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Potente atto d’accusa al sistema di giustizia americano, il caso Swarz esemplifica la malata ipocrisia nella persecuzione di attivisti informatici mentre società e banche corrotte la fanno franca

La persecuzione di Aaron Swartz dipinge l’amministrazione Obama come inutilmente crudele e volubile

Venerdì 11 gennaio 2013, il geniale programmatore ventiseienne e attivista sociale Aaron Swartz si è impiccato a New York
26 gennaio 2013
Marcy Wheeler
Tradotto da Cinzia Lazzarini per PeaceLink
Fonte: Alternet - 15 gennaio 2013

Un appassionato sostenitore del libero accesso alle informazioni, Swartz ha dovuto fronteggiare le consequenze delle cause che difendeva. Due anni prima del tragico gesto, Swarz era stato arrestato dalla polizia dell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts e la Città di Cambridge per essere entrato nella rete informatica del MIT (Istituto di Tecnologia del Massachusetts) e aver scaricato milioni di articoli accademici da Jestor, un database no-profit che consente di accedere ad articoli per biblioteche accademiche. Fino ad allora, gli utenti non accademici che volevano accedere agli articoli di Jestor potevano farlo solo a pagamento. Lo scopo di Swarz era quello di metterli gratuitamente a disposizione per chiunque volesse leggerli.

Aaron Swartz

Due giorni prima dell’arresto di Swartz la divisione dei crimini online dei Servizi Segreti aveva assunto il controllo dell’indagine. Il coinvolgimento dei Servizi Segreti, che svolgono regolarmente complesse indagini sulla criminalità informatica, significava che la vicenda non veniva trattata con leggerezza ma piuttosto come un grave crimine. Sei mesi più tardi, l’avvocato Americano Carmen Ortiz accusò Swartz di ben quattro reati federali.

Coloro che conoscevano l’etica di Swartz avevano ritenuto l’accusa eccessiva e solamente una tattica per etichettare la condivisione di informazioni on-line come frode informatica. Tuttavia, l’anno scorso, Ortiz moltiplicò le accuse decidendo di aumentare i capi di accusa da quattro a tredici e minacciando Swartz con una possibile condanna a 35 anni di carcere.

Swartz lottava da tempo contro una forma di depressione che potrebbe aver contribuito al suicidio. Ma la sua famiglia e i suoi collaboratori hanno accusato il governo di aver perseguito il ragazzo con tattiche aggressive e intimidatorie avendo quindi contribuito al suo tragico gesto. Un comunicato emesso dalla famiglia di Swartz il giorno dopo il suicidio accusa "l'ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per aver adottato una serie eccezionalmente dura di accuse che avrebbero potuto sfociare in oltre 30 anni di carcere, al fine di punire un presunto crimine che non aveva vittime."

E’ questo il contesto giuridico, quasi incomprensibile, che fa da sfondo al gesto tragico di Swarz. Sia prima che dopo il suo arresto Swartz aveva dedicato gran parte della sua vita all’ideale della condivisione di informazioni. Se Swartz avesse raggiunto il suo obiettivo - il governo sostiene che aveva l’intenzione di pubblicare le riviste on-line - avrebbe messo la ricerca accademica, in gran parte finanziata da sovvenzioni, nelle mani delle persone che effettivamente pagano per sostenerla.

Il libero scambio di idee

La ricerca accademica si basa sul libero scambio di idee. E la maggior parte degli autori delle riviste non viene pagato per gli articoli che scrivono. In modo analogo, il supposto crimine di Swartz doveva servire proprio a promuovere lo scambio intellettuale, scambio che dovrebbe essere l'intero scopo della pubblicazione di riviste accademiche. Infatti, dopo il rinvio a giudizio di Swartz,  Jestor ha aperto il suo database al pubblico e quindi, in un certo senso, la stessa presunta vittima del caso ha portato a termine quella liberalizzazione di informazioni on-line che era l'obiettivo stesso del geniale informatico.  

Inoltre, Alex Stamos, impegnato nella difesa di Swartz come testimone esperto, sottolinea che entrambe le presunte vittime di questo crimine avevano creato i loro sistemi proprio per promuovere il libero scambio di idee. Infatti il MIT consente volutamente ai visitatori di accedere al proprio sistema e al tempo dei presunti reati Jestor permetteva agli utenti del MIT un numero illimitato di download.

