Eolico, la scure di Fitto su 4 impianti in Puglia
La Puglia, secondo Raffaele Fitto, non può scegliere l´eolico off shore. Il ministro per gli Affari regionali ha impugnato davanti alla Corte costituzionale l´atto amministrativo con il quale la Regione ha aperto la strada verso l´energia pulita che arriva dal mare. L´ex governatore pugliese ha chiesto alla Corte costituzionale di annullare l´iter avviato dalla giunta Vendola per autorizzare l´installazione delle prime centrali eoliche a largo della costa. Saranno i giudici della Corte costituzionale a decidere su questo ennesima disputa ambientale tra il Governo di Silvio Berlusconi e la Regione di Nichi Vendola.
La disputa sull´eolico off shore, tra i due poteri dello Stato, nasce da molto lontano. Da quando il ministro per l´Ambiente Stefania Prestigiacomo, lo scorso settembre, rivendicò il potere di valutare, scegliere ed approvare i progetti presentati dalle compagnie private interessate alla creazione di parchi eolici marini. Un atteggiamento che di colse sorpresa le regioni, già uniche titolari delle procedure che precedono la realizzazione delle centrali terrestri per la produzione di energia eolica. Per dirimere la controversia e chiarire gli equivoci con il Governo centrale, gli assessori regionali all´Ambiente, chiesero, ad una sola voce, la convocazione di una conferenza Stato-Regioni ad hoc. Ma se da un lato, Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali, promise alle regioni di convocare il tavolo di confronto, ad ottobre, i tecnici del ministero dell´Ambiente avviarono le procedure per valutare e scegliere i progetti di eolico off shore già presentati dalle multinazionali che operano nel settore delle energie rinnovabili.
Una forzatura alla quale, la Puglia rispose con un altro strappo. Pochi giorni dopo l´assessore all´Ecologia Michele Losappio, ha convocato una conferenza di servizi per avviare i lavori di Valutazione d´impatto ambientale (Via) e decidere sui parchi eolici off shore della regione. E´ proprio l´atto amministrativo con il quale fu convocato quel tavolo di lavoro che è stato impugnato dal ministro Fitto. Dopo la battaglia sulle diossine dell´Ilva, la mancata erogazione di fondi per il risanamento ambientale di Brindisi e Taranto e lo stop ai progetti pugliesi sull´idrogeno e il solare, l´ambiente continua ad essere un terreno di scontro tra il Governo di centrodestra e la giunta Vendola.
"Spostare al Ministero dell´Ambiente le procedure di Via dell´off shore sottraendole alle Regioni - ha replicato alla mossa di Fitto, l´assessore regionale all´Ecologia, Michele Losappio - significa privare le comunità locali della possibilità di esprimere una posizione e di incidere sull´iter. Il territorio viene così espropriato della sua volontà da un atto di arrogante centralismo". Sono quattro i progetti milionari che la Regione Puglia e il ministero dell´Ambiente si contendono. Quattro parchi eolici che, una volta realizzati al largo delle coste regionali, rafforzerebbero la leadership della Puglia, regina italiana dell´energia eolica. D
al punto di vista ambientale, la posta in gioco è molto alta: le quattro richieste in attesa di valutazione svilupperebbero, qualcosa come 700 megawatt di energia. Più di tutto l´eolico che già fa della Puglia la prima regione produttrice italiana di energia del vento. Un parco da 150 megawatt dovrebbe sorgere nelle acque antistanti Brindisi, Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Lecce; uno di 150 al largo di Chieuti verso Campomarino, ai confini tra la Puglia e il Molise, un terzo impianto da 300 megawatt da Zapponeta a Manfredonia, un quarto di 90 megawatt a Tricase.
Per tutti e quattro i siti in questione la Regione ha avviato l´iter per la valutazione d´impatto ambientale. Ma, nel ricorso presentato dall´avvocatura del ministero per gli affari regionali, l´accento è puntato soltanto sugli impianti off shore che dovrebbero essere realizzati in Salento, a largo di Brindisi e di Tricase. Un dettaglio che ha insospettito l´assessore all´Ecologia. "L´eccesso di zelo e la tempestività della censura ministeriale - ha commentato Losappio - sembrano un segnale contro le Regioni, affinché non disturbino il manovratore".
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