il Pd a Berlusconi «Taranto è come Napoli, porti qui il suo governo»
TARANTO — La lettera al premier sarà pronta subito dopo ferragosto. «Chiederò a Berlusconi se organizza un consiglio dei ministri sull'inquinamento qui a Taranto, come l'ha fatto a Napoli sulla monnezza. Il nostro problema non è meno grave di quello».
Segretario del circolo del partito democratico al quartiere Tamburi-Lido Azzurro da meno di un mese, Alfonso Oddo ha deciso di non perdere tempo e di avviare una serie di iniziative. «Io vado avanti, i cittadini condividono perché la situazione è pesante, il partito se vuole mi segue. Ogni giorno leggiamo di tavoli di confronto e di sottoscrizioni di intese sui problemi legati all'inquinamento. Qui noi ce l'abbiamo addosso da oltre trent'anni, le malattie aumentano e non vediamo avvicinarsi la soluzione. Ho deciso, perciò, di fare una lettera aperta al presidente del consiglio per vedere se ce l'ha lui una soluzione. A Napoli, in qualche modo, la monnezza dalle strade è sparita. Anche come gesto simbolico una riunione del consiglio dei ministri centrata su inquinamento e salute sarebbe importante».
Nel frattempo Oddo, in un comunicato, chiede «che venga rispettata la dignità delle persone che vivono a ridosso della zona industriale, poiché da troppo tempo viene offesa da numerosi tavoli di lavoro che non danno mai risposte certe. Ormai nella gente si è creata una sorta di diffidenza nei confronti delle istituzioni e della Politica. Occorre ora - prosegue Oddo dimostrare che di fatto l'Ilva possa diventare lo stabilimento più compatibile d'Europa.
Per far ciò è necessario obbligare Emilio Riva a reinvestire parte degli utili in soluzioni progettuali per rendere ecocompatibile l'impianto, dal momento che il polo siderurgico di Taranto con i suoi cinque altoforni ed un'estensione di 15 milioni di metri quadri, è il più grande d'Europa e porta ogni anno guadagni stratosferici che superano i 700 milioni di euro di utile, i quali recano beneficio solamente alle casse del proprietario a scapito della nostra salute.
Qualche guadagno in meno non ridurrebbe in miseria nessuno e favorirebbe un'inversione del trend negativo, gettando le basi per un futuro più sano. E' ovvio che questo criterio dovrebbe essere inteso come un dovere imprenditoriale e non come un gesto di favore nei confronti di Taranto e dei tarantini, che continueranno ad essere in credito per ancora molti anni».
Secondo Oddo «pensare che si possa aumentare la produzione a prescindere dai livelli di inquinamento è sbagliato e nessuno può sottoscrivere un progetto del genere, anche se purtroppo in passato si è scelto di far correre un rischio sanitario alla popolazione in cambio di poche migliaia di posti di lavoro. Di conseguenza, è assolutamente necessario che Arpa e Spesal abbiano un ruolo principale all'interno delle aziende, al fine di effettuare controlli e rilevamenti a loro discrezione».
Il segretario del circolo democratico allarga il discorso anche alle altre industrie, come Cementir ed Eni. «Tutti hanno le stesse responsabilità, poiché l'obiettivo primario è rendere meno disastrosa l'aria che respiriamo. Oggi, se si vuole, ciò è possibile. In caso contrario il risultato sarà l'aggravamento, serio, della salute dei cittadini ».
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