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I manager del Siderurgico "non sono veri quei dati sulla diossina"

Audizione dei dirigenti, contestati i rilevamenti sull´inquinamento a Taranto. «La fabbrica dei veleni non esiste, non sono veri quei dati sulla diossina, le emissioni di diossine sono almeno 100 volte inferiori ai limiti di legge».
30 ottobre 2008
Paolo Russo
Fonte: Repubblica

- L´Ilva arriva al consiglio regionale pugliese per dire che tutto va bene. Non ci sono eccessive emissioni di diossina, non esistono morti direttamente riconducibili alla nube tossica prodotta dall´industria tarantina e non ci sono bambini malati di cancro per colpa dell´azienda. «Chiunque afferma il contrario fa dichiarazioni da procurato allarme, delle quali dovrebbe interessarsi la procura della Repubblica», ha dichiarato perentorio Girolamo Archinà, responsabile delle relazioni istituzionali dello stabilimento siderurgico, ascoltato ieri dalla commissione regionale Ambiente. «L´Ilva sta riducendo le emissioni con tre anni di anticipo rispetto a quanto stabilito nel cronoprogramma concordato con la regione - ha ribadito - e siamo pronti addirittura a dimezzarle se ci concedono in fretta l´autorizzazione per la realizzazione dell´impianto di Urea».

La tecnologia anti emissioni potrebbe essere pronta già a giugno del 2009. Dovrebbero arrivare ancora prima, invece, i pareri e le prescrizioni della commissione ministeriale Aia, attesi già per i primi giorni di novembre. Ieri si è svolto a Roma un incontro interlocutorio tra i membri del comitato e i tecnici dell´Arpa e della Regione.

Il consiglio regionale, come ha annunciato nei giorni scorsi il presidente Nichi Vendola, potrebbe varare nei prossimi mesi una legge che costringerebbe l´azienda siderurgica ad abbattere drasticamente la quantità di sostanze nocive emesse nell´aria. Ma gli emissari del gruppo Riva ieri hanno giocato una partita tutt´altro che in difesa.

Voce roca e spalle larghe, Archinà, ha incollato i consiglieri regionali attorno a un tavolo snocciolando centinaia di dati tecnici targati Ilva. Microgrammi, decimali e senza contraddittorio. Dalla commissione Ambiente, dedicata alle emissioni killer della fabbrica di Taranto, ieri erano esclusi i tecnici dell´Arpa e quelli dell´assessorato regionale all´Ambiente. «Che l´Ilva a Taranto produca il 92 per cento della diossina emessa in Italia è un dato falso - ha sottolineato Archinà - le emissioni di diossina nello stabilimento di Taranto sono almeno cento volte inferiori ai limiti di legge».

Ma il responsabile dei rapporti istituzionali dell´Ilva non ha voluto commentare l´ipotesi che la Regione, attraverso una legge, riesca a far abbassare questi limiti in tutta la Puglia. «Non siamo qui per fare valutazioni di questo genere - ha ribadito il rappresentante dell´Ilva ai consiglieri della quinta commissione - ma solo per fare chiarezza e ripristinare la verità tecnico scientifica su un tema che ha grande impatto psicologico sulla popolazione e per riportare alla consistenza reale i numeri diffusi in questo ultimo periodo, in un fenomeno di allarmismo assolutamente spregiudicato, che va ben oltre il problema».

«Una risposta sconcertante», ha commentato lapidario Cosimo Borracino, il consigliere dei Comunisti italiani che dallo scorso maggio chiede la convocazione di un consiglio regionale ad hoc sull´Ilva. «Dichiarazioni che contrastano con la percezione media dell´opinione pubblica - ha potuto solo aggiungere il presidente della commissione, Pietro Mita, nel rispetto del suo ruolo istituzionale - il rappresentante ha negato con molta perentorietà il rapporto di causalità tra le emissioni e le patologie e in qualche caso le morti". "Ci hanno raccontato una favola -ha dichiarato Borracino - come se noi venissimo da un´altra regione e non avessimo sotto gli occhi tutti i giorni il dramma di Taranto». «Questo primo incontro ha avuto il merito di portare un argomento così importante in consiglio - ha sottolineato Mita». Nei prossimi giorni la commissione ascolterà anche Arpa, Osservatore epidemiologico regionale, Comune di Taranto e giunta regionale.

L´obiettivo è portare la questione in consiglio regionale. Da qui potrebbe prendere forma la legge contro la diossina voluta da Vendola. «Oppure essere nominata una commissione d´indagine sull´Ilva», ha concluso Borracino.

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