Recentemente sia Jestor che il MIT hanno espresso rammarico per quanto è successo. Prima che il governo federale accusasse Swartz, Jestor non aveva intenzione di fargli causa, mentre ne aveva tutte le intenzioni l’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (MIT). In risposta alla sua morte, Jestor ha ribadito che "si pente di essere stato trascinato nella questione, dal momento che la missione di Jestor è proprio quella di promuovere un ampio accesso al mondo della conoscenza scientifica."                                                                                                       

Anche il presidente del MIT Rafael Reif ha espresso il suo dolore e promesso l’avvio di un’indagine interna sul ruolo del MIT nella persecuzione di Swatz. Nonostante il rimorso del MIT arrivi tragicamente in ritardo, entrambe le presunte vittime di questo caso sembrano riconoscere che l'accusa abbia violato l'etica della libertà d’informazione che Jestor e MIT sostengono di difendere.

Malgrado ciò, il governo ha trattato l’azione di Swartz come un furto e lo ha dipinto come un vero criminale. "Rubare è rubare, sia che si utilizzi un computer o una spranga e sia che si rubino documenti, dati o dollari. Ed è ugualmente dannoso per la vittima se si vende quello che gli è stato rubato o se lo si regala", ha detto il procuratore Ortiz in una conferenza stampa che annunciava i capi d’accusa.

Un esempio per tutti quelli che vorrebbero riprovarci

Sarebbe facile pensare che qualcuno ha voluto fare di Swartz un esempio. Come ha rivelato il Wall Street Journal, il governo stava tentando di convincere il giovane informatico a dichiararsi colpevole di tutte le 13 condanne e a servire il carcere. E il professore di diritto dell’Università di Harvard Lawrence Lessig - che consigliò Swartz nei giorni dopo il suo primo arresto – sottolinea come gli avvocati del governo abbiano cercato di etichettare Swartz come un criminale ribadendo la loro posizione a muso duro fino a due giorni prima che Swartz si togliesse la vita.

In un certo senso, quello che stava accadendo a Swartz non era poi così insolito. Il professore Orin Kerr della facoltà di legge dell’Università George Washington - uno dei maggiori esperti in criminalità informatica e sostenitore dell’etica di Swartz – ha spiegato che le accuse del governo rientravano nella norma per i casi di reati informatici così come le misure adottate dal Dipartimento di Giustizia. Il governo infatti aumenta spesso i capi d’accusa, al fine di costringere gli imputati a dichiararsi colpevoli senza un processo.

Oltrettutto Swartz non è l'unico caso perseguito da Carmen Ortiz, il procuratore degli Stati Uniti per il Distretto del Massachusetts, e l’asprezza dei suoi procedimenti legali hanno sollevato dubbi a livello nazionale sull’esercizio della sua funzione. L'anno scorso, il farmacista Tarek Mehanna è stato condannato a più di 17 anni di carcere dopo che Ortiz riuscì nel suo tentativo di farlo condannare per cospirazione e supporto al terrorismo. Il suo crimine? Aver tradotto opere jihadiste e averle pubblicate online.

Altrettanto dure sono state le tattiche dell’assistente procuratore degli Stati Uniti Stephen Heymann, noto per aver in passato perseguito aggressivamente gli hacker e aver ricevuto un premio nel 1998 per il suo "lavoro eccezionale nelle indagini e nei procedimenti contro la criminalità informatica".

E non è la prima volta che le sue agressive indagini sono sfociate in tragedia. Come fa notare Huffington Post, un altro giovane hacker di nome Jonathan James si suicidò nel 2008 dopo essere stato accusato da Heymann di crimine informatico e dopo aver lasciato scritto in una lettera di non avere fiducia nel sistema giudiziario.

L’avvocato di Swartz, Elliott Peters, aveva tentato varie volte di negoziare un appello per Swartz ma in tutte le occasioni Heymann si era dimostrato inamovibile.

"E’ stato molto intransigente," ha detto Peters di Heymann. "E’ la sua tecnica, più ci si avvicinava al processo più le accuse aumentavano. Ma le sue accuse erano così irragionevoli che ormai non mi preoccupavano più".

E Heymann sapeva della fragile salute mentale di Swartz. In un'intervista al Boston Globe, Andy Buono, il primo avvocato di Swartz, ha dichiarato: "Avevo detto ad Heymann che il ragazzo era a rischio di suicidio... erano consapevoli del rischio, ma hanno agito con indifferenza."

