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Vendola: «mai più morire di lavoro»

La Regione Puglia ha realizzato il primo Atlante regionale degli infornuti sul lavoro – il primo elaborato nel centro-sud d’Italia – che contiene i dati degli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2000-2006. A livello provinciale Taranto conferma gli indici infortunistici più elevati, Bari i più bassi.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno

Morti Bianche
BARI – Gli incidenti in Puglia come in tutta Italia aumentano quando si tratta di lavoratori precari o quando si tratta di lavoratori migranti. Invece tendono lievemente a flettere come percentuale quando si tratta di lavoratori e lavoratrici stabilizzati. E’ uno dei dati che emerge dal primo Atlante regionale degli infortuni sul lavoro curato dall’assessorato regionale alle Politiche della Salute e dall’Inail e presentato oggi in un incontro con i giornalisti dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dall’assessore regionale alle Politiche della Salute, Alberto Tedesco, dal vicedirettore dell’Inail di Puglia, Mario Longo, e dal direttore del Servizio Assistenza Territoriale e prevenzione della Regione Puglia, Fulvio Longo.

A livello provinciale, la provincia di Taranto conferma gli indici infortunistici più elevati che sono passati da un tasso del 63,40 del 2000 a quello del 46,75 del 2005 (ancora molto distante dalla media nazionale).

La provincia di Bari si conferma quella a più basso rischio infortunistico in Puglia con tassi che si avvicinano sempre di più a quelli della media nazionale (da 43,09 del 2000 a 32,96 del 2005).

Secondo le ultime stime dell’Inail – ha detto Mario Longo della direzione regionale dell’Inail – rispetto ad un ulteriore decremento nazionale degli infortuni denunciati di circa l’1,7% per il 2006 e del 1,3% del 2007, in Puglia si registra una flessione di circa il 3,5% per il 2006 e dello 0,7% nel 2007. Il comparto delle costruzioni si conferma ad alto rischio infortunistico, sia per incidenza sia per gravità, seguito dal comparto della metalmeccanica e della sanità, in agricoltura si registra una flessione nel corso degli anni degli eventi infortunistici.

Negli ultimi anni si assiste anche ad un incremento di infortuni a lavoratori atipici, come interinali e parasubordinati. Il picco di casi infortunistici si registra nelle prime ore del turno lavorativo e in particolare intorno alle 10 del mattino. Le cadute dall’alto rappresentano una delle cause più frequenti di infortuni gravi o mortali. Rispetto al generale decremento del trend infortunistico, sia a livello nazionale sia regionale, si registra un lieve incremento dei tassi relativi agli infortuni gravi e mortali.

In Italia, infatti, si è passati da un tasso del 3,5 del 2000 al 5,2 del 2005, mentre in Puglia il tasso del 4,3 del 2000 ha subito lievi incrementi sino a raggiungere il 5,1 nel 2005. In Puglia sono stati indennizzati 84 infortuni mortali avvenuti nel 2005, 85 nel 2006, e 76 nel 2007. Nel 2007, quindi si registra una riduzione delle morti sul lavoro. Ma gli infortuni gravi e mortali sono sicuramente una priorità da affrontare per quanto riguarda le politiche di prevenzione. L'Atlante regionale degli infortuni sul lavoro sarà biennale e sarà alternato dalla edizione di un 'Atlante storico degli infortuni mortali e gravì.

VENDOLA: MAI PIU' MORTI PER LAVORO

«Dobbiamo fare in modo che morire di lavoro non sia mai più una cosa normale». Ecco perché il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, suggerisce «alla grande opinione pubblica di non distrarsi». «Può essere anche un buon passatempo ogni tanto tuffarsi in qualche Isola dei Famosi – dice Vendola – ma nell’anonimato della vita quotidiana, dietro casa propria, girando un angolo, ogni giorno tre-quattro persone muoiono nella normalità di questo mercato di lavoro».

Ecco perchè la Regione Puglia ha fornito, anche alla grande opinione pubblica, e non solo alle istituzioni per la programmazione di interventi, il primo Atlante regionale degli infornuti sul lavoro – il primo elaborato nel centro-sud d’Italia – che contiene i dati degli infortuni sul lavoro avvenuti nel 2000-2006. Nel presentare l'iniziativa – curata dall’assessorato regionale alle Politiche della Salute in collaborazione con l’Inail – Vendola ha ricordato che si parla «di oltre 1000 morti all’anno in Italia, di 15-20000 feriti, di centinaia di migliaia di incidenti sul lavoro all’anno».

«In Puglia – ha detto Vendola – gli incidenti sono prevalentemente nel circuito delle attività dell’edilizia, e sono ancora un retaggio di pezzi di medioevo che ancora persistono in alcune aree agricole dove c'è, ad esempio, la figura del caporale, e sono anche legati alla grande fabbrica come l’Ilva. Guardare e conoscere la realtà degli incidenti significa – ha aggiunto il presidente della Regione – costruire intanto una attenzione sociale e sapere dove intervenire per prevenire, per reagire all’idea che si possa non vivere ma morire di lavoro».

Infortuni sul lavoro, Nichi Vendola denuncia "il silenzio della politica"

BARI - ''Ciclicamente torna il silenzio della politica sulla morte nel lavoro e gli incidenti tornano a vivere nella rubrica della cronaca nera. Escono fuori dal dibattito pubblico, dal dibattito politico e appaiono semplicemente una catena di episodi di cronaca nera".

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, presentando oggi, insieme con l’assessore regionale alle Politiche della Salute, Alberto Tedesco, e, per la Direzione regionale dell’Inail, Mario Longo, il primo Atlante Regionale degli Infortuni sul lavoro (avvenuti negli anni 2000-2006). L'Atlante – è stato detto – rappresenta la prima iniziativa del genere del Mezzogiorno.

"E' importante – per Vendola – quando il presidente della Repubblica rompe il silenzio, quando si rompe il muro della omertà istituzionale nei confronti di una patologia sociale che va continuamente combattuta, contrastata, soprattutto attraverso la conoscenza. E’ una patologia che ha bisogno di una diagnosi approfondita e mutevole perchè il fenomeno della incidentalità sul lavoro è un fenomeno mutevole".

"Io segnalo il rischio – ha detto – che il silenzio della politica che è tornato sul tema degli incidenti sul lavoro sia soltanto il primo segnale di una regressione civile che può essere incoraggiata dai tempi della crisi e della recessione".

"Quando il tema del lavoro diventerà, come sta diventando, così stringente, così drammatico, non potremo certo soffermarci su quella specie di invocazione del galateo della vita che sembra utile nei periodi di vacche grasse. Nei periodi di vacche magre – ha concluso Vendola – si attenua l’attenzione relativa ai diritti soggettivi dei lavoratori, dei loro diritti sociali, dei loro diritti sindacali".

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