"Salvate i nostri bambini"
Una seria indagine epidemiologica. È quanto chiede un gruppo di donne e mamme di Taranto accomunate dalla rabbia «per quanto siamo costrette a subire ogni giorno e la speranza di un futuro migliore e possibile per tutti i figli di Taranto che si stanno affacciando alla vita».
Una richiesta forte che queste donne e mamme rivolgono al presidente della Regione Vendola, al sindaco Stefàno, al commissario della Asl, Colasanto, e al procuratore della Repubblica, Franco Sebastio.
«Alcune di noi - scrivono - hanno già visto i loro figli ammalarsi e alcuni morire, altre vivono nell’incubo costante che questo possa accadere ai propri bambini, vittime di un terra che non è più “madre” ma matrigna e carnefice. Una terra martoriata e violentata anch’essa, così come lo sono i nostri bambini che in essa vivono, defraudati delle loro speranze, dei loro sogni, del loro futuro, delle loro attese e spesso dei loro sorrisi, della loro spensieratezza e dei loro giochi».
Parole forti, quella scritte da queste donne e mamme, che si accompagnano alla rabbia per il fatto, sottolineano, che nella nostra città «l’art. 32 della Costituzione venga sistematicamente disatteso e come mai nonostante le molteplici sollecitazioni, non vi siate ancora attivati a far partire una indagine epidemiologica»
Mentre a Cornigliano l'indagine «è stata fatta» e un giudice «ha disposto il sequestro preventivo dell'impianto di cokeria all'interno dello stabilimento delle acciaierie di Genova Cornigliano di proprietà della Società Ilva spa».
Ecco perchè questo gruppo di donne e mamme arrabbiate insiste perchè venga effettuata, «nel minor tempo possibile», sulla popolazione di Taranto e in modo specifico del quartiere Tamburi, «una indagine epidemiologica per verificare la correlazione tra causa e effetto; inquinamento e malattia/morte».
E pur di proteggere i propri bambini, queste donne e mamme si impegnano a non lasciare «che sia solo questa lettera a raggiungervi ma saremo disposte, nel caso non verremo ascoltate, ad andare alle tv locali e nazionali, a creare eventi di piazza, manifestazioni non solo a Taranto, ma su tutto il territorio nazionale affinché si sappia che in questa Terra manca chi la tuteli e che la vita e la salute non solo sono costantemente messe in pericolo ma sistematicamente schiacciate dalla logica perversa del profitto.
Se continueremo a non essere ascoltate, - proseguono, ci rivolgeremo alla magistratura de nunciando tutti coloro che potevano fare e non hanno fatto per tutelare la vita e la salute di tutti i bambini di Taranto e in particolare dei bambini del quartiere Tamburi, che continuano ad ammalarsi, a vivere male e molti di loro a morire».
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