"Questo atteggiamento è tipico dei procuratori quando perseguono un obiettivo che è un potenziale suicidio", ha continuato Buono. La risposta di Heymann è stata: "Bene, allora lo chiudiamo in prigione."

Le accuse del governo nel caso Swartz non erano in realtà diverse da quelle sollevate verso altri casi di criminalità informatica, ma in quei casi vi era una differenza sostanziale: le informazioni rubate erano classificate proprietà del governo degli Stati Uniti.

La guerra per l’informazione

C’è il caso di John Kiriakou, ex funzionario della CIA, accusato di aver diffuso il nome di un altro ufficiale della CIA coinvolto in un programma di tortura. Il governo tentò di farlo dichiarare colpevole secondo la legge di Protezione di Identità dei Servizi Segreti, anche se il nome dell’ufficiale non è mai veramente stato diffuso al pubblico ed è stato sempre e solo citato nei documenti presentati al tribunale e sigillati da avvocati.

E poi il caso del soldato Bradley Manning, attualmente sotto processo militare per avere divulgato al sito Wikileaks centinaia di migliaia di file confidenziali del Dipartimento di Stato e della Difesa. Nel suo caso il governo rifiuta di far cadere la condanna basandosi su un capo d’accusa chiamato Aiuto al Nemico nonostante Manning si sia dichiarato colpevole delle accuse legate alla fuga di informazioni anche se ha sempre sostenuto fermamente di non aver mai voluto recare danno agli Stati Uniti.

In tutte queste misure repressive, l'amministrazione del presidente Barack Obama ha insistito nell’etichettare coloro che diffondono informazioni come il peggior tipo di criminali. Basti ricordare il caso di Jeffrey Sterling, un altro ex impiegato della CIA, che era stato accusato di divulgare informazioni al giornalista del New York Times James Risen.

A sostegno delle sue accuse il governo aveva dichiarato che la diffusione di informazioni ai giornalisti – ovvero rilasciare informazioni al pubblico - è "più dannoso" che rilasciarle direttamente al nemico.

Le leggi che disciplinano la criminalità informatica condannano azioni che non sembrerebbero in realtà essere crimini. Il governo pompa le sue accuse al di là di ogni proporzione per forzare gli accusati a dichiararsi colpevoli e patteggiare. Le tecniche persecutorie del pubblico ministero sono schiaccianti e dimostrano che questa amministrazione e i suoi procuratori hanno aggressivamente usato la legge per bloccare il libero flusso di informazioni.

E se la gente è inorridita dal modo in cui è stato trattato Swartz, dovrebbe esserlo anche, più in generale, per l'abuso del potere della pubblica accusa. Sia che si tratti di un genio come Swartz, accusato di criminalità informatica, che di una persona normale accusata per spaccio di droga.

Ma nel caso di Swartz, c'è di più. Dopo tutto, non è stato accusato della fuga di informazioni confidenziali ma le sanzioni con cui è stato minacciato sono alla pari di quelle adottate per coloro che lo avevano fatto. Vi è ragione di credere quindi che il governo sia stato particolarmente vendicativo con Swartz a causa di chi era e di ciò che rappresentava. Non si dimentichi poi che Swartz imbarazzò il Dipartimento di Giustizia circa quattro anni fa in un atto di liberalizzazione delle informazioni che ebbe effettivamente successo.

Swartz getta nella vergogna il dipartimento di Giustizia

Nel 2008, DOJ provò brevemente a rendere PACER, il database di tutti casi in attesa di essere portati davanti alla corte federale, accessibile gratuitamente da biblioteche selezionate rinunciando ai 0.08 $ per pagina che costava agli utenti. (Scaricare un documento federale da PACER ora costa 0.10 $ a pagina). In questo lasso di tempo, Swartz scaricò circa il 20 per cento dei materiali offerti da PACER, rendendoli accessibili gratuitamente a chiunque.

Come Swartz dichiarò, un anno dopo il fatto l'ufficio giudiziario investigò e prese in considerazione d’accusarlo ma infine abbandonò l’inchiesta.

Swartz è anche anche un leader negli sforzi politici per ostacolare una serie di leggi – inclusa la legge sulla pirateria online dal nome ingannevole Stop Online Piracy Act, o SOPA – che mira a rendere ancora più facile per il governo perseguire le violazioni del copyright e rendere inacessibili alcune siti internet. Come tale, Swartz deve essere considerato un leader politico che combatteva contro ogni estremismo legale - lo stesso che stava anche alla base delle accuse aggresive mosse da Ortiz e Heymann.

