it ; direttore@lapadania.net; larepubblica@repubblica.it ; lettere@lastampa.it ; tribunatv@tribunatreviso.it ; ornet@ossrom.va ; famigliacristiana@stpauls.it ; redazione@focus.it ; redazione.internet@ansa.it ; helzapoppin@radio24.it ; staff@radioradicale.it ; radiopop@radiopopolare.it ; caterpillar2@rai.it ; rai-tv@rai.it ; canale5@mediaset.it ; italia1@mediaset.it ; rete4@mediaset.it ; redazione.web@governo.it ; relazioni.pubblico@esteri.it ; ministro@difesa.it ; fini@alleanza-nazionale.it ;
3. se puoi ripeti il punto 2 quanto più spesso possibile, anche più volte al giorno. Finchè saremo così in tanti che lassù ci ascolteranno e cambieranno idea.
4. inoltra questa email a tutti gli indirizzi email che hai
Quando i mass media e i governanti riceveranno migliaia o milioni di email da parte nostra, forse si renderanno conto che NOI non vogliamo la guerra... a ciascuno costa pochi minuti, ma se lo facciamo tutti insieme eviteremo la guerra...
Qualche anima buona lo traduca in altre lingue e dissemini questa iniziativa fuori dell'Italia.
Ciao,
Paolo

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