Perché non candidare Taranto ad essere sede di una centrale solare?
Nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha proposto la realizzazione di almeno dieci centrali solari termodinamiche, da costruire nei prossimi anni, progetto già inserito nel Dpef. Il sole, come ha ricordato il premio Nobel della fisica Carlo Rubbia, è una grande opportunità per l’Italia ma non ancora utilizzata. Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico nel settore del fotovoltaico sta crescendo. Dalle esperienze pionieristiche della centrale di Adrano, siamo arrivati alla centrale fotovoltaica di Serre in provincia di Salerno con una potenza installata di 3,3, MW e la producibilità media annua è di 3500 MWh, pari al consumo medio annuo di 1400 famiglie.
Le prossime centrali certamente saranno in grado almeno di raddoppiare se non triplicare la potenza installata consentendo di dare alle stesse vera e propria capacità industriale e di alimentare città di medie-grandi dimensioni. Perché dunque non candidare Taranto o in ogni caso il territorio provinciale ad essere sede di una di queste centrali? Taranto contribuisce con elevati costi ambientali all’alimentazione del fabbisogno energetico nazionale sia per l’alimentazione dell’industria pesante che per usi civili visto che una quota di energia prodotta dalle centrali site nello stabilimento Ilva viene immessa nella rete nazionale.
La costruzione di una centrale solare oltre che rappresentare in ogni caso un investimento significativo in un momento particolarmente difficile per l’economia del territorio, si pone quindi come coerente compensazione ambientale. In tal senso peraltro c’è già stata una prima scelta della regione Puglia, che si conferma sempre di più come una regione di frontiera per le sperimentazioni più innovative in campo tecnologico, di ubicare una centrale fotovoltaica ancora più grande di quella di Serre nell’area dell’ex Petrolchimico di Brindisi.
"Noi cittadini pugliesi proponiamo un patto per il clima rivolto a singoli cittadini, associazioni ambientaliste e animaliste, alle personalità più impegnate nel superamento dell’attuale modello di sviluppo, associazioni per la difesa dei diritti civili e umani, ai consumatori, alle realtà civiche, mondo del volontariato e cooperazione sociale, mondo agricolo, commercio equo e solidale, comitati di cittadini, sindacati, mondo della ricerca e della scienza, dell’impresa, delle professioni e della cultura.
Lavoriamo per ampliare sempre di più il consenso a queste proposte perché in Puglia c’è bisogno di una vasta, ricca, influente area politica ecologista, pacifista, nonviolenta, autonoma e innovatrice, che porti nel 2008 ad un grande appuntamento per costruire un’ Alleanza, in grado di affrontare la grande sfida posta dal cambiamento climatico in corso. Una sfida di fronte alla quale, noi pugliesi, siamo chiamati a dare il meglio di noi."
Qui è possibile scaricare l'appello in pdf.
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