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Peacelink: la tromba d’aria può colpire ancora?

Le osservazioni di Peacelink al Piano di Emergenza Esterno della raffineria ENI di Taranto
19 febbraio 2013

La tromba d'aria su Taranto Il 18 febbraio 2013 si è riunito il gruppo di lavoro della Prefettura presieduto dalla dott.ssa Cosima Di Stani (Capo di Gabinetto e Dirigente Area Protezione Civile) incaricato di mettere a punto il Piano di Emergenza Esterno della raffineria ENI di Taranto. Erano presenti le autorità coinvolte dalla Protezione Civile, tra cui: il Comandante dei Vigili del Fuoco, il Comandante dei Vigili Urbani, i delegati del Comitato Tecnico Regionale (CTR) e della Regione Puglia; dall’altra parte del tavolo, le associazioni di cittadini che avevano presentato al Prefetto le loro osservazioni alla parte di piano pubblicata qualche settimana prima sul sito web della prefettura: MillexTaranto, Peacelink, Legambiente.

Peacelink ha illustrato le sue osservazioni, partendo dalla domanda se sia possibile il ripetersi di un evento tragico come quello del 28 novembre 2012, quando una tromba d’aria devastò il porto e l’area industriale di Taranto e la cittadina di Statte, passando a poche centinaia di metri dalla raffineria ENI.

La risposta - secondo Peacelink - è affermativa: sia pur non con grande probabilità di ripetersi a brevissimo termine, l’evento non è stato eccezionale o irripetibile.

Peacelink ha trovato dettagliate ricerche storiche di ricercatori e docenti universitari (http://www.laterradegliuragani.unisalento.it) che effettivamente mostrano come fenomeni del genere siano stati relativamente frequenti in periodo storico. In particolare, due eventi molto rilevanti in zona, uno del 1897 (il “turbine atmosferico di Oria”, in effetti tromba d’aria formatasi nel Golfo di Taranto e atterrata all’altezza di Monacizzo prima di proseguire per Sava, Oria e Francavilla) e la tromba d’aria del 1937 (che atterrò all’altezza di Bellavista per poi inoltrarsi fino a Massafra, Martina Franca e Monopoli).
 
L’analisi storica dunque suggerisce di non stare troppo tranquilli, senza dover neanche tirare in ballo gli effetti del riscaldamento globale che ci si può ragionevolmente attendere sul microclima del Golfo di Taranto: aumento della durata della stagione calda e della temperatura del mare. Trombe d’aria meno potenti sono state osservate in zona anche nel 2010 e 2011, fortunatamente senza tragiche conseguenze.
 
Quali sarebbero le conseguenze di una tromba d’aria sulla raffineria?

Questo non può essere compito di Peacelink o dei cittadini stabilirlo, ma - com'è ovvio - è compito principalmente degli ingegneri dell’ENI che conoscono dettagliatamente gli impianti, e delle autorità preposte alla validazione dei piani di sicurezza.

 In conclusione, Peacelink ha raccomandato alle autorità competenti:

  • di includere nel Piano di Emergenza Esterno ENI (e adoperarsi per far includere nel piano di emergenza interno di ENI) lo scenario del verificarsi di una tromba d'aria di classe F2 o F3 (ossia significativa o forte, secondo la scala Fujita che classifica la capacità di un tornado di provocare danni);
  • di prevedere un sistema di osservazione precoce della formazione di trombe d'aria nella zona, nonché l'uso di sirene poste nel porto e su edifici pubblici nei quartieri limitrofi per avvisare istantaneamente i lavoratori del porto, che sono i più esposti a causa della brevità del preavviso possibile di allarme, e la popolazione;
  • di valutare la possibilità di organizzare esercitazioni realistiche di evacuazione a seguito di incidente, avvalendosi anche di associazioni di volontariato come scout e simili; questo per verificare la bontà delle disposizioni ed aumentarne l'efficacia in situazione di emergenza, grazie al fatto che la popolazione sarebbe già istruita sul da farsi e non costretta ad imparare nel momento più difficile;
  • di creare un profilo sui principali social network (Facebook e Twitter) del Comune collegato ai Vigili del Fuoco e al sistema della Protezione Civile e di renderlo noto alla popolazione in modo che possa dare informazioni utili ad affrontare le difficoltà.

 


Note: Peacelink ringrazia il prof. Domenico Licchelli per la utilissima consulenza, e Antonio Camuso per la sua proverbiale memoria.

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