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Legambiente: «Taranto, record di inquinamento»

Gli ambientalisti: «L'Ilva ha un'autonomia da Repubblica delle Banane» Vendola: «la legge sulle diossine parla del futuro, prova a impedire i veleni che verranno. Non stiamo chiedendo un grande sacrificio a Riva ma una piccola restituzione di ciò che ha tolto a questa città».
18 gennaio 2009
Cesare Bechis
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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TARANTO — In piena era tecnologica saranno un centinaio di lenzuola a tracciare il diagramma dell'inquinamento di Taranto e a descrivere al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo lo stato della qualità dell'aria respirata ogni giorno dai cittadini tarantini.

Sono i panni di Legambiente, con la scritta «No allo smog», appesi da ieri ai balconi delle case del quartiere Tamburi, quell'agglomerato di palazzi a ridosso dei parchi minerali dello stabilimento siderurgico dell'Ilva, protetti da colline ecologiche alte quanto un edificio di dieci piani che tutto hanno fatto negli ultimi vent'anni tranne che trattenere le polveri dell'acciaieria.

Ieri Legambiente ha scelto Taranto come capitale e simbolo delle città inquinate d'Italia per presentare «Mal'aria 2009», la campagna per dire stop allo smog e chiedere città più vivibili. Tra un mese, dopo un'esposizione di trenta giorni all'aria tarantina, le cento lenzuola «saranno cambiate di colore e le porteremo al ministro Prestigiacomo per far vedere cosa entra nei polmoni dei cittadini di Taranto. Il ministro deve ragionare con noi per risolvere il problema delle emissioni dell'llva».

Sono le parole con cui Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha aperto la campagna nella piazzetta De Vincentis, al rione Tamburi, davanti ai rappresentanti delle istituzioni locali, Vendola (Regione), Florido (Provincia), Stefàno (Comune), prologo della trasmissione televisiva Ambiente Italia e dell'assemblea pubblica del pomeriggio.

I temi dell'ambiente e della salute, delle fonti inquinanti e delle responsabilità dell'Ilva e delle altre aziende dell'area industriale, delle leggi da far rispettare de dei rapporti tra industria, città e istituzioni- locali e nazionali sono stati sviluppati nei vari interventi.

«All'Ilva - ha detto Vittorio Cogliati Dezza - deve essere imposto un percorso con tempi definiti in cui rientrare nei limiti europei, come hanno fatto le altre aziende siderurgiche italiane. Non si capisce perchè l'Ilva debba godere di questo regime di autonomia da Repubblica delle Banane». Legambiente ha presentato un rapporto dal quale emerge quanto Taranto sia inquinata e vanti record su record per le percentuali di diossina, di furani e polveri sottili.

L'acciaieria di Taranto, da sola, produce in un anno il 92 per cento delle emissioni di diossina e il 95 degli idrocarburi policiclici aromatici (Pcb). Il presidente Vendola ha sottolineato che «la legge sulle diossine parla del futuro, prova a impedire i veleni che verranno. Ma la città di Taranto ha un problema che è il passato: sono i veleni che si sono accumulati per decenni. Non stiamo chiedendo un grande sacrificio a Riva ma una piccola restituzione di ciò che ha tolto a questa città. Taranto è uno degli emblemi della sofferenza del sud, di una storia anche di violazione del diritto alla vita ».

Gianni Florido, presidente della Provincia, ha rivendicato il merito di aver attrezzato, spendendo due milioni di euro, l'Arpa con uomini e attrezzature in grado di monitorare l'aria di Taranto e fornire i dati necessari a inquadrare il problema.

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