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Caro Carone, conosco Taranto

L'intervento di Michele Carone critico nei confronti del mio di venerdì 5 merita correzioni e puntualizzazioni se si vuole raggiungere l'obiettivo di concorrere alla riduzione dell'impatto ambientale delle grandi industrie sull'ecosistema locale.
10 dicembre 2008
Federico Pirro
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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L'intervento di Michele Carone del Comitato per Taranto sul Corriere del 7 dicembre critico nei confronti del mio di venerdì 5 merita correzioni e puntualizzazioni se si vuole (realmente) raggiungere l'obiettivo - condiviso da tutti, nessuno escluso - di concorrere alla riduzione dell'impatto ambientale delle grandi industrie sull'ecosistema locale. Procedo per punti:

1) io ho posto domande al Comune circa l'impiego (e i suoi tempi) dei 78,6 milioni - come ha precisato di recente l'Assessora regionale professoressa Barbanente - previsti per interventi di risanamento nel Quartiere Tamburi. Pertanto, i cittadini che vi risiedono e tutti gli altri di Taranto attendono risposte in merito in primo luogo dal Sindaco, dal Vicesindaco e dai tecnici del Comune. Il Signor Carone, che pure dice "di conoscere alla perfezione" le mancanze della Regione in merito ai fondi per il Tamburi, in proposito dovrebbe documentarsi presso l'Assessorato regionale all'Urbanistica. Gli suggerisco poi di leggere quanto dichiarato dalla Barbanente sul Corriere del Giorno il 2.12 a pag.4-5;

2) circa i "guadagni stratosferici" e il presunto "acquisto in saldo" dello stabilimento di cui parla il Signor Carone, si ricorda che dalla privatizzazione dell'Ilva Laminati Piani l'Iri ha incassato 2.334 miliardi di vecchie lire, oltre a 1.500 miliardi per l'avvenuto deconsolidamento di debiti finanziari netti, e un rilevante ammontare di garanzie prestate dalla società;

3) è oltremodo positivo che la cittadinanza presente al corteo del 29 non abbia manifestato "contro l'Ilva", di cui pure - Carone lo sa ? - un avvocato tarantino propone la chiusura totale, o almeno della sua area a caldo, previo referendum cittadino al riguardo. Tale ipotesi non la accetterebbero non solo i 19.000 operai, tecnici e dirigenti (fra diretti e indiretti) che lavorano all'Ilva, ma anche tutti gli altri abitanti di Taranto che, rispetto ai 20mila della manifestazione del 29, sono la stragrande maggioranza, e che ad essa - è bene ricordarlo anche a Carone - non hanno ritenuto di partecipare, pur essendo del tutto condivisibile l'obiettivo del corteo;

4) i dati sulla mortalità e sulle patologie locali mi sono noti leggendoli su fonti qualificate come l'Osservatorio epidemiologico regionale, ma gli interventi per abbatterne le cause, almeno quelli già compiuti dall'Ilva, sono riportati sulla relazione di accompagnamento al Disegno di legge regionale sulle emissioni di diossine. Pertanto, rimando Carone e il suo Comitato ad una attenta lettura di quel documento, ricordando peraltro che in Puglia potrebbero esservi anche ortaggi trattati con anticrittogamici, usati da alcuni coltivatori spesso in forme non corrette, e non sempre controllati dalle Autorità competenti.

P.S. Circa una mia "presunta crociata sempre più solitaria" non mi provoca disagio la solitudine, perché ho interrogato le Autorità locali nell'interesse dei cittadini tarantini. Ricordo infine, ancora una volta, che in città ho lavorato dieci anni, ci vengo ogni settimana e ci tornerò come docente dell'Università di Bari.

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