Tagliare le bollette dell'acqua del 7% Petrella chiede il rispetto referendum
- «Quello che sta accadendo con il decreto legge che il governo Monti è pronto ad approvare è un attacco frontale ai referendum sull’acqua e alla democrazia. Anche voi giornalisti dovreste ribellarvi. Scendere nelle piazze. Poi sento criticare i governi di Castro o Chavez. Questa non è dittatura?!».
Sono le dichiarazioni del professore Riccardo Petrella, rappresentante dei forum nazionali per la difesa dell’acqua pubblica, a margine dell’incontro organizzato a Bari, nella facoltà di giurisprudenza, dai comitati pugliesi. “A(c)quale punto siamo” è il titolo dell’incontro nella facoltà barese, per fare il punto sulla situazione della ripubblicizzazione dei servizi idrici integrati, assieme a padre Alex Zanotelli.
«Il mercato e la remunerazione del capitale, cioè il profitto, è l’unica logica che domina su tutto e che toglie potere anche alla politica e alla democrazia» ha aggiunto Petrella, che ha anche sottolineato come la Regione Puglia «voglia o no abbassare le tariffe per la fasce più deboli della popolazione, ha per adesso disatteso le dichiarazioni della stessa giunta di Nichi Vendola, sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, che di fatto non ha finalità pubbliche, se prevede la remunerazione del 7% del capitale», ha aggiunto Petrella. «Di conseguenza - continua - bisognerà tagliare le bollette dell'acqua della stessa percentuale. Il governo pugliese non può prima dire che ha reso pubblico il servizio idrico e poi appellarsi alla legge nazionale che non lo permette. O lo si è fatto o non lo si è fatto.
Se la Corte Costituzionale abrogherà il disegno di legge pugliese sull’Aqp, la Regione avrà comunque la possibilità di riformulare la propria legge». Il professore si dichiara, però, fiducioso, riguardo la coerenza delle dichiarazione di Vendola sulla volontà di sottrarre l’acqua al profitto.
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