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PeaceLink informa la Commissione Europea sulla morte del giovane operaio e sugli ultimi dati ambientali ed epidemiologici di Taranto

Il comunicato stampa
24 settembre 2016
Redazione Peacelink

eu e peacelink Peacelink ha inviato oggi una lettera al Commissario Europeo per l’Ambiente Vella, per riportare quanto accaduto di recente nella questione ILVA.

Solo pochi giorni fa, scrivono Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti e Luciano Manna, Peacelink ha presentato il dossier “Non toccate quelle polveri” portando alla luce il fatto che polveri pericolose per la salute dei tarantini non vengono registrate dalle centraline dell’ARPA, che sono per legge tenute a rilevare i valori di PM10 e PM 2.5 ma che non sono idonee a rilevare le polveri specifiche che inquinano Taranto ossia quelle con PM superiore a PM11 e inferiore a PM 0,7 (le centraline hanno filtri a cui sfugge ad esempio il PM 0,1 e le nano-polveri).

Il pericolo, quindi, è che tonnellate di polveri industriali distribuite su persone e ambiente restino incontrollate e che quel killer silenzioso ed invisibile continui a uccidere la popolazione. Peacelink ha inviato alla Commissione il link con i documenti scientifici a supporto della questione.

Solo pochi giorni fa, inoltre, scrive l’Associazione, l’aggiornamento dello Studio Sentieri ha messo in evidenza una importante relazione tra l’aumento di patologie nei giorni in cui l’inquinamento dall’area industriale invade la città. Una situazione confermata dai dati sulla mortalità, anch’essi inviati alle Istituzioni Europee. Molto recente anche il video lanciato da TV Med, che testimonia la violazione dell’AIA riportando immagini di importanti emissioni in fuoriuscita dall’area cokerie.

Ma il peggio che potesse accadere è accaduto, con la morte di Giacomo Campo avvenuta il 17 settembre nell’area AFO4: l’ennesimo sacrificio di una giovane vita, persa sul lavoro, in circostanze ancora da definire e al vaglio della Magistratura tarantina. I colleghi di Giacomo, pero’, riportano di un clima di tensione e nervosismo dentro la fabbrica, dove gli operai sono obbligati a ritmi serrati e pesanti.
Sono giorni difficili per lo Stabilimento di Taranto, conferma Peacelink. Pochi giorni fa un nuovo report di ISPRA ha accertato nuove violazioni e portando alla luce una singolare verità: la richiesta da parte di ILVA di non diffondere alcuni dei dati riscontrati. Ma la lista di violazioni è lunga, scrivono Battaglia, Marescotti e Manna. Peacelink vuole dare alla Commissione Europea il senso di quello che accade a Taranto, le violazioni che ancora hanno luogo, senza sminuire l’importanza del lavoro e del principio della salvaguardia dell’occupazione per il quale il Governo si batte. I diritti dei tarantini non possono essere calpestati ad eternitas e non crediamo- scrive Peacelink- che nella Costituzione Italiana sia sancito che il diritto al lavoro debba andare di pari passo con la negazione del diritto alla salute e alla vita.

L’Associazione chiede quindi alla Commissione di assistere il Governo Italiano nella definizione di una strategia chiara e definita in merito al futuro dello stabilimento, e degli importanti passi da intraprendere per mettere fine al gravissimo e complesso dramma in atto a Taranto.

 

 

Antonia Battaglia, Portavoce EU di Peacelink
Alessandro Marescotti, Presidente di Peacelink
Luciano Manna, Curatore Dossier ILVA

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