Forse il fatto di maggiore importanza sono i legami che Swartz manteneva con un gruppo di hacktivists, o  hacker attivisti, di Cambridge; un gruppo sul quale il governo stava esercitando pressione a riguardo dell’inchiesta WikiLeaks assieme al gruppo di individui senza nome chiamato Anonymous. Dopo tutto, Swartz è stato arrestato (nonostante la mancanza di prove che mostrassero la sua intenzione di trarre profitto dagli archivi di JSTOR) proprio il giorno prima che Twitter informasse diversi associati di WikiLeaks che il governo si stava muovendo per tracciare le loro attività online.

Quello stesso periodo, il governo stava sottoponendo Manning a ciò che un giudice ha ora dichiarato un trattamento illecito perché, alcune persone suppongono, volevano che Manning li aiutasse a creare un caso contro il fondatore di Wikileaks Julian Assange. Tenuto conto delle tempistiche e della vicinanza di Swartz come figura pubblica ad una comunità che il governo voleva punire, sembrerebbe chiaro che il trattamento riservato a Swartz sia scaturito dal tentativo di schiacciare un movimento dedicato alla libertà di informazione.

A sostegno di questa tesi, il tecnologo Danah Boyd ha affermato:

Quando il governo federale iniziò a perseguitarlo – e il MIT docilmente stette al suo gioco – non lo trattarono come una persona che magari aveva fatto qualcosa di stupido. Swarz doveva rappresentare un esempio per tutti.

E la ragione per la quale gli imposero pene severe non era quella di insegnargli una lezione ma per rendere chiaro a tutta la comunità degli hacker di Cambridge che l’avversario era stato sconfitto. Era questa una minaccia che non aveva niente a che fare con la giustizia ma molto a che fare con una battaglia più estesa che riguarda il potere sistemico.

In un’archiviazione alla fine dello scorso anno, il governo difese le prove raccolte nel caso Swartz mettendo in evidenza un manifesto del 2008 che egli contribuì a scrivere. Il manifesto fu usato come quasi unica spiegazione per condannare la scelta di Swartz di scaricare l'archivio JSTOR al MIT - piuttosto che ad Harvard dove come membro del Centro Safra per l'Etica, avrebbe avuto accesso legale ai materiali JSTOR - come attività illegittima.

I pubblici ministeri nella loro presentazione scrivono:

Nel Manifesto Open Access Guerilla, che contribuì attivamente ad elaborare e pubblicò su uno dei suoi siti web, Swartz promosse il furto di informazioni e la loro condivisione con il mondo.

In sostanza, il governo affermava che la volontà di Swartz di rendere le informazioni accessibili a tutti è parte di ciò che ha reso la loro indagine legittima.

Più pericoloso delle frodi bancarie o dello spaccio di droga?

Chi conosce i contributi di Swartz, sia nella sfera tecnologica che politica, pensa che tutto questo sia ridicolo. Anche se ancora giovane, Swartz aveva fornito soluzioni tecniche per aiutare le persone a condividere informazioni (attraverso i suoi contributi alla RSS, Creative Commons e Reddit, tra gli altri) e si era impegnato attivamente al fine di rendere la nostra società più giusta e democratica (attraverso DemandProgress e la campagna Progressive Change Campaign Committee).

Quando si chiede al governo perchè non vengano perseguite le banche sia per lo scandalo LIBOR (lo scandalo dei tassi di interesse che ha coinvolto le banche inglesi) che per l’aiuto che hanno offerto ai trafficanti di droga e ai terroristi per finanziare i loro crimini, il governo si giustifica puntando sulla loro importanza sistemica.

La maggior parte delle persone che lo conoscevano avrebbe detto che le cause difese da Swartz – il libero accesso alle informazioni per tutti e la giustizia sociale - sono d’importanza sistemica e che lui era proprio il tipo di visionario che avrebbe potuto guidare il paese nel nuovo secolo. Sia on-line che off-line, Swartz ha lottato per responsabilizzare la gente comunecontro l'abuso di potere. E questo potrebbe essere proprio il motivo per il quale DOJ lo persuguì così duramente.

Lunedì 14 gennaio, il giorno prima che la famiglia di Aaron Swartz si riunisse per i funerali, il governo ha lasciato cadere tutte le accuse contro di lui.

Tradotto da Cinzia Lazzarini per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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