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Sulla terra degli uomini si staglia un urlo di guerra. Non possiamo rimanere in silenzio. Di fronte all’assurdo di chi vuole vivere in un mondo dove pochi vivono della ricchezza di molti, ed utilizzano la guerra come strumento ulteriore di questa ingiustizia, il nostro cuore che cerca la vita non può fare a meno di far sentire la sua domanda di pace.
Sabato 15 febbraio 2003 un gruppo di persone di origine culturale e ideale diversa, unite nella forza della domanda di pace tramite l’uso della nonviolenza attiva e in sintonia con tutti gli uomini che chiederanno la pace nelle capitali del mondo, si ritroveranno sulla cima del Canto Alto per porre un segno visibile di Pace.
Porteremo sulla croce del canto alto una grande bandiera della pace, segno del nostro impegno quotidiano nella costruzione della pace che è l’unica risposta umana al terrorismo e alle ingiustizie.
Quella croce per alcuni di noi che sono credenti è la fonte stessa della Pace, per tutti è il segno di una tradizione che ha costruito la convivenza pacifica sull’amore per la libertà e la giustizia. Quella croce è segno anche dell’armonia dell’uomo con i suoi monti, la sua terra, che con velocità sconvolgente stiamo distruggendo.
Per questi motivi quel segno non vuole essere di offesa o di scandalo per nessuno, a qualsiasi parte sociale appartenga. Non vuole coprire quella croce cui tutti siamo legati, ma ridargli voce di fronte a chi vuole annebbiare l’impegno di chi ci ha consegnato l’Italia, la nostra Costituzione, l’articolo 11… E vuole ricordare a chiunque faccia uso indebito di quella croce, che per i cristiani è segno del loro Gesù, che quel Gesù è morto proclamando la potenza dell’amore di fonte alle ingiustizie e di fronte ad ogni violenza, tanto più se parte da chi impone la sua supremazia e la sua opulenza con la forza.
Il cuore degli uomini anela alla pace. Vogliamo affiancarci alle mille voci che vogliono costruire la pace: in nome di un ideale, di una fede, della Costituzione, degli stessi uomini che sono morti perché anche l’Italia fosse un paese di pace. L’Italia e i paesi ricchi non possono essere sereni finché quella stessa pace, quella stessa libertà, queòòa democrazia, quei diritti umani su cui hanno voluto costruirsi viene oggi negata all’83% dei figli del pianeta.
Leviamo alto il nostro sussurro deciso e forte:
PACE!