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Vanunu sostiene che Israele assassinò Kennedy per le pressioni sull'ex Primo Ministro Ben-Gurion

La spia nucleare Mordechai Vanunu afferma in una intervista che Israele era
dietro l'assassinio nel 1963 del Presidente degli Stati Uniti JF Kennedy, e
alcuni ufficiali israeliani sperano a voce alta che l'inverosimile commento
colpira' la credibilita' di Vanunu.
27 luglio 2004
Aaron Klein - Trad. di Chiara Panzera
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: WorldNetDaily.com - 25 luglio 2004

Vanunu e' un ex tecnico nucleare recentemente rilasciato dopo una sentenza di detenzione di 18 anni per aver reso pubblico, attraverso il Sunday Times, il programma nucleare di Israele dello stabilimento di Dimona. Gli e' stato vietato di lasciare il paese, parlare con i mezzi di comunicazione e con gli stranieri.

Ma il giornale Al-Hayat, che ha sede a Londra, ha pubblicato ieri (il 24-7, n.d.t.) un'intervista, dichiarando che e' la prima rilasciata da Vanunu, e nella quale afferma che secondo "certe indicazioni vicine", Kennedy e' stato assassinato a seguito della "pressione che aveva esercitato sul capo del governo israeliano, David Ben-Gurion, per fare luce sul reattore nucleare di Dimona." "Noi non sappiamo quale irresponsabile Primo Ministro israeliano assumera' l'incarico e decidera' di fare uso delle armi nucleari nelle battaglie con gli altri stati Arabi confinanti," cosi' viene riportato quello che Vanunu ha detto. "Quanto e' gia' stato rivelato sulle armi di cui Israele e' in possesso puo' distruggere la regione e uccidere milioni di persone."

Vanunu, che non e' in grado di conoscere le attuali disposizioni di sicurezza del piano nucleare israeliano, afferma che il Medio Oriente corre il rischio di diventare una "seconda Chernobyl", nel caso che succeda un incidente all'impianto di Dimona. Un eventuale terremoto potrebbe causare delle crepe al centro dell'impianto e provocare una massiccia fuoriuscita di radiazioni che "minaccerebbe milioni".

La Giordania deve controllare i residenti nelle regioni confinanti con Israele per essere sicura che non siano gia' stati esposti alle radiazioni e somministrare i medicinali necessari, riferisce Vanunu. Altresi' critica la visita che il capo dell'Agenzia per l'Energia Atomica Mohammed el-Baradei ha fatto in Israele all'inizio del mese. "Lui [Baradei] avrebbe dovuto rifiutarsi di visitare Israele [perche'] non gli e' stato permesso di visitare il reattore nucleare," sempre secondo quanto riferisce Vanunu.

Secondo quanto riportato da al-Hayat, Vanunu adesso vive "con i suoi amici palestinesi" a Gerusalemme Est. Gli ufficiali israeliani non hanno commentato sui provvedimenti che prenderanno contro Vanunu, che non e' sottostato ad una parte degli accordi previsti dopo il suo rilascio, e che non gli permettono di rilasciare interviste ai media.

"Le opinioni su Vanunu sono contrapposte," riferisce ai reporter Ra'anan Gissin, un portavoce del primo ministro israeliano Ariel Sharon. "Alcuni dicono di lasciarlo parlare e lo aggiungono alla politica ambigua, mentre altri dicono che piu' parla e piu' aumentano le tensioni, in special modo nelle circostanze attuali."

Gisin dice che i commenti di Vanunu riguardo JFK servono solo a portare discredito alla ex spia. "E' un qualcosa che ti saresti aspettato da [Yasser] Arafat," dice Gissin.

Allo stesso tempo una fonte israeliana ha riferito a WorldNetDaily, che dopo l'uccisione di Kennedy, i servizi segreti israeliani hanno effettuato delle esercitazioni per vedere come il tiratore Lee Harvey Oswald, che ha usato un fucile calibro 6,5 mm ordinato per corrispondenza, fu in grado di uccidere Kennedy dalla sua angolazione al sesto piano di un edificio nelle vicinanze.

La simulazione dell'esercitazione e' stata fatta da tiratori scelti con un equipaggiamento molto piu' potente, poggiato su cavalletti, ed utilizzando puntatori al laser per vedere dove le persone nella macchina presidenziale sarebbero state colpite, dopo che i tiratori scelti avevano fatto fuoco. La fonte dice che l'esercitazione ha dimostrato che "e' quasi impossibile per Oswald poter avere fatto quello che ha fatto."

Note: Traduzionedi Chiara Panzera a cura dell'associazione Peacelink

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