Taranto non ha bisogno di slogan ma di amministratori capaci
Caro Direttore,
ormai a Taranto siamo in piena campagna elettorale e, mai come in questo momento, siamo chiamati, come cittadini di una città dissestata e dalla dignità calpestata, a fare le nostre attente valutazioni politiche.
Cercando, per quanto possibile, di dare più risalto ai fatti concreti che ai buoni propositi, che senza dubbio sentiremo sprecarsi da più parti.
Non più colori, partiti o ideologie, dunque, ma persone, moralità e responsabilità.
Naturalmente sono gli stessi aggettivi che ora sbandierano tutti, compresi i fuggitivi dalla coalizione di centro destra che ha portato Taranto allo sfascio.
Certo non sarà il salto da una coalizione all’altra a fare dei nostri politici degli onesti amministratori, tutt’altro. Certe operazioni hanno piuttosto il sapore di un cambiamento di pelle studiato ad arte per favorire la nuova rincorsa alla vecchia poltrona.
Non meno meritevoli di attenzione sono certi repentini cambiamenti di rotta cui assistiamo in questi giorni da parte di autorevoli personaggi della coalizione di centro sinistra.
Mi riferisco alle recenti, sempre stupefacenti, dichiarazioni del Presidente della Provincia e candidato sindaco Gianni Florido, questa volta riguardanti le scottanti tematiche ambientali del territorio ionico.
“viviamo un’emergenza ambientale”dichiarazioni di grande sensibilità ambientale che hanno sorpreso anche gli ambientalisti più convinti, che mai avrebbero scommesso sulla svolta verde di Florido.
Propositi più che lodevoli da lungo tempo attesi ma che solo ora, alla vigilia della campagna elettorale,sono stati finalmente espressi.
Cambiare idea non può ritenersi cosa negativa, ancor più se questo avviene in senso critico e migliorativo.
Il fatto è che chi ha memoria (non ne occorre poi molta) non può non confrontare queste dichiarazioni, che al momento hanno solo la validità di una promessa elettorale, con le azioni concretamente intraprese dallo stesso Presidente.
Ricordo, per esempio, che Florido ha portato la Provincia fuori dai processi (vinti) contro l’Ilva in cui lo stesso Ente si era inizialmente costituito parte civile.
Ricordo come Florido, in qualità di Presidente della Provincia, sia stato tra i primi, fin troppo tempestivamente, a dare parere favorevole all’insediamento di un impianto rilevante come il rigassificatore, la cui collocazione, è prevista proprio al centro del porto, tra impianti ad elevato rischio ambientale come i serbatoi Eni, la raffineria, l’acciaieria Ilva, gli impianti Cementir. Tutto questo,peraltro,prima che il piano regolatore portuale venisse redatto.
Coincidenza, quanto dichiarato da Florido sul rigassificatore, cade all’indomani dell’opposizione allo stesso impianto espressa dal neo-Presidente dell’Autorità Portuale Michele Conte.
E non posso fare a meno di ricordare le aspre critiche mosse dallo stesso Florido al settimanale l’Espresso, reo di aver pubblicato un dossier che snocciolava a chiare lettere i numeri e la portata dell’inquinamento ambientale a Taranto. E’ stato solo pochi giorni fa, ma non una sola parola è stata detta per lasciare intravedere quella sensibilità che vediamo manifestarsi oggi all’improvviso.
Sono pochissimi, caro Direttore, i tarantini che all’indomani della pubblicazione di quel dossier non hanno provato sconcerto misto al desiderio di vedere spezzate le catene della subalternità che, da troppo tempo,ci legano alla grande industria.
Purtroppo, ancora una volta i nostri rappresentanti non sono riusciti a cogliere questi stati d’animo.
Dopo quanto premesso,dubito, quindi,dell’autenticità di mosse politiche che sembrano seguire l’eco di sondaggi che vedono il Dott. Stefano favorito e che dimostrano come la sola presenza allo stadio insieme ai cartelloni pubblicitari che tappezzano la Città, non possono essere più sufficienti.
Sociale.network