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Taranto, Florido e l'esigenza di rompere davvero col passato

"Se l'Ilva chiude, tanti lavoratori vanno a casa". A queste affermazioni del Presidente Florido, all'indomani del servizio che l'Espresso ha dedicato a Taranto, risponde Francesco Bruno, esponente dei socialisti autonomisti di Ginosa.
11 aprile 2007
Francesco Bruno
Fonte: pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno

A Taranto, la scena politica del centrosinistra sembra dominata ormai da tempo da Gianni Florido, che non ha mai voluto le primarie, dividendo un centrosinistra unito.
Il 27 e il 28 Maggio si voterà, dopo il dissesto del Comune dichiarato dal Commissario Blonda. I veleni del dissesto sono tanti. Nessun politico corresponsabile del dissesto fino ad oggi pare essersi spaventato del rischio di trascorrere qualche giorno in carcere. Ma la politica tarantina gode di immunità? Continuerà a offrire candidature incompatibili con la pubblica amministrazione? L’opinione democratica di questa Città che sbocco politico avrà per il futuro? L’unità del centrosinistra sarebbe stata per Taranto l’unità della Città, una valida forza interlocutrice di fronte a tanti cittadini, confusi, disorientati, delusi della giunta Di Bello. Un presidente della Provincia così attento perché ha consentito la rottura dell’unità del centrosinistra tarantino? Sa che ciò può aggravare la governabilità della Città? Sarà il sindaco che divide la coscienza democratica dei cittadini.
Certo, il processo di unità politica per Florido è una meta difficile. E Taranto è una città che ha perso la sua identità. Dove la Procura della Repubblica è stata impegnata nei confronti di una classe politica corrotta, divisa, velenosa. Non si capisce perché oggi il Presidente Florido critica un settimanale che ha descritto la situazione, recitando una parte che offende l’onestà di molte intelligenze. Egli sa chi abita a Taranto e nei comuni vicini non vede più il cielo stellato ,che le patologie tumorali sono in aumento. Eppure afferma: ”Se l’Ilva chiude vanno a casa tanti lavoratori”. E’ l’alibi degli ipocriti. Florido è stato un lavoratore dell’Ilva, anch’io lo sono stato. Non è un oratorio, ma è un inferno.
Fatto sta che la persona per noi socialisti è un valore importante:come la sicurezza,la libertà, la comunità, il merito,il lavoro. Bisogna avere il coraggio di rompere con il passato e con il presente. Florido ha mai sentito parlare del cosiddetto “effetto serra”? Delle piogge acide? Del buco dell’ozono? Gli effetti di un ulteriore allargamento del buco dell’ozono sarebbero tra i più devastanti per l’uomo; tra l’altro aumenterebbero i rischi di tumori alla pelle mentre diminuirebbero sensibilmente le difese immunitarie.
Fino ad arrivare all’uomo attraverso le normali vie della catena alimentare. Inoltre, caro Florido, c’è un altro aspetto di grande rilievo del problema ambientale: lo smaltimento dei rifiuti. Nella nostra provincia e a Taranto non se ne parla.
Per esempio, la compressione sul terreno dei rifiuti e il loro isolamento per mezzo di argilla e materiale impermeabile non dà più garanzie ma provoca gravi danni.
Ho sentito perciò la necessità e il dovere di rivolgermi al Presidente Florido con questa mia lettera, in un momento in cui la politica tarantina è in crisi. C’è la speranza nella ricostruzione di una città migliore. Taranto intanto è una città fantasma, malata. Che ne sarà dei nostri figli e nipoti?

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