«Quale rinascita per la nostra Taranto?»
Gentile Direttore,
In occasione delle festività appena trascorse, gli amministratori pugliesi hanno rivolto a noi cittadini i loro migliori auguri di serenità, pace e prosperità, cogliendo l’occasione per ricordare le priorità della loro azione di governo ora comunale, ora provinciale o regionale.
Intanto la città di Taranto accoglie con entusiasmo la riapertura del museo archeologico, mostrando alla classe politica che turismo e cultura devono davvero costituire le nuove strade da percorrere. Ma la tanto attesa svolta per la nostra città non può che passare attraverso una migliore qualità della vita, la difesa della salute e del nostro territorio: in altre parole, dall’annosa questione ambientale.
Sì, perché non è certo con i livelli record di decessi per neoplasie o con le percentuali da capogiro di inquinanti riversati nell’area, nel suolo e nel mare che possiamo pensare di attrarre il vasto pubblico di curiosi e visitatori come vorremmo.Taranto deve imparare a difendere se stessa con dignità ed esigere un modello di sviluppo finalmente compatibile, reale, duraturo e coerente con lo splendore delle proprie origini.
In questo quadro, ci sono organismi che è vitale rimettere in moto ed organi di controllo che devono essere messi nelle condizioni di operare al meglio nell’interesse della collettività. Un esempio concreto ci viene fornito dall’Arpa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente, che, vista la condizione ambientale di Taranto, dovrebbe essere un polo d’eccellenza nel monitoraggio dell’inquinamento, ma che invece, proprio da noi, vive una condizione a dir poco mortificante: personale sottodimensionato, sede e mezzi tecnici del tutto inadeguati.
Come possiamo difendere l’ambiente in cui viviamo se siamo sprovvisti dei più elementari mezzi per lavorare? Il personale Arpa non ha a disposizione neanche un pc, ma solo vecchie macchine da scrivere. La Provincia di Taranto, con toni trionfalistici, pubblicizza i risultati delle scelte effettuate in materia ambientale: in realtà si tratta solo di accordi presi sulla carta e fermi ormai da mesi. Sono i fatti che attendiamo, al di la della propaganda, la città non può più aspettare.
Per non parlare, poi, dell’aeroporto di Grottaglie, di recente rilanciato (per fortuna) dall’amministrazione comunale con l’intenzione di riaprire ai voli civili, che attende ancora la bretella che lo congiunga alla strada statale. Il nostro rilancio non potrà che partire da questi nodi che, insieme a porto e università occorre sciogliere una volta per tutte, se vogliamo davvero crescere in sostenibilità, economia ed occupazione.
Lea Cifarelli
Taranto
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