Ma l'ambiente non è un partito politico
Oggetto del contendere, non i programmi, il rapporto tra l’Italia e l’Europa, il bilancio di quanto fatto nella legislatura conclusa dai vari eurodeputati uscenti, ma il modo di essere ambientalisti e con quali compagni di strada.
Si è partiti da lontano, molto lontano, iniziando a frugare negli armadi a caccia di pellicce e affini perché per i rilasciatori delle patenti di ambientalismo essere contro gli inquinatori significa anche essere animalisti e vegetariani, per poi giungere nelle ultime ore a chi sta con chi. Tutto legittimo, per carità.
In una città che ha visto una famiglia (i Riva) in grado di portare sulle sue posizioni il presidente del Consiglio (Berlusconi) e il leader del principale partito di opposizione (Bersani) pur di inquinare indisturbata, è naturale indagare sulla compagnia di giro prima di offrire voti e sostegni.
Ma proprio in una città come Taranto l’ambientalismo dovrebbe essere ormai un dato acquisito per tutti, essere nel sangue – purtroppo forse con la diossina – di tutti tutti. L'ambientalismo non è un colore politico ma un modo di vivere, un approccio alla vita orientato a respirare un’aria più pulita e a lasciare ai nostri figli un mondo meno avvelenato dell’attuale.
Questa diffusa sensibilità non ha trovato sinora adeguata rappresentanza politica e se alle prossime elezioni europee ci saranno ambientalisti tarantini candidati in varie liste, anche in quelle ispirate, pur alla lontana, dai vecchi amici di Riva, sarà una buona notizia per Taranto, sarà il segno che il virus ambientalista finalmente si sta diffondendo.
Di Mimmo Mazza, da la gazzetta del mezzogiorno edizione Taranto del 28.2.14
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