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Diossina, ritardi negli esiti dei testi sulla carne di pecora

Insieme con Dipartimento della prevenzione e Arpa, i risultati sono attesi dai cittadini che chiedono chiarezza e trasparenza sulla questione inquinamento e che cominciano a chiedersi se non sia necessario sottoporre la popolazione ad uno o più screening mirati
15 maggio 2008
Anna Caiati
Fonte: Corriere del Giorno

Latte alla diossina Il Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Taranto attende ancora gli esiti degli esami di diossina e pcb sulle carni di 40 capi tra pecore, capre, agnelli e capretti macellati oltre venti giorni fa. Così come è in attesa dei risultati dei test per il rilevamento delle stesse sostanze inquinanti su pesce e mitili e quelli di esami ripetuti su latte e formaggi, insieme con verdure a foglia larga ed altri prodotti della catena alimentare.

I risultati avrebbero dovuto essere pronti e consegnati il 10 maggio scorso. Una serie di problemi nei vari laboratori (soprattutto quelli di Foggia e Lecce) dal sovraccarico di lavoro alla mancanza di personale ha visto slittare gli impegni assunti. I ritardi, non dovuti al Dipartimento di prevenzione, purtroppo si riflettono non solo sul programma delineato dal Comitato Tecnico e sull’intero monitoraggio, ma anche sull’attività di sette aziende agricole ancora poste sotto vincolo sanitario, insieme con i pascoli che si trovano in prossimità della zona industriale. “Manca una gran quantità di risultati dei campionamenti da noi inviati - dichiara al ’Corriere’ il dottor Michele Conversano, dirigente del Dipartimento di prevenzione - Ho dato disposizione ai veterinari che stanno seguendo le operazioni di chiamare i laboratori e di invitare gli stessi ad accelerare i tempi.

Tutto questo ritardo blocca la relazione per una valutazione globale, che non possiamo al momento effettuare proprio per la mancanza di numerosi test”. Al momento sono stati già effettuati centinaia di campionamenti, molte sono le analisi ripetute per assicurare la negatività dei risultati e comunque il non superamento dei limiti imposti dalla legge, per latte e formaggio da latte di capra e pecora, oltre a quello bovino della Centrale, olio, pesce e cozze (a tal proposito dal Dipartimento rendono noto che gli esami sui prodotti ittici sono già stati effettuati altre tre volte, ndr).

L'ILVA risponde alla missiva del Sindaco
Non si è fatta attendere la risposta dell’Ilva alla sollecitazione del sindaco Ippazio Stefàno in ordine ai controlli sulle emissioni di diossina. Con una missiva l’azienda siderurgica informa il primo cittadino sull’avvenuta “comunicazione ad Arpa Puglia della disponibilità ad effettuare, a far data dal 26 maggio prossimo venturo, l’attività di monitoraggio Pcdd/f al camino dell’impianto di agglomerazione”.

L’Ilva, quindi, conferma quanto sostenuto nei mesi scorsi circa la disponibilità ad effettuare la nuova campagna di monitoraggio entro maggio del 2008. I controlli, però, potranno “essere avviati a partire dal 9 giugno prossimo venturo per necessità organizzativa della stessa Agenzia regionale per l’ambiente”.

I ritardi, dunque, non dipendono dall’azienda siderurgica, ma da esigenze dell’Arpa. Si tratta, comunque, di uno slittamento di appena due settimane che non dovrebbe modificare il programma di controlli e azioni volte a contenere le emissioni dall’Agglomerato 2.
Gli esami inviati nei laboratori di Teramo, di Foggia, di Lecce e di Venezia, sono per la maggior parte conoscitivi e servono a capire esattamente quale tipo di sostanze inquinanti sono presenti nella catena alimentare e quindi se sono nocive alla salute dell’uomo e soprattutto per risalire alle fonti di emissione. Sotto controllo sono soprattutto le aziende risultate positive ai test della diossina e dei pcb (policlorobifenili) e con valori oltre i limiti consentiti dalla legge, dove i valori delle sostanze inquinanti sono risultati “non conformi”.

Per quanto riguarda la situazione del suolo e dell’aria, la competenza è dell’Arpa. E’ infatti l’Agenzia regionale per l’ambiente che si sta occupando di prelievi e analisi di acqua e terreni, pascoli compresi. Risultati, anche questi, in ritardo e quindi non ancora consegnati al Dipartimento di prevenzione dell’Asl. L’Arpa di Taranto, tra l’altro, è in attesa di avviare lo spettrometro di massa ad alta risoluzione. Dopo alcuni rinvii, partirà lunedì.

A darne notizia è il professor Giorgio Assennato direttore generale dell’Arpa Puglia. “Non solo stiamo continuando con i prelievi ed i test per la diossina ed i pcb che da lunedì effettueremo noi stessi a Taranto - asserisce il prof. Assennato - ma dal 9 giugno avvieremo la terza campagna sperimentale di rilevazioni dei fumi emessi dall’Agglomerato dell’Ilva”. All’appello mancano gli ultimi risultati, comunque in corso di analisi, sul suolo ed i cui campionamenti sono stati inviati all’Inca di Venezia.

Insieme con Dipartimento della prevenzione e Arpa, i risultati sono attesi dai cittadini che chiedono chiarezza e trasparenza sulla questione inquinamento e che cominciano a chiedersi se non sia necessario sottoporre la popolazione ad uno o più screening mirati, vista soprattutto la recente “diagnosi” effettuata dalla docente dell’Università di Pisa, dottoressa Mariangela Vigotti. L’esperta nel corso di un convegno organizzato dall’Arpa a Bari ha infatti dichiarato che a Taranto: “E’ necessario ed urgente effettuare seri approfondimenti sullo stato di salute della popolazione generale”.

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