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Il Presidente di Peacelink risponde alla missiva di Vittorio Angelici su Arpa, politica e cittadini

Cittadini alla Riscossa!

"Angelici preferisce mettere a nudo il tragico fatto che nessuna delle autorità preposte, a giorni di distanza, sappia spendere una parola certa su ciò che è successo"
17 settembre 2007
Alessandro Marescotti

La politica si può fare anche fuori dai partiti! Ho letto con interesse l'intervento di Vittorio Angelici, uomo che stimo come attento osservatore e che mi ha citato più volte nel suo ultimo intervento a proposito della recente "misteriosa" nube tossica sulla città. Quella che ha portato quaranta tarantini a chiedere soccorso, fra cui venti operatori dell'Ospedale Testa, tanto per intenderci. Quella di cui - siamo alle solite - nessuno ha saputo definire né la composizione chimica né l'esatta provenienza.

Angelici evidenzia il suo scetticismo quando sostengo l'Arpa come "l'unico riferimento certo in un territorio da Far West". Cita scetticamente la mia proposta di costituire comitati spontanei e gruppi di pressione formati da cittadini di fronte a simili emergenze. Angelici preferisce mettere a nudo il tragico fatto che nessuna delle autorità preposte, a giorni di distanza, sappia spendere una parola certa su ciò che è successo.

Partiamo dall'Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente).

A mio parere le lacune dell'Arpa vanno attualmente in buona parte addebitate alla sfera della responsabilità politica. Le soluzioni tecniche ci sono. Ciò che appare carente è la volontà politica di attuarle. Scaricare sull'Arpa i deficit della politica è come scaricare sull'Onu le omissioni delle superpotenze.

Passiamo ai comitati di cittadini. Anche spontanei, anche decentrati. Perché promuoverli? Angelici mi pone una domanda sottesa a conclusione del suo intervento. E' una domanda a cui cercherò di ripondere.

Perché sono convinto che i cittadini devono riprendere la politica nelle loro mani. La politica è dei cittadini, è cura della città (la "polis" greca). Occorre uno scossone nei confronti dei partiti. Lo ha fatto Beppe Grillo. E di scossoni a Taranto ne occorrono tanti. Basta con uomini "politici" silenti di fronte ai grandi drammi della città. V-Day anche a loro. Siamo soffocati non solo dal gas ma anche dalla politica dei "senza cuore e senza naso". C'è puzza di gas? Parlano di equilibri politici. C'è diossina? Non drammatizzano. Si muore di cancro? "Loro" parlano d'altro. Non scalano più le utopie ma, più concretamente, le banche. Una "casta" ci sta asfissiando con una cappa di indifferenza e la subdola complicità con i poteri forti.

Sarebbe un tragico errore fare di tutta l'erba un fascio ma sarebbe un errore di segno opposto continuare a far finta di nulla. Devo dire che a Taranto, oltre all'intervento di Angelici, non ho letto altro sulla nube tossica. E' un silenzio che preoccupa. Alimenta una percezione rassegnata dell'emergenza. Se non si preoccupano "i politici" vorrà dire che non è grave... E chi interviene è un allarmista...

Basta con questo messaggio subliminale ai cittadini. Basta con una politica costruita ad hoc per attenuare la percezione del rischio. Basta con la politica del "porta pazienza".

Questo è il momento dei cittadini. Cittadini alla riscossa. Anche senza i partiti. Una riscossa di "protestanti" come al tempo di Martin Lutero. Per avere diretto accesso al potere di capire e interpretare il mondo, senza il filtro dei "sacerdoti della politica".

E cosa possono fare i cittadini "protestanti"? Cosa possiamo fare noi cittadini senza partito e senza ordini di scuderia? Non c'è che l'imbarazzo della scelta a partire dalla preziosa fotocamera che sta nel cellulare. Possiamo fotografare le nuvole nere, filmare una chiazza nel mare, scrivere lettere ai giornali, contattare l'Arpa, sollecitare gli assessori, mandare pareri tecnici, intervenire nelle valutazioni ambientali con l'ausilio di esperti, segnalare ciò che non va, proporre alternative, presidiare le discariche, bloccare gli inceneritori, fare gli esposti alla procura, raccogliere firme, scendere in piazza, informare il resto dell'Italia con il tam tam di Internet. Una politica colorata, fantasiosa, attiva e di base deve rinascere dai cittadini, senza secondi fini, senza ambizioni di poltrona. Se non lo fanno i partiti (e una larga fetta dei partiti non lo fa) la palla passa ai cittadini.

La politica si può fare anche fuori dai partiti. "Come fare politica senza entrare in un partito" è un bel libro di Giulio Marcon (edito da Feltrinelli) che tutti dovrebbero leggere. Comitati spontanei, creativi del web, attivisti dell'e-mail, gruppi di pressione, artisti di strada e... una grande passione per la città: perché non tentare?

Rigassificatore? No, grazie Così abbiamo sbarrato la strada al rigassificatore: forse ce l'abbiamo fatta... Alla faccia di Bersani... E sempre che Prodi non faccia il "panzer" e non scelga "contro" i cittadini, come per la base militare Usa di Vicenza. In città si è costituito un "Comitato per Taranto" che dal rigassificatore si è poi esteso a tutta la questione ambientale. E nel Comitato stiamo facendo scoperte dell'altro mondo. Abbiamo scoperto che nel sito del Ministero dell'Ambiente sono state "secretate" importanti informazioni sull'Ilva. Alla faccia della trasparenza e del diritto di accesso alle informazioni. Chi se ne è accorto? I promotori del Partito Democratico? Gli esploratori della "Cosa rossa"? I fans di Berlusconi? No: i cittadini.

Perché la politica dei partiti spesso non è specchio fedele della realtà: la realtà la si osserva "deformata" dal punto in cui ci si poggia sulle poltrone.

Ed ecco che le magagne - a colpi di mouse su Internet - ce le scopriamo da soli: autodidatti della buona politica.

Organizzati in comitato, stiamo spedendo una diffida al Ministero sulle informazioni Ilva incredibilmente "secretate" nell'ambito dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale", di cui informeremo la cittadinanza. Altro esempio: in comitato sono organizzati i cittadini che a Grottaglie presidiano la discarica rifiuti speciali. Sono loro che si battono e che spronano i partiti a fare attenzione.

Per la stima che ho verso Vittorio Angelici mi preme aggiungere che questa non è la banale e qualunquistica condanna in toto della "classe politica". E' un invito alla "buona politica", una politica non assente e non distratta che sia strumento di cittadinanza attiva e di rinascita sociale. Perché così non va, assolutamente non va

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