Perché Peacelink Basilicata?

Anche in Basilicata nasce una Redazione Sociale di Peacelink. Per un vero e proprio processo di ricostruzione dell'identità del Sud e della Basilicata, per la Democrazia e la Pace nel Mediterraneo...
27 maggio 2008
Redazione Peacelink Basilicata

nasce peacelink basilicata L'obiettivo principale è quello di rafforzare, rimodellare, affiancare la rete di movimenti, associazioni, comitati e cittadini nata in Basilicata nel 2006. Questo per far fronte ad un assalto senza precedenti al territorio e all'ambiente investe il sud. Attraverso la "legge-delega ambientale" viene prefigurato un devastante momento di evoluzione politica e legislativa in materia ambientale, con una deregulation finalizzata a favorire ogni forma di aggressione e sfruttamento del territorio e nel contempo tesa ad azzerare i sistemi di controllo e sanzione, favorendo di conseguenza le illegalità e gli abusi ad ogni livello.

Il sistema politico-istituzionale appare inadeguato a contrastare questo processo. In molti casi esso è il "soggetto attuatore" di queste politiche di deregulation, essendo grave la crisi di partecipazione democratica e quella del sistema dei partiti che investe anche l'apparato istituzionale-amministrativo. Le scelte vengono effettuate spesso contro la popolazione, la salute, l'ambiente e le vocazioni dei territori, favorendo i grandi interessi economici nazionali e multinazionali con il risultato di produrre deliberatamente fenomeni di degradazione sociale, territoriale con il conseguente impoverimento di vasti comprensori.

Dopo la lotta contro le scorie nucleari a Scanzano, i movimenti lucani sono consapevoli che è necessario agire direttamente nelle contraddizioni, nel tessuto sociale e culturale travolto dai stravolgimenti imposti dall'alto. E' importante agire privilegiando prioritariamente i processi di identità culturali per fissare nelle coscienze dei singoli e quelle plurali, le conquiste civili e le consapevolezze di quanto sta avvenendo.

Cìò significa adottare strategie tendenti a chiedere ed ottenere scelte coerenti per i diversi territori secondo un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità, sulla tutela delle risorse naturali e dei valori riconosciuti, rafforzando l'identità collettiva attraverso la partecipazione e la condivisione. L'irrefrenabile tendenza alla deregulation politico/legislativa sui temi ambientali con il conseguente e logico aumento di ogni sorta di reati ambientali flagella in modo sempre più violento la convivenza civile costringendo i cittadini a non poter esercitare in modo compiuto i loro diritti democratici.

E' proprio in questa contraddizione sono impegnati i movimenti della rete locale con l'obiettivo di coniugare le scelte politiche e realtà territoriali. Esperienze queste simili ad altri movimenti presenti in Italia ed in Europa che oggi intendono conquistare uno spazio per un dibattito generale sulle scelte intese come "priorità". L'assenza di un confronto relativo alla situazione ambientale evidenzia il quadro politico attuale che appare caratterizzato da una concezione generale secondo cui l'ambiente non è più considerato un valore in sé ma viene volutamente considerato esclusivamente un appendice del mercato, per cui la sostenibilità viene intesa non rispetto all'ambiente ma rispetto alle esigenze economiche. La conseguenza è che si stanno eliminando tutte le norme di tutela sostituendole con meccanismi premiali, di mercato, condoni, incentivi finanziari ecc.

L'ultima dimostrazione di tale orientamento è costituita dalla legge delega sull'ambiente, la quale è nata per demolire definitivamente, al di fuori della dialettica parlamentare e con una delega al governo praticamente in bianco, quel poco che è rimasto della normativa di tutela ambientale"; tanto è vero che le norme immediatamente applicabili in essa contenute riguardano la liberalizzazione dei rifiuti ferrosi, anche contaminati e una assurda sanatoria per gli abusi anche in aree protette.

In questo modo, il nostro paese non solo si sta collocando sempre più fuori della legalità comunitaria (l'Italia è di gran lunga il paese con il maggior numero di procedure e condanne in sede europea) ma sta sempre più diventando preda di una criminalità ambientale ogni giorno più libera di distruggere il territorio, la salute, le risorse naturali e la qualità della vita. In questo quadro appena abbozzato i movimenti particolarmente attivi sul territorio (reazione a catena dei movimenti) possono contrastare la crescente illegalità sia per intensificare il contatto con i cittadini, attualmente preda di questa distorta informazione mediatica, spinti ogni giorno ad intensificare i consumi per alimentare la ricchezza di pochi.

Per contatti:
Pietro Dommarco
Cell. (+39) 328 9233896 | (+39) 393 5451603
Mail: peacelink@olambientalista.it

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