Diossina nel latte e nella carne L'Arpa: «Nessun rischio salute»
LECCE — Domani, dati ufficiali alla mano, si tenterà di definire portata e pericolosità dell'inquinamento da diossina rilevato nel latte prodotto da un allevamento di Cursi e nella carne prelevata dai servizi veterinari in un esercizio commerciale di Maglie. Per le 15.30, l'assessore all'Ambiente della Provincia di Lecce, Gianni Scognamillo, ha convocato una riunione cui prenderanno parte i rappresentanti di Asl, Arpa e il sindaco di Maglie, Antonio Fitto. Il vertice sarà l'occasione per incrociare i risultati delle analisi sugli alimenti finiti sotto la lente d'ingrandimento dell'Istituto zooprofilattico di Teramo con le indagini epidemiologiche riguardanti le zone del Salento maggiormente esposte a rischi di contaminazione.
Intanto, secondo fonti dell'Azienda sanitaria leccese, i risultati di una prima verifica dei dati sull'incidenza delle malattie e sulle cause di mortalità nel magliese, sarebbero rassicuranti. Il sindaco Fitto, tuttavia, chiede chiarezza. «Dal tavolo provinciale mi aspetto informazioni limpide su cui si possa fare una valutazione obiettiva sullo stato dei fatti», afferma il primo cittadino magliese. Certo è che si parte da un dato inequivocabile. Nel campione di latte prelevato in un allevamento di ovini, a Cursi, sono stati riscontrati 12,33 picogrammi per grammo di diossina, cioè più del doppio rispetto alla soglia massima prevista dal Regolamento comunitario 1881 del 2006 che è di 6 picogrammi per grammo.
Consequenziale è stato il sequestro di circa 30 litri di latte munti venerdì scorso da una sessantina di animali. Ma i sigilli sono scattati anche su altri 200 litri di latte di mucca. Parole rassicuranti sull'assenza di rischi per la salute le pronuncia il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato, secondo il quale le quantità di diossina individuate nel latte e nella carne «non sono tali da determinare effetti sulla salute e non vi è alcuna preoccupazione neppure sulle nuove emissioni di diossina rilasciata sul territorio perché i dati che abbiamo sono tranquilli».
Questi i fatti, mentre nel frattempo la questione diventa un caso politico. «E' chiaro che i maggiori sospetti ricadono sulla Copersalento e sulle emissioni di diossina prodotte dallo stabilimento in questi anni. Chiediamo a tutte le autorità competenti di assumere con la massima serietà e responsabilità il tema degli alimenti inquinati, a cominciare dal sindaco di Maglie che non può limitarsi a ripetere che egli è l'ultimo a sapere le cose », scrivono in una nota Antonio Maniglio, presidente del gruppo Pd alla Regione e Raffaele Cesari, segretario del circolo magliese dello stesso partito.
Sociale.network