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ILVA, una fabbrica maledetta 44 morti in quindici anni

Ventiquattro ore di sciopero per rivendicare sicurezza nel mondo degli appalti dell´Ilva di Taranto. La protesta è stata proclamata dalle segreterie provinciali tarantine di Fim, Fiom e Uilm, subito dopo la tragedia.
12 dicembre 2008
Mario Diliberto
Fonte: Repubblica

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TARANTO - Ventiquattro ore di sciopero per rivendicare sicurezza nel mondo degli appalti dell´Ilva di Taranto. La protesta è stata proclamata dalle segreterie provinciali tarantine di Fim, Fiom e Uilm, subito dopo la tragedia che è costata la vita all´operaio polacco Jan Zygmunt Paurowicz. «Un altro omicidio sul lavoro, questa volta un lavoratore che è giunto dalla Polonia, in un´azienda di appalto francese, per morire a Taranto, dove ci sono comunque migliaia di giovani disoccupati», tuona Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom. Che accusa: «Se a Taranto si fosse agito da parte delle istituzioni, anche della magistratura, con la stessa solerzia e rigore con cui ci si è mossi a Torino, oggi probabilmente la situazione sarebbe diversa. E invece dalla metà degli anni ´90 sono già 44 le vittime di quella fabbrica».

Secondo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, «ancora una volta un lutto colpisce i lavoratori dell´appalto. Vogliamo essere vicini ai parenti e ai conoscenti dell´operaio, consci che il problema della grande industria tarantina non potrà essere risolto solo con annunci e proclami, ma con l´analisi rigorosa delle cause degli incidenti e delle criticità ambientali e con l´introduzione e il rispetto di rigorose legislazioni». «Rivendichiamo con forza il rispetto delle pratiche operative di sicurezza anche nell´indotto.

Un mondo - dice il segretario provinciale della Uilm - in cui bisogna scavare per imporre il diritto al lavoro e alla vita». Gli fa eco il segretario provinciale della Fiom, Franco Fiusco. «L´ennesima tragedia - sbotta Fiusco - dimostra la ferocia e la debolezza di un sistema che produce incidenti e morti. Mi riferisco all´indotto sul quale occorre rilanciare un confronto. La responsabilità di quanto accade non può che ricadere su Ilva. Spetta all´azienda - conclude il sindacalista - vigilare».

E sul caso Ilva interviene anche l´ex ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero. Il segretario di Rifondazione Comunista era ieri a Taranto in vista delle primarie per le imminenti provinciali, ed ha incontrato alcuni lavoratori dell´Ilva dinanzi alla portineria dello stabilimento. «Siamo in una situazione inaccettabile in cui le morti si susseguono soprattutto negli appalti e nei subappalti. È evidente - ha aggiunto Ferrero - che non si tratta di un incidente: vuol dire che la produzione è progettata per fare profitti, sapendo che per produrre quei profitti ci saranno dei morti e degli incidenti. Questa situazione - ha concluso l´ex ministro - è inaccettabile. Non si può andare avanti cosi». Il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno ha voluto esprimere a nome di tutta la città le condoglianze ai familiari dell´operaio polacco